Per il 2021 l’Oim chiede 3 miliardi di dollari per gli emigranti in difficoltà
Il direttore Antonio Vitorino ha illustrato i programmi che l’Oim intende svolgere a sostegno di emigranti e sfollati e ha chiesto alla comunità internazionale di intensificare gli aiuti
A dicembre l’Ufficio Onu per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha) ha diffuso il Panorama umanitario globale 2021 secondo il quale nel corso dell’anno più di 229 milioni di persone avranno bisogno di aiuti umanitari e protezione, 40 per cento in più rispetto al 2020. Conflitti, disastri ambientali e instabilità continuano a erodere la resilienza delle comunità, spiega l’Ocha, costringendo decine di milioni di persone a emigrare per mettersi in salvo. Milioni di emigranti inoltre sono bloccati in regioni in crisi e lottano per l’accesso a servizi essenziali. Il 29 gennaio, a conferma dei dati allarmanti dell’Ocha, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) ha annunciato che nel 2021 serviranno tre miliardi di dollari per far fronte alle emergenze umanitarie che la pandemia ha aggravato e moltiplicato nel corso del 2020. L’obiettivo è assistere circa 50 milioni di persone sfollate o altrimenti in difficoltà. Il direttore generale dell’Oim, Antonio Vitorino, ha chiesto alla comunità internazionale di intensificare gli sforzi per sostenere i Piani di risposta alle crisi della sua organizzazione. L’Oim come sua consuetudine si propone di intervenire per far fronte ai bisogni immediati e al tempo stesso alle conseguenze di lungo periodo delle crisi e dei trasferimenti forzati. Il direttore generale ha citato in particolare tre situazioni particolarmente gravi di cui l’Oim si sta occupando. In Yemen assiste con cibo, cure mediche e protezione 14.500 emigranti che le restrizioni agli spostamenti adottate a causa del Covid-19 hanno bloccato nel paese privi di risorse. Inoltre l’Oim collabora con il governo per verificare le nazionalità degli emigranti e organizzare i rimpatri volontari di chi desidera tornare a casa. In Mozambico invece sta trasferendo in luoghi sicuri le famiglie che hanno perso la casa a causa del ciclone Eloise che si è abbattuto su alcune regioni del paese e contribuisce ai lavori di drenaggio per evitare ulteriori inondazioni e altri trasferimenti forzati. Infine in Ciad, nella regione del lago Chad, l’insicurezza a causa della presenza di cellule jihadiste e la diminuzione della superficie del lago hanno indotto migliaia di persone a trasferirsi in cerca di condizioni di vita migliori. L’Oim interviene fornendo agli sfollati attrezzi agricoli e sementi affinché le comunità possano produrre di che sopravvivere aumentandone così la resilienza e anche la coesione sociale. In tutti questi casi e negli altri di cui si occupa, l’Oim progetta inoltre delle risposte coordinate, tempestive ed eque alla pandemia, aumentando la disponibilità di assistenza e vaccini per le persone in movimento.