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Orta, il Sacro Monte dedicato a Francesco

La selva di San Nicolao, sulla sponda occidentale del Lago d’Orta, nel 1583 venne scelta dalla comunità locale e da San Carlo Borromeo come luogo dove erigere un insieme di cappelle ed un convento di frati cappuccini. "Qui in ordinate cappelle si vede la vita di Francesco, se desideri saperlo l'autore è l'amore".

Cultura 01_11_2014
Sacro Monte di Orta

Quello di Orta è l’unico dei Sacri Monti prealpini dedicato interamente ad un santo, Francesco. La selva di San Nicolao, sulla sponda occidentale del Lago d’Orta, nel 1583 venne scelta dalla comunità locale e da San Carlo Borromeo come luogo dove erigere un insieme di cappelle ed un convento di frati cappuccini.

La chiesa di San Nicola di Mira, oggi cointestata anche al santo di Assisi, è il culmine, e il cuore, del percorso a spirale che si snoda sul monte. L’edificio ha origini ben più antiche rispetto al complesso devozionale, risalendo la sua fondazione al X secolo. Da allora subì diverse trasformazioni la più importante delle quali fu promossa sul finire del Cinquecento da Padre Cleto da Castelletto, che la ricostruì sulla falsariga della Basilica Inferiore di Assisi. Nel 1591 si costruì anche la prima delle cappelle che nel progetto originario avrebbero dovuto essere trentasei. Oggi se ne contano venti. In ciascuna sono rappresentati teatralmente i principali episodi della vita del Poverello di Assisi, con gruppi di statue in terracotta policroma disposti sullo sfondo di pareti affrescate.

Sul fregio dell’arco di ingresso si legge questa iscrizione: Qui in ordinate cappelle si vede la vita di Francesco, se desideri saperlo l'autore è l'amore. Diversi furono i maestri piemontesi e lombardi, coadiuvati da artigiani locali, che si susseguirono nella realizzazione del programma iconografico, la cui regia fu principalmente definita dal Vescovo di Novara, Carlo Bascapè, fedele interprete delle direttive, molto precise a riguardo, di San Carlo Borromeo. Gli stili dei dipinti e delle sculture rispecchiano l’epoca di realizzazione. Di fatto furono tre le fasi costruttive del Sacro Monte: la prima, manierista, si concluse intorno al 1630. Seguì un periodo barocco che si protrasse sino alla fine del XVII secolo e che sfociò in un più sciolto gusto rococò degli ultimi interventi, sul finire del secolo successivo. Il cantiere si concluse con la costruzione della neoclassica Cappella Nuova, rimasta, però, incompiuta. Tra i principali artisti ed artefici di sculture e pitture che si sono succeduti in questo importante incarico sono da annoverare personalità quali Giovanni d’Enrico e il Prestinari, i Fiammenghini, il Morazzone, i fratelli Nuvolone, Stefano Maria Legnani e Carlo Beretta. A loro si devono le 376 statue policrome e tutte le ambientazioni affrescate.

Anche in chiesa si conservano pregevoli opere d’arte. Tra queste la più importante è senz’altro la statua lignea della Pietà, di probabile fattura tedesca, datata tra il X e l’XI secolo. La Madonna, protagonista nel 1538 di un evento miracoloso, divenne subito oggetto di venerazione e, forse, ragione della predilezione di questo luogo per l’erezione del Sacro Monte.