Orban esce dal Ppe. È il momento di fare chiarezza
Il partito ungherese Fidesz esce dal Gruppo del Partito Popolare Europeo. Già da due anni il Ppe votava contro l'Ungheria, assieme a Socialisti e Liberali. Il Ppe sta tradendo sistematicamente i suoi valori cristiani. Ora l'uscita di Orban rende le cose più chiare e può essere preludio della nascita di un nuovo gruppo più coerente.
Il partito del primo ministro ungherese, Viktor Orban, ha informato lo scorso 18 marzo il Partito Popolare Europeo (PPE) della sua uscita dal Gruppo parlamentare, due settimane dopo che i deputati europei di Fidesz l'avevano anticipata. Ora si aprono scenari interessanti per l’Europa, la nascita di uno schieramento ispirato coerentemente ai valori cristiani ed al rispetto delle identità nazionali, sarebbe un prezioso strumento per il futuro europeo.
Alla notizia dell’uscita di Orban, la risposta della famiglia politica, nella quale valori e stile dei fondatori Schuman-Adenauer-De Gasperi sono ormai sbiadito ricordo, è tutta nelle parole dell’attuale Presidente del PPE ed ex Premier polacco Donald Tusk: "Fidesz ha lasciato la Democrazia cristiana. In verità, la lasciò molti anni fa”. La rottura è definitiva, è la conseguenza di molte scelte incoerenti del PPE e segna l’inizio di una nuova fase delle politica europea, dove destra e sinistra tramontano per sempre, lasciando il posto alla centralità del dibattito fra valori cristiani e disvalori ideologici. La vicepresidente di Fidesz e Ministro della Famiglia ungherese Katalin Novak, ha condiviso su Twitter la lettera inviata il 18 marzo dal suo partito al segretario generale del PPE, Antonio López-Istúriz, in cui comunica che "non vuole più mantenere la sua appartenenza" e, quindi, Fidesz esce dal PPE secondo lo statuto. "È il momento di dirsi addio”.
Il PPE aveva già sospeso l'adesione di Fidesz nel 2019 per aver criticato pubblicamente l'allora Presidente della Commissione UE Jean-Claude Juncker, in una campagna di affissioni pubbliche in cui lo si accusava, con Soros, di voler permettere l’invasione dei migranti in Ungheria e cambiarne l’identità cristiana. Nell’aprile dello scorso anno molti dei partiti scandinavi e dei Paesi Bassi, iscritti al PPE avevano già chiesto che Orban ed il suo partito venissero espulsi. Una richiesta che ripeteva pedissequamente l’invito rivolto da Socialisti, Sinistre e Liberali europei alla famiglia dei Popolari europei. Negli scorsi mesi, siamo al novembre dello scorso anno, era stato il Capogruppo del PPE al Parlamento europeo, Manfred Weber, in una intervista al giornale olandese Der Standaard ad affermare che l’espulsione di Fidesz era cosa fatta, rimandata solo a causa del Covid-19. La situazione è precipitata poi ad inizio di questo mese di marzo, quando il Gruppo del PPE al Parlamento Europeo cambiava il proprio regolamento interno con effetto retroattivo, proprio per espellere i deputati di Fidesz che, anticipando la decisione, con lettera dello stesso Orban, annunciavano l’uscita dal Gruppo parlamentare.
Di fatto il PPE ed il suo Gruppo al Parlamento europeo, come abbiamo dato conto più volte, ha sempre votato tutte le Risoluzioni e l’avvio delle sanzioni proposte dall’alleanza di Socialisti, Liberali e sinistre contro l’Ungheria. Di fatto, mentre il precedente Presidente del PPE Wilfred Martens (scomparso nel 2013) era riuscito a far convivere l’anima democristiana tradizionale con quella ‘liberale’ nel partito, dal novembre 2019 con la Presidenza del polacco Donald Tusk l’anima ‘liberale’ si è imposta nel Gruppo parlamentare e ha messo ai margini chiunque nel partito difendesse i valori cristiani. Tusk ha sempre mal sopportato Orban e l’amicizia tra Ungheria e Polonia. Non è vero che Fidesz si sia allontanato dai valori e princìpi democristiani, dispiace doverlo ammettere. Princìpi e valori di riferimento del PPE, largamente coincidenti con i valori non negoziabili cristiani, sono scolpiti nella Piattaforma dei valori, approvata a Bucarest nel 2012, sotto la presidenza Martens. Per centinaia di volte il PPE al Parlamento europeo ha votato e promosso iniziative contraddittorie con quel documento e ha invece privilegiato mediazioni (impossibili) sui dis-valori di Socialisti, Sinistre e Liberali. Il PPE ha scelto di sacrificare Fidesz (la stessa sorte potrebbe accadere al premier sloveno e al suo partito SDS, forse anche al premier bulgaro e al partito Gerb) sull’altare dell’alleanza di potere con Socialisti, Liberali e Sinistre.
Cosa potrebbe accadere ora? Il rimescolamento parlamentare potrebbe portare sia alla nascita di un nuovo gruppo politico, sia all’allargamento dell’attuale gruppo dei Conservatori, che supererebbe quello dei Liberali ed al quale sarebbero così assegnate cariche di peso nei rinnovi degli incarichi al Parlamento, il prossimo autunno 2021. Che nasca un nuovo Gruppo parlamentare e nuova famiglia politica o ci sia la trasformazione della attuale formazione dei Conservatori presieduta da Giorgia Meloni, poco importa. Interessa invece che il soggetto politico del quale saranno co-protagonisti Orban e Fidesz abbia una chiara e coerente ispirazione cristiana (dove la tutela della vita nascente, la famiglia ed il matrimonio siano ben definiti), si batta per il rispetto delle identità nazionali, della libertà di educazione e del principio di sussidiarietà, prediliga politiche per la natalità all’invasione migratoria, il rispetto della cultura cristiana (e biologica) alla ideologia totalitaria LGBTI, lotti per la libertà contro ogni tentazione ideologica imposta da Bruxelles.
Orban, dopo aver incontrato Giorgia Meloni lo scorso 26 febbraio, sta intessendo colloqui con l’italiano Salvini (Lega) e il polacco Kaczyński (PiS), vedremo nelle prossime settimane cosa nascerà. Con l’uscita di Orban dal PPE si chiude definitivamente l’epoca delle ipocrisie politiche europee. Tutti avrebbero convenienza alla nascita o trasformazione dei Conservatori, già di fatto avvenuta con l’uscita del Regno Unito dalla UE. La Lega e Salvini? Se privilegiassero il PPE (incoerente su molti valori cristiani) al nuovo schieramento politico, farebbero la fine di San Sebastiano per mano degli stessi neo colleghi di partito. I cittadini europei hanno bisogno di chiarezza, Orban l’ha fatta.