Nuovi fondi per la Grande Muraglia Verde in Africa
L’iniziativa lanciata nel 2007 si propone di creare nel Sahel una cintura verde larga 15 chilometri e lunga 7.800, dal Senegal a Gibuti passando per 21 paesi
Nel 2007 l’Unione Africana ha lanciato la Grande Muraglia Verde, una iniziativa che si propone di ripristinare la fertilità e l’integrità del sistema ecologico del Sahel, la fascia di territorio africano sub sahariana che attraversa il continente da ovest a est. Nel 2010 per realizzarla è stata costituita l’Agenzia panafricana per la Grande Muraglia che comprende molte organizzazioni non governative e diversi partner internazionali: dalla Fao all’Unione Europea alla Banca Mondiale e altri ancora. La “Muraglia” andrà dalla capitale del Senegal, Dakar, a Gibuti: una cintura verde lunga 7.800 chilometri e larga 15 per un totale di almeno 100 milioni di ettari. Inizialmente hanno aderito al progetto 11 paesi – Burkina Faso, Ciad, Gibuti, Eritrea, Etiopia, Mali, Mauritania, Niger, Nigeria, Senegal e Sudan – ai quali in seguito se ne sono aggiunti altri dieci: Algeria, Benin, Camerun, Capo Verde, Egitto, Gambia, Ghana, Libia, Somalia e Tunisia. Finora sono stati ricuperati solo quattro milioni di ettari e occorre quindi accelerare i lavori se si vuole ultimare il progetto entro il 2030 come previsto. Per migliorarne la realizzazione e per risolvere le criticità riscontrate, durante il quarto One Planet Summit, svoltosi a Parigi lo scorso 11 gennaio, è stato deciso un nuovo, consistente finanziamento, il Great Green Wall Accelerator, dell’importo di 14 miliardi di dollari, al quale la Banca Europea d’investimento contribuirà con un miliardo di dollari. Tra le “criticità” individuate durante il summit, c’è il fatto, denunciato dall’ecologista senegalese Haidar El Ali, che molte ong coinvolte nel progetto e che ricevono ingenti finanziamenti, invece di usarli sul campo, li spendono per organizzare seminari, ricerche e altro.