Numeri del Viminale: gli immigrati delinquono molto più degli italiani, non è pregiudizio
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Dati del Viminale impressionanti, a conferma di quel che Ricolfi e pochi altri studiosi hanno analizzato da tempo. Nella popolazione di immigrati, la percentuale di persone denunciate e arrestate per reati violenti è molto più alta della media italiana.
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L’Italia è uno dei paesi dell’Unione Europea in cui l’immigrazione extra-UE suscita più preoccupazione. Il 48% degli italiani giudica il fenomeno negativo. È quanto emerge da una indagine condotta a livello europeo di cui la Fondazione ISMU riporta i risultati in un suo rapporto da poco presentato al pubblico. Nel rapporto, la fondazione pone l’accento su alcuni fenomeni in effetti particolarmente allarmanti: la critica situazione scolastica di molti minori stranieri – abbandono, ritardi, mancato inserimento nel sistema scolastico – il tasso elevato, 29%, di giovani stranieri di età compresa tra 15 e 29 anni in condizione NEET (non studiano, non lavorano e non frequentano corsi professionali), il tasso di occupazione in calo, dal 65,8% del 2005 all’attuale 61,6%.
Ci si domanda che cosa fanno e che ne sarà dei giovani stranieri, siano essi comunitari o extra-UE, che non lavorano e non studiano, che futuro attende quelli che non completano gli studi, come e di che cosa vivono gli stranieri disoccupati. Sono tutte situazioni che impensieriscono perché si sa che favoriscono scelte di autoesclusione, comportamenti anomici e devianti. L’esperienza quotidiana ormai è che le violenze, i reati commessi da stranieri – aggressioni, atti vandalici, molestie, scippi, furti, occupazione di stabili… – si stanno moltiplicando. Con essi aumenta il senso generale di insicurezza. C’è chi prova a minimizzare, ad attribuire a pregiudizi razzisti e ai mass media che fanno da amplificatori una “percezione” di pericolo che non sarebbe fondata nei fatti.
Come per altri fenomeni di cui si contestano effettiva consistenza ed effetti, sono i dati – i fatti per l’appunto – a fornire la riposta. Quelli sulla criminalità ce li fornisce il Ministero dell’interno e non lasciano adito a dubbi. Stando all’ultimo comuncato del Viminale, nel 2024 risultano essere straniere il 34,72% delle 822.801persone arrestate o denunciate. Nel dettaglio: sono straniere il 23,80% delle persone arrestate o denunciate per omicidio volontario; il 35,73% per tentato omicidio; il 47,84% per furto; il 52,47% per rapina; il 39,52% per reati riconducibili agli stupefacenti; il 42,25% per sfruttamento della prostituzione; il 42,99% per violenza sessuale. Per quanto riguarda quest’ultimo reato, i dati riguardanti le violenze sessuali commesse da giovani portano a quasi il 60% l’incidenza degli stranieri nei primi nove mesi del 2024.
Questi dati, di per se stessi sconcertanti, vanno ulteriormente ponderati tenendo conto che gli stranieri a vario titolo residenti in Italia rappresentano circa il 10% della popolazione. Ancora più impressionanti sono i dati relativi agli stranieri irregolari. Essi costituiscono meno dell’1% della popolazione presente in Italia eppure sono il 28% delle persone arrestate o denunciate per reati, sempre nel 2024. La loro pericolosità è circa 50 volte superiore a quella dei cittadini comunitari, italiani e stranieri, sostiene il sociologo Luca Ricolfi, che da anni monitora e analizza il fenomeno; e aggiunge, in un articolo pubblicato su Start Magazine il 5 gennaio scorso: «quasi un terzo dei posti occupati in carcere è imputabile a cittadini stranieri, in buona parte irregolari. Si può tranquillamente affermare che senza questi detenuti non vi sarebbe alcun sovraffollamento carcerario».
L’articolo si intitola Crimini e immigrazione irregolare. Numeri senza polemiche. Invece le polemiche sono infinite, alimentate da forze politiche e sociali che non vogliono, e per il ruolo che vi giocano non possono, riconoscere che l’accoglienza a oltranza di emigranti illegali costituisce un rischio per l’ordine pubblico tanto più se mancano volontà, da parte di molti immigrati, e opportunità concrete di integrazione; forze che inoltre scelgono, per opportunità politica, di spiegare, se non giustificare i comportamenti devianti degli immigrati, regolari e irregolari, come effetto del razzismo, dei pregiudizi, della xenofobia e dell’intolleranza che caratterizzerebbero gran parte degli italiani.
«Molte cose – scriveva Ricolfi – si potrebbero fare, sia di sinistra sia di destra, ma ve ne è una preliminare a qualsiasi soluzione: non negare l'esistenza del problema. I nuovi dati del Ministero dell'Interno gettano luce su un problema drammatico. Ci sarà modo di analizzarli, discuterli, forse anche criticarli o richiedere chiarimenti. Ma la cosa peggiore che potremmo fare è rispolverare l'armamentario negazionista con cui, ogni volta che vengono fuori numeri e statistiche, più o meno improvvisati fact-checker cercano di occultare l'amara realtà dell'immigrazione irregolare».
Il governo, nel corso della Conferenza sulle linee d’indirizzo per le politiche di contrasto all’immigrazione irregolare svoltasi il 17 febbraio a Roma, alla quale hanno partecipato il premier, Giorgia Meloni, e il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha dato indicazione a prefetti e questori di aumentare i rimpatri degli emigranti irregolari. Nel 2024 i rimpatri forzati di stranieri sono stati 5.406, il 14% in più rispetto all'anno precedente, quando erano stati 4.743, a loro volta il 10% in più che nel 2022. Insieme alla drastica riduzione degli arrivi – 66.317 nel 2024 contro i 157.651 del 2023 – si può parlare di una tendenza positiva, segno di una volontà, e capacità, di affrontare il problema.
Tuttavia, come indicano i dati, gli stranieri irregolari costituiscono solo una parte del problema. Sono appena il 5,6% dei 5milioni 755mila gli stranieri residenti oggi in Italia.