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ASIA

Nord Corea: missili e test nucleare. E la Cina osserva

Un test missilistico nordcoreano sorvola il Giappone. Intanto si prepara anche un test nucleare. Mentre la retorica bellicosa aumenta nei media di regime. A cosa mira Kim Jong-un? E perché la Cina non lo frena? Non è un caso che questa escalation asiatica avvenga durante il conflitto in Ucraina. 

Esteri 05_10_2022
Corea del Nord, lancio di un missili Hwasong-12

Martedì 4 ottobre, alle 7 e mezza della mattina (le 10 e mezza di sera del lunedì, in Italia) la Corea del Nord ha lanciato un missile balistico a raggio intermedio. Si trattava del quinto test in appena dieci giorni. Ma il più spericolato in assoluto: il missile ha compiuto la sua parabola a quasi mille chilometri di quota, sorvolando il Giappone settentrionale e andando a inabissarsi nelle acque del Pacifico settentrionale, dopo un volo di 4500 chilometri.

Il test ha suscitato terrore in Giappone. Per 22 minuti, questo il tempo del volo dell’ordigno, le sirene delle città dell’isola di Hokkaido e di Honshu settentrionale (possibili bersagli) hanno suonato, avvertendo la popolazione di trovare un rifugio. La provocatoria esercitazione ha provocato dure reazioni diplomatiche da parte degli Stati Uniti e del Giappone: il presidente Joe Biden e il primo ministro nipponico Fumio Kishida denunciano “l’atto oltraggioso”. Anche la risposta sudcoreana non si è fatta attendere e il presidente Yook Suk-yeol avverte che ad un gesto azzardato si può rispondere con “risposta risoluta”.

I test missilistici nord-coreani, iniziati a fine settembre, coincidono con l’arrivo nelle acque coreane della portaerei statunitense Reagan, con l’inizio delle manovre navali congiunte di Usa, Corea del Sud e Giappone e con la visita della presidente della Camera Nancy Pelosi a Seul. Si tratta dunque di atti dimostrativi che servono a mostrare i muscoli alle forze armate nemiche e alla politica americana. Ma le dimensioni della provocazione sul Giappone, di ieri, non possono essere sottovalutate. Test simili sono quantomeno rari, l’ultimo era stato effettuato nel 2017, nel mezzo della crisi fra l’amministrazione Trump e “rocket man” Kim Jong-un. In prospettiva, nel corso del 2022 la Corea del Nord ha effettuato più esercitazioni missilistiche che in tutti gli anni recenti. Da gennaio ad oggi sono ben 37 e battono il record del 2019 (25 lanci).

La Corea del Nord ha anche iniziato i preparativi per un probabile test nucleare sotterraneo, che, secondo fonti sudcoreane, potrebbe avvenire fra la metà di ottobre e l’inizio di novembre. Sono stati individuati i lavori di preparazione nel poligono di Punggye-ri.

Anche la propaganda nordcoreana si sta facendo particolarmente bellicosa in questo periodo, soprattutto da quando, a Seul, è stato eletto il nuovo presidente conservatore. Yoon Suk-yeol viene descritto dai media di regime come un uomo “completamente impazzito nel suo tentativo di combattere una potenza nucleare (la Corea del Nord, ndr) appoggiato da un impero in rovina (gli Usa, ndr)”. Ostentando grande sicurezza di sé, un sito governativo scrive, a proposito delle manovre della Corea del Sud: “i guerrafondai che hanno freneticamente cercato di ricattare la Corea con incoscienti prove di guerra, ora strepitano riguardo la forza dell’alleanza, ma in realtà si tratta solo di una pietosa spavalderia di chi è spaventato dalla nostra potenza militare”.

Alla propaganda bellica e ai fattori contingenti, si deve aggiungere un’altra notizia preoccupante che, benché abbia allarmato i sudcoreani, è stata quasi del tutto ignorata nel resto del mondo. Lo scorso 8 settembre, infatti, il “parlamento” nordcoreano, l’Assemblea Suprema del Popolo ha approvato una nuova legge che autorizza l’uso anche preventivo delle armi nucleari. Si tratta di una svolta nella dottrina militare nordcoreana che, finora vedeva nell’atomica solo una “polizza di assicurazione vita” del regime, da usare solo se la sopravvivenza stessa dello Stato è a rischio. Secondo la nuova legge, invece, le armi nucleari possono essere impiegate per prime, se solo un attacco nemico contro i centri di comando e controllo viene giudicato “imminente”. Con la paranoia che contraddistingue il “regno eremita”, è grande il rischio che un’esercitazione, una dichiarazione sbagliata, o una manovra giudicata sospetta siano considerate come sintomi di un attacco imminente.

Non è sicuramente una coincidenza che questa escalation di test, retorica bellicosa e nuova dottrina nucleare avvenga nel 2022, durante la guerra in Ucraina. Da un lato, Kim ha la necessità di rimettersi in evidenza, per obbligare gli avversari a trattare con lui “da pari a pari”. Dall’altro c’è il sospetto che stia semplicemente testando la determinazione dei suoi nemici. Qui però è lecito porsi anche un’altra domanda: la Cina, in tutto questo, che fa? Perché è chiaro che la sopravvivenza stessa della Corea del Nord, dipende dagli aiuti cinesi. Pechino non ha espresso la sua condanna al test missilistico di ieri.

La Cina continua a mantenere un ruolo molto ambiguo sulla guerra in Ucraina, appoggiando la Russia a parole e con i voti (o le astensioni) all’Onu, ma evitando accuratamente di aiutarla militarmente. In questo contesto, potrebbe aver interesse a lasciare la Corea del Nord a briglia sciolta? Evidentemente sì: a settembre, con uno scambio epistolare, Xi Jinping e Kim Jong-un si sono promessi una reciproca cooperazione molto più stretta.

Ogni situazione di questo tipo, comunque, può sfuggire a prescindere dalla volontà dei leader delle grandi potenze. L’escalation di provocazioni nordcoreane dimostra, essenzialmente, due cose: che la guerra in Ucraina può generare, indirettamente, altri conflitti in altre aree del mondo, anche geograficamente agli antipodi; che la guerra nucleare è possibile, anche se viene ancora considerata “impensabile”.