Non si ferma l’epidemia di Ebola nella Repubblica democratica del Congo
Preoccupa l’accelerazione del numero dei casi, raddoppiati nelle ultime cinque settimane. Le squadre sanitarie fanno fatica a raggiungere tutte le comunità per mancanza di infrastrutture
Il 26 agosto le autorità sanitarie della Repubblica democratica del Congo nel corso di una conferenza stampa nella capitale Kinshasa hanno annunciato che l’epidemia di morbillo è terminata. Considerata la più grande epidemia del mondo, nel 2019 ha ucciso circa 6.500 bambini e nei primi tre mesi del 2020 ancora si sono registrati oltre 42.000 casi e 527 decessi. Il numero reale dei morti si ritiene sia molto più alto perché in alcune province del paese, con estese aree impraticabili soprattutto in certi periodi dell’anno a causa delle piogge e della mancanza di infrastrutture e rese insicure dalla presenza di gruppi armati, è impossibile prestare assistenza ai malati e rilevare casi e decessi. Il ministro della sanità Eteni Longondo ha spiegato che presto verrà fatta una dichiarazione ufficiale. I partner internazionali ancora non hanno confermato la fine dell’epidemia. Grazie a loro è stato possibile organizzare una campagna di vaccinazioni che nel 2019 ha raggiunto almeno 18 milioni di bambini. L’inadeguato sistema sanitario del paese nel 2019 ha dovuto combattere simultaneamente morbillo, colera, COVID-19, una epidemia di peste bubbonica e due epidemie di Ebola. Una delle due, scoppiata nel 2018 nell’est del paese, è stata dichiarata conclusa il 25 giugno 2020 dopo 42 giorni senza nuovi casi. La seconda, nella provincia occidentale dell’Equatore, è tuttora in corso e ha già ucciso cento persone. Tra le difficoltà che gli operatori sanitari devono affrontare, c’è la distanza delle comunità da raggiungere, molte delle quali abitano in fitte foreste. In condizioni meno difficili, la disponibilità di vaccini consentirebbe di circoscrivere la malattia individuando tempestivamente tutte le persone entrate in contatto con gli ammalati. Invece i casi continuano ad aumentare: in cinque settimane sono raddoppiati. È l’11esima epidemia di Ebola a colpire il paese.