«Non è un referendum contro la Lorenzin o i vaccini, ma contro l'obbligo»
«Siamo osteggiati sia dai pro vax sia dai no vax, perché entrambi non riconoscono la libertà. Invece sui vaccini pediatrici bisogna eliminare gli obblighi e le sanzioni ai genitori. Anche per dare pieno compimento alla stessa Legge Lorenzin». Cosa chiedono davvero e qual è la posta in gioco con il referendum di iniziativa popolare contro l'obbligatorietà vaccinale. Lo abbiamo chiesto all'avvocato Di Lorenzo, uno dei promotori.

«Non è un referendum contro la legge Lorenzin, ma semmai per dare alla legge Lorenzin una piena applicazione». L’avvocato Angelo di Lorenzo sa che per affrontare l’avventura del referendum popolare di revisione della legge 73/2017, il cosiddetto decreto Lorenzin che introduce l’obbligatorietà per dieci vaccini in età pediatrica, bisogna decostruire le numerose leggende nere che stanno fiorendo contro questa importante iniziativa popolare.
Lui, avvocato del Foro di Roma è tra i promotori assieme a molti giuristi di Ali (Avvocati Liberi) e cittadini dei tre quesiti per quali sono chieste 500mila firme entro giugno e in questa intervista alla Bussola smonta i tanti pregiudizi che stanno sorgendo. «Su entrambi i fronti, sia quello cosiddetto pro vax sia quello anti vaccinista», esordisce. Un’analisi dettagliata dei quesiti è stata pubblicato recentemente sulla Bussola in questo articolo di Paolo Bellavite. Qui si cercherà di rispondere alle comuni obiezioni sul referendum.
Cominciamo con le obiezioni: è un referendum contro la Legge Lorenzin.
Falso. Non è un referendum contro la Lorenzin.
Allora è un referendum contro i vaccini…
Falsissimo.
Facciamo ordine.
Questo referendum nasce contro gli obblighi dei vaccini previsti dalla legge. La questione è più culturale che scientifica: sembra che se oggi esistono i vaccini è perché esiste un obbligo.
Però l’intento dei tre quesiti è quello di scardinare la legge Lorenzin…
No, il referendum non può cancellare la Lorenzin, sarebbe inammissibile. Il referendum vuole lasciare intatto l’intero impianto della legge, che tra le altre cose prevede un sistema pubblico di prevenzione vaccinale e di osservazione e controllo oltre che di censimento, che è funzionale all’attività sanitaria e da cui lo Stato non può prescindere.
Dunque, contro l’obbligo. E qui sorgono i problemi.
Il problema è che è stato inserito l’obbligo di somministrazione di questi preparati che va ad azzerare la stessa Lorenzin, perché all’interno della stessa legge sono previste anche attività di monitoraggio e farmacovigilanza sull’andamento epidemiologico. La somministrazione obbligatoria fa venire meno tutti questi processi che pure sono previsti dalla legge. Non si va nelle scuole, non si fa vigilanza perché l’obbligo anestetizza tutto.
Ma se non fossero obbligatori, allora nessuno si convincerebbe.
Non è detto. Se non fosse obbligatorio, semplicemente, i genitori andrebbero convinti a fronte di precise condizioni epidemiologiche che giustificassero certi interventi. Ricordo che per imporre un vaccino devono esistere precise condizioni e requisiti. E lo stesso obbligo si deve basare sulla conoscenza e l’informazione.
Lo abbiamo capito in pandemia.
Esatto. Se tu, Stato, sei sicuro che quel preparato serve perché c’è una crisi e sei sicuro che servirà a debellare la crisi, allora ci sono le condizioni per renderlo obbligatorio. Non dimentichiamo che alla base della “Lorenzin” erano state usate a supporto le fake news sul morbillo in Inghilterra.
Eppure, ricevete critiche anche dai cosiddetti settori no vax che guardano con sospetto la vostra iniziativa.
Ci sono due sintonie opposte. Questo referendum scontenta l’anti vaccinista, io non lo chiamo no vax, il quale non vuole la libertà, semplicemente non vuole i vaccini e non li vuole né per se stesso né per gli altri. Così facendo, commette lo stesso errore dei pro vaccinisti a oltranza: entrambi usano una violenza per imporre la propria convinzione all’altro.
Invece voi che cosa dite?
Chi vuole il vaccino deve avere il diritto di farlo, mentre chi non lo vuole deve avere il pari diritto di rifiutarlo senza subire conseguenze.
Possiamo dire che siete free vax?
In un certo senso sì. In ogni caso bisogna riaffermare la definizione comune secondo cui ognuno ha il diritto di fare la propria scelta senza venire criticato o discriminato.
Perché questa avversione all’obbligatorietà? È solo un problema di libertà o anche scientifico?
Non voglio entrare in un campo che non mi compete, ma faccio solo notare che solo “l’esavalente” ha triplicato le reazioni avverse, del resto non esiste alcun dato che il mix sia sicuro e lo sia sempre. Il professor Bellavite, ad esempio, ha dimostrato che i rischi sono quattro volte superiori alle somministrazioni singole e se pensiamo che l’esavalente è somministrato tre volte, abbiamo circa 22 casi di reazioni avverse ogni 100mila bambini. Come vede la discussione scientifica va avanti ed è giusto che prosegua secondo i suoi canali.
Nell’ambito delle critiche che vengono mosse, c’è chi dice che in realtà i vostri quesiti non vanno ad eliminare l’obbligo.
Nella “Lorenzin” la parola obbligo è pronunciata oltre 15 volte. Un obbligo sussiste in quanto un’azione che viene prevista come doverosa da una norma, è assistita da una sanzione in caso di inadempimento. Non basta cancellare la parola obbligo, ma restano le sanzioni.
Ed è il senso del primo e secondo quesito…
Abbiamo tolto le parole obbligo dalla legge “Lorenzin” e abbiamo tolto gli aspetti odiosi che sono le sanzioni, sia di carattere pecuniario sia quelle che riguardano i bambini perché quando tu impedisci a un bambino di andare a scuola stai punendo il bambino. La sanzione, per colpire in maniera surrettizia i genitori, utilizza una sanzione al loro bambino. Odioso davvero.
Altra obiezione: oggi non ci sono più malattie, che se non ci fossero i vaccini dilagherebbero ovunque…
Chi l’ha detto? Ci sono invece scienziati che sostengono che il grande danno delle vaccinazioni a tappeto è di spostare in età adulta il pericolo dell’insorgenza di certe malattie. Lo spostamento in avanti è pericoloso, ci sono malattie che vanno fatte in età pediatrica. La cosa è dibattuta dal punto di vista scientifico, sia sulla copertura che sulla sicurezza, per questo è necessario poter esercitare una scelta. Il genitore deve essere messo nelle condizioni di capire in base alle condizioni di salute del proprio figlio.
Da chi nasce l’idea del referendum?
Nasce da un professore di storia e filosofia di un liceo di Rovigo, Moreno Ferrari, il quale a settembre dell’anno scorso ha cominciato a sottoporre a molti avvocati un quesito referendario abrogativo della Lorenzin. Una persona meravigliosa e combattiva. ALI ha scritto i quesiti e li abbiamo depositati in Cassazione grazie a 12 cittadini volenterosi, tra i quali Antonio Porto (di Osa Polizia), lo stesso Ferrari, Mariano Amici e Roberto Martina cittadini attivisti impegnati in questa cosa. Così si è costituito il comitato promotore che è aperto a tutti tranne che ai partiti politici. L’idea è quella di sostenere questa iniziativa dal basso con la campagna #permiofiglioscelgoio.
Dove si può firmare?
Stiamo cercando di sfruttare i modi che ci permette il sistema referendario. Il primo modo è on line, sul sito del Ministero della Giustizia (Quesito 1, 2 e 3), ci stiamo attrezzando per i banchetti.
E poi la firma nei Comuni.
Abbiamo mandato a tutti 7900 comuni italiani la richiesta di predisporre presso l’ufficio elettorale il modulo, in modo che qualsiasi cittadino possa andare nel suo comune a firmare.
I Comuni possono opporsi?
Il Comune è obbligato a predisporlo, se i cittadini vanno e il Comune non ha predisposto può ricevere una diffida formale e il Comune rischia una sanzione.
C’è chi dice che se dovesse fallire il raggiungimento delle 500mila firme, svanirebbe ogni possibilità di rivedere la legge dal Parlamento…
Impossibile rispondere in maniera sensata ad un timore insensato. Non c’è nessun legame tra il Referendum che “va male” e la possibilità che il Parlamento riveda la legge. Semmai è esattamente l’opposto. Non esiste allo stato una maggioranza politica che voglia o intenda modificare la legge sull’obbligo vaccinale pediatrico in maniera più rispettosa delle libertà individuali. Il Referendum è l’ultima possibilità per i cittadini di rivendicare il proprio diritto fondamentale in virtù del fatto che il Parlamento è sordo e tutela interessi diversi da quelli dei bambini e della libertà di autodeterminazione terapeutica. Se poi il Parlamento volesse modificare la legge Lorenzin ben venga, non chiediamo altro, ma nella migliore delle ipotesi è ingenuo chi pensa che il Parlamento abbia in animo di cambiare questa legge liberticida, perché se così fosse lo avrebbe già fatto.
Vaccini, scelta di libertà: via al referendum per abrogare l'obbligo
Parte la campagna di raccolta firme per il referendum sui vaccini pediatrici per abrogare non l'intera legge Lorenzin, ma l'odiosa esclusione dei bambini dalla scuola e le sanzioni ai genitori. Non è un referendum "no vax", ma per affermare la fine delle imposizioni e delle repressioni. Vediamo nel dettaglio i tre quesiti.