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Nikki Haley voterà Trump, i Repubblicani uniti contro Biden

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Nikki Haley voterà Trump, cade dunque ogni riserva dell'ultima rivale interna repubblicana. I Repubblicani affronteranno Biden più uniti, ma grandi differenze restano.

Esteri 25_05_2024
Nikki Haley (La Presse)

Nikki Haley getta il suo peso elettorale sul piatto della campagna di Donald Trump. Non era scontato. Ultima a mollare fra i rivali interni dell’ex presidente nelle primarie repubblicane, l’ex ambasciatrice all’Onu rappresentava una speranza per tutti i “Never Trump”, cioè quegli elettori conservatori e soprattutto neoconservatori che, temendo una deriva nazionalista e isolazionista di una nuova amministrazione Trump, piuttosto voterebbero per i Democratici. Deludendo loro, ha invece dichiarato, in un suo intervento al think tank Hudson Institute, che voterebbe “The Donald”, se non altro perché Biden è “una catastrofe”. Ma non si è trattato di un vero e proprio sostegno elettorale, perché non ha invitato i suoi elettori a fare altrettanto.

Come sempre i toni si abbassano, man mano che ci si allontana dalla fine delle primarie e ci si avvicina al voto presidenziale. I colpi bassi sono ammessi, nella lotta fra Repubblicani, e anche la Haley, che pure era stata nominata dal tycoon all’Onu, ne ha dette di tutti i colori sul suo avversario, compreso il sospetto che sia “mentalmente in declino”, oltre che “amico dei dittatori”. Ma adesso ne parla di nuovo in termini positivi, pur con mille riserve. Questa la dichiarazione di (mezzo) endorsement: «Come elettore, le mie priorità sono un presidente che coprirà le spalle ai nostri alleati e chiederà conto ai nostri nemici, che renderà sicuro il confine, senza più scuse». Oltre che: «Un presidente che sosterrà il capitalismo e la libertà. Un presidente che capisca che abbiamo bisogno di meno debito, non di più debito». Su queste politiche, ha detto che Trump non è stato perfetto. «Ma Biden è stato una catastrofe, quindi voterò per Trump», ha detto Haley.

Mentre la campagna del candidato repubblicano non ha reagito, le prime contestazioni sono arrivate dalla campagna di Biden, che si ritiene in un certo senso “tradita”. Sperava infatti che le due anime del Grand Old Party rimanessero divise e che gli elettori della Haley votassero a sinistra. Con termini esagerati, più da guerra civile che da competizione presidenziale, Michael Tyler, direttore della comunicazione della campagna democratica, dichiara che milioni di elettori avevano preferito la Haley a Trump, perché «si preoccupano profondamente del futuro della nostra democrazia, di essere forte con i nostri alleati contro i nostri nemici e di lavorare in modo trasversale per ottenere risultati per il popolo americano, pur rifiutando il caos, la divisione e la violenza che Donald Trump incarna».

Quello di Nikki Haley, è però un endorsement solo a metà perché completa il suo ragionamento con questo invito a Trump, invece che ai suoi elettori: « Trump farebbe bene a rivolgersi ai milioni di persone che hanno votato per me e che continuano a sostenermi, senza dare per scontato che siano solo con lui». Della serie: “se vuoi i miei voti, te li devi conquistare e per conquistarli devi cambiare linea”.

Sui principi non negoziabili (vita, famiglia e libertà di istruzione) Trump e la Haley sono perfettamente d'accordo. Sono entrambi anti-abortisti, per la difesa della famiglia e per la libertà educativa. Sul programma economico e la politica di immigrazione, pur con qualche differenza, sono compatibili. La principale fonte di disaccordo fra la Haley e Trump è chiaramente sulla politica estera. L’ex ambasciatrice all’Onu ha idee neoconservatrici: appoggio delle democrazie e mantenimento dell’egemonia militare statunitense nel mondo anche attraverso una politica interventista. Proprio in occasione del suo intervento all’Hudson Institute, twittava: «Quando il Giappone attaccò Pearl Harbor, l'America non ignorò la Germania nazista e l'Italia fascista. Abbiamo affrontato contemporaneamente le potenze dell'Asse. Cina, Russia e Iran sono l'Asse moderno. Se non aiutiamo i nostri amici a sconfiggere la Russia in Europa e l'Iran in Medio Oriente, la Cina imporrà la sua volontà sull'Asia e l'America stessa sarà in grave pericolo». Lo ha scritto proprio pensando a quei repubblicani trumpiani che identificano la Cina come un pericolo, ma non la Russia, vogliono difendere Israele, ma non l’Ucraina. La Haley, al contrario, ha sempre sostenuto che tutti i conflitti sono collegati. E come tutti i conservatori, vede soprattutto la Cina come primo fra i nemici degli Usa, come “arsenale delle dittature” contro le democrazie occidentali. In un altro tweet infatti scrive: «La Cina sostiene l'economia iraniana per continuare a seminare il caos in Medio Oriente. La Cina sostiene l'esercito russo per contribuire a destabilizzare l'Europa».

Il motivo per cui considera Biden come “una catastrofe” potrebbe essere proprio il suo debole e altalenante appoggio a Israele nella guerra a Gaza. Soprattutto la minaccia di interrompere le forniture militari (in caso di offensiva israeliana a Rafah) ha fatto crescere il partito dei “Never Biden”, anche fra coloro che non avrebbero mai votato Trump. La Haley, a questo proposito, aveva twittato: «Non inviare armi convalida la falsa e distruttiva narrazione secondo cui Israele stia agendo ingiustamente per difendersi. Israele sta conducendo una guerra di autodifesa in modo più umano di qualsiasi altro esercito nella storia. E lo sta facendo contro un nemico che usa i suoi stessi civili come scudi umani».

Trump, che è decisamente più isolazionista, non ha mai negato la sua aperta simpatia per Israele e la sua intenzione di riprendere un duro confronto con la Cina, con cui aveva ingaggiato una guerra di dazi nel corso del suo quadriennio. Ma per quanto riguarda l’Ucraina, ha spinto i deputati repubblicani a votare contro gli aiuti militari per sei mesi di fila. E ha dichiarato più volte di voler “mettere fine alla guerra in un giorno”, convinto di essere rispettato e apprezzato da Vladimir Putin. Ha anche dichiarato, pur senza metterlo nero su bianco, di voler ritirare gli Usa dalla Nato e lasciare l’Europa. Niente di più distante dalla visione del mondo dei neoconservatori e dalle posizioni di Nikki Haley. Sarà interessante vedere se queste due anime del Grand Old Party riusciranno a dialogare fra loro e come.