Nella Piana di Ninive alcuni progetti di ricostruzione impensieriscono i cristiani
L’arcivescovo siro cattolico di Mosul chiede al governo iracheno di fermare un vasto progetto urbanistico nella Piana di Ninive che può provocare una drastica riduzione delle comunità cristiane
L’arcivescovo siro cattolico di Mosul, monsignor Yohanna Petros Moshe, ha scritto al primo ministro iracheno Adel Abdul Mahdi per esprimergli viva preoccupazione in merito alle politiche urbanistiche e immobiliari che, se attuate, rischiano di alterare definitivamente la composizione etnica della Piana di Ninive, una regione dell’Iraq in cui le comunità cristiane sono radicate da secoli. La Piana si sta ripopolando, seppure tra molte difficoltà, dopo che nel 2014 centinaia di migliaia di persone ne sono fuggite per sottrarsi al controllo dei jihadisti dello Stato Islamico. Il Califfato sconfitto ha lasciato dietro di sé macerie, infrastrutture e abitazioni distrutte. La Direzione urbanistica della provincia di Ninive presiede alla ricostruzione e al ripopolamento di villaggi e aree urbane abbandonate. Ma alcuni progetti preoccupano le comunità cristiane. In particolare crea allarme un importante progetto edilizio per la costruzione di centinaia di nuove unità immobiliari in una città della Piana, Bartella, tradizionalmente abitata da cristiani, ma sotto il totale controllo militare delle Forze di mobilitazione popolare, che sono milizie sciite vicine all’Iran. “Sultan city”, questo il nome del progetto, sulla carta dovrebbe assegnare una importante percentuale delle case in costruzione ai cristiani, ma si teme che la minoranza sciita invece finisca per aggiudicarsi il monopolio delle abitazioni estromettendo i cristiani. Nel timore che ciò avvenga, monsignor Moshe ha chiesto al premier di far sì che le disposizioni amministrative vengano sospese e poi riformulate.