Nel Sud est asiatico si diffonde la malaria resistente ai farmaci
La scoperta di parassiti malarici resistenti ai farmaci minaccia i progressi finora compiuti. Se ne teme la diffusione soprattutto in Africa dove si registrano nove casi su dieci della malattia
Ricercatori inglesi e thailandesi sostengono che dei parassiti della malaria resistenti ai farmaci si sono rapidamente diffusi nel Sud est asiatico, dalla Cambogia al Laos, alla Thailandia al Vietnam dove metà degli ammalati non sono curati con farmaci di prima scelta. In alcune regioni l’80% dei parassiti malarici erano già resistenti ai farmaci e di recente la percentuale è ancora aumentata. In Cambogia nel 2008 era stata adottata con successo una combinazione di due sostanze, l’artemisina e la piperachina, ma nel 2013 nelle regioni occidentali del paese si sono manifestati i primi casi di parassiti mutanti che hanno sviluppato resistenza a entrambi i medicinali. Ricorrere ad altre terapie è possibile: ad esempio, combinare altri farmaci con la artemisia oppure usare una combinazione di tre farmaci. I ricercatori però temono che la malaria resistente si diffonda ulteriormente e acquisisca nuovi caratteri genetici. Soprattutto pensano alla “terrificante possibilità” che la resistenza ai farmaci raggiunga l’Africa e si diffonda nel continente dove si verificano nove casi su dieci della malattia. In Africa negli anni 80 del secolo scorso la malaria ha sviluppato resistenza alla clorochina e questo ha contribuito a provocare milioni di morti. Ogni anno si registrano circa 219 casi di malaria nel mondo e la malattia ogni anno uccide circa 435.000 persone, in gran parte bambini di età inferiore a cinque anni. Benché la lotta alla malattia abbia registrato grandi successi, lo sviluppo di parassiti resistenti ai medicinali minaccia i progressi realizzati.