Müller: in Germania la crisi peggiore dalla Riforma protestante
La Chiesa è mezzo per l'unione con Dio, non strumento di ideologie woke, gender o ecologiste, dice l'ex prefetto. E auspica una visita apostolica per i vescovi tedeschi.
Non usa mezzi termini il cardinale Gerhard Ludwig Müller, che – intervistato da Kath.net – definisce la deriva sinodale tedesca come «la crisi più grave dai tempi della Riforma protestante», e afferma che i responsabili «dovrebbero affrontare una visita apostolica». Il condizionale è d'obbligo, visto che anche il recente divieto romano (firmato Parolin, Fernández e Prevost) sulla costituzione di un comitato sinodale come massimo organo di governo, ha costituito «un freno d'emergenza», tirato «all'ultimo momento».
Una deriva nata da una visione mondana della Chiesa, che è piuttosto «un segno e uno strumento dell’unione più intima delle persone con Dio e tra loro nell’amore, e non lo strumento per promuovere il genderismo ateo, il sessualismo, il wokismo, il transumanesimo o la religione dell'apocalisse climatica».
La terapia proposta dal cardinale è tornare alle fondamenta, «imparare che la Chiesa di Gesù Cristo può essere compresa solo attraverso categorie teologiche». Non si può ridurre la Chiesa a «una Ong dello spirito» o «credendosi amichevoli» quando ci si mostra accondiscendenti «verso le persone che riducono l'uomo all'aspetto istintuale»: chi lo farà, «passerà alla storia della Chiesa non come un riformatore, ma come un rovinatore».