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IL PREMIER POLACCO

Morawiecki critica l’Ue: “Una bestia transnazionale”

Raduno di simpatizzanti di Vox: Morawiecki critica l’ingerenza della Commissione europea nel voto italiano, mette in guardia da un’Ue che fa la guerra alla civiltà cristiana e avverte che “un manipolo di burocrati” vuole ricreare l’Europa come “bestia transnazionale".

Attualità 18_10_2022
Mateusz Morawiecki, premier Polonia (CC)

Recentemente si è svolto a Madrid un grande raduno dei simpatizzanti del partito spagnolo di destra, Vox, attuale terza forza nel Congresso dei deputati, con a capo il carismatico Santiago Abascal, formatosi nella gioventù dei popolari. In Italia si è parlato dell’incontro madrileno soltanto per criticare Giorgia Meloni che in un’intervista all’agenzia spagnola Efe aveva dichiarato: «Spero che la nostra vittoria apra la strada al successo di Vox in Spagna». Come se si volessero silenziare le voci che arrivavano da quel raduno della destra europea. E tra queste voci c’era anche quella del primo ministro polacco Mateusz Morawiecki. Allora vale la pena citare qualche passaggio del suo discorso, pronunciato dal palco a Madrid.

Riferendosi alla Brexit, il premier polacco si è chiesto se la Commissione europea abbia imparato qualcosa da questa esperienza. Ha notato come la stessa Commissione abbia recentemente deciso di «istruire» gli italiani su come votare durante le elezioni politiche. «Un approccio orribile», ha detto Morawiecki. Esprimendo subito la sua soddisfazione che «molte nazioni si stiano sollevando e stiano iniziando a capire che l’Europa dovrebbe essere liberata e messa al sicuro dai suoi “becchini”, burocrati. Non è troppo tardi, dovremmo tornare indietro dalla strada che porta all’abisso». Ma solo a una condizione: «Dobbiamo restituire il potere ai veri costruttori dell’Europa di oggi, ai suoi popoli».

Il capo del governo polacco ha avuto anche da dire a quelli che «diffondono vari strani esperimenti ideologici in tutta Europa»: «Lasciateci vivere una vita normale, non imponete le vostre idee alle nostre famiglie». «Oggi l’Europa è tormentata da persone che vogliono forzare le porte delle nostre case e arredarle di nuovo. Non lo permetteremo!», ha detto, aggiungendo: «Proteggeremo le nostre case e i nostri valori. Proteggeremo le nostre Patrie. Viva la normalità, viva la solidarietà, viva la libertà».

Morawiecki ha fatto un appello a scrollarsi di dosso i complessi d’inferiorità e di non temere le critiche: «Non mi scuserò per il fatto di essere polacco, di essere cristiano, di essere attaccato a valori, apparentemente superati, come verità, libertà, solidarietà e alla legge e alla giustizia. Nessuno spagnolo, italiano o ungherese dovrebbe essere costretto a scusarsi per questo. Abbiamo motivi per essere orgogliosi di quello che siamo».

Poi il premier ha parlato delle minacce alle nazioni d’Europa sottolineando che oggi «la più grande minaccia fisica alla nostra civiltà è la Russia». Ma ha aggiunto che c’è un’altra importante minaccia: «La distruzione del nostro patrimonio culturale». «Da anni in Europa c’è una guerra silenziosa contro i valori su cui è stata costruita la nostra civiltà. Siamo figli della civiltà cristiana. Non dobbiamo dimenticare questo. Dobbiamo essere orgogliosi. Come eredi della più grande civiltà, la civiltà cristiana che è più amica dell’umanità, che ci offre opportunità per assicurare il benessere dell’uomo».

Le parole più dure Morawiecki le usa per una critica su com’è diventata l’UE: «Oggi, l’Unione Europea vuole voltare le spalle alla tradizione. Tagliare quelle ali. Un manipolo di burocrati a Bruxelles pensa di poter ricreare l’Europa. Ma hanno torto. L’Europa è fatta di nazioni libere. Invece di basarsi sulle tradizioni delle nazioni europee, l’Unione investe nella burocrazia». Per di più i vertici dell’UE agiscono non soltanto contro la tradizione e la sovranità delle nazioni ma violano i trattati: «I burocrati di Bruxelles espandono i loro poteri senza rispettare i trattati. Non possiamo permettere che ciò accada. In questo modo potranno creare una “bestia transnazionale”, senza valori reali e tradizionali, senza anima. (…) Rifiutando i nostri valori tradizionali, condanniamo le generazioni future a vivere in un caos di valori. La tradizione significa legare il futuro al passato. Senza di essa, cadremo nel baratro».

I media non hanno dato quasi nessuna notizia di questo discorso. Ma non bisogna meravigliarsi: le oligarchie e le lobby che governano a Bruxelles non vogliono che messaggi come quelli del primo ministro Morawiecki arrivino alla gente.