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REGNO UNITO

Midrar, il giudice dà il via libera all’eutanasia

L’Alta Corte ha autorizzato il Saint Mary’s Hospital di Manchester a staccare il ventilatore che tiene in vita il piccolo Midrar Ali, 4 mesi. Il giudice Nathalie Lieven ha accolto la diagnosi di “morte del tronco cerebrale”. Eppure il bambino continua a crescere. La famiglia annuncia che farà ricorso: «Lo amiamo, combatteremo»

Vita e bioetica 29_01_2020

Con una sentenza pubblicata ieri, l’Alta Corte ha dato il via libera al distacco del ventilatore che tiene in vita Midrar Ali, il bambino inglese di quattro mesi con una grave lesione cerebrale causata da complicazioni poco prima del parto. Il giudice Nathalie Lieven ha dunque accolto la richiesta fatta - per mezzo del trust sanitario d’appartenenza - dal Saint Mary’s Hospital di Manchester, che nella sua istanza presentata il 29 novembre aveva chiesto di poter staccare il supporto vitale per consentire al bambino «una morte buona [kind] e dignitosa».

La famiglia ha già annunciato che presenterà ricorso contro la decisione della Lieven, che non giunge inaspettata, per quanto si poteva facilmente dedurre dalle parole del giudice già durante il primo giorno di udienza, il 20 gennaio. In quella circostanza, la Lieven aveva affermato di non aver bisogno di «ulteriore materiale» per decidere, rigettando la richiesta di rinvio proveniente dal legale della famiglia, Bruno Quintavalle, che domandava più tempo per raccogliere nuove evidenze sul bambino e chiamare a testimoniare altri esperti.

La Lieven ha inoltre confermato il divieto di pubblicare i nomi dei medici e di tutti gli operatori sanitari coinvolti nella vicenda, rigettando l’istanza avanzata sia dalla famiglia che dalla Press Association.

La posizione dell’ospedale, avallata dal giudice, si fonda sulla diagnosi di «morte del tronco cerebrale», che sarebbe stata riscontrata attraverso tre test eseguiti l’1 ottobre, il 2 ottobre e il 4 novembre 2019. Nella sua sentenza la Lieven scrive di aver ascoltato tre medici dell’ospedale più un quarto medico, il “dottor Y”, un neonatologo operante in un’altra struttura (il Liverpool Women’s Hospital), che concordano nel ritenere che il cervello di Midrar non sia funzionante e sia senza possibilità di recupero. Allo stesso tempo l’ospedale ammette che Midrar manifesti movimenti degli arti e degli occhi, ma ritenendoli riflessi spinali.

Mancando una definizione legale di morte nel Regno Unito, la Lieven si appoggia su una sentenza del giudice Hayden, che in un caso del 2015 aveva stabilito l’equivalenza sul piano legale tra la «morte del tronco cerebrale» e la morte vera e propria. La decisione di Hayden si basava a sua volta su delle indicazioni mediche contenute in un Codice del 2008, il Code of practice for the diagnosis and confirmation of death, redatto dall’Academy of Medical Royal Colleges, che in modo funzionalistico definiva la morte come «l’irreversibile perdita della capacità di coscienza, combinata con l’irreversibile perdita della capacità di respirare». E per chi ha bisogno di un ausilio alla respirazione?

Il Codice medico del 2008 non si applica ai bambini sotto i due mesi, prevedendo quindi l’esclusione di qualsiasi diagnosi di morte cerebrale nei loro riguardi (si noti che i tre test su Midrar, nato il 18 settembre, sono stati tutti eseguiti prima che compisse due mesi), ma nel 2015 è stato integrato da una Guida del Royal College of Pediatrics, che applica ai bambini sotto i due mesi gli stessi criteri del 2008 con in più un criterio aggiuntivo riguardante il test di apnea.

Il giudice Lieven ha rigettato le obiezioni della famiglia, che tra le altre cose aveva contestato sia l’attendibilità dei test neurologici - in particolare dei primi due, eseguiti da un medico (“dottor E”, in presenza del “dottor B”) che non aveva mai fatto test neurologici prima di allora - sia le circostanze in cui è stato eseguito il test di apnea. E ha concluso dicendo di non aver «nessun dubbio» sulla morte del tronco cerebrale di Midrar.

Eppure, la morte del tronco cerebrale, vera o presunta che sia, non coincide con la morte effettiva della persona (vedi anche l’approfondimento della Nuova Bussola, e in particolare qui). Il cuore di Midrar continua a battere a quasi quattro mesi di distanza dal primo test di “morte” neurologica e il bambino continua visibilmente a crescere, tanto da aver raggiunto i sette chili di peso. Perciò anche ieri, come riporta la BBC, il padre Karwan, uno scienziato biomedico di fede musulmana e originario del Kurdistan iracheno, chiedeva: «Com’è possibile che cresca e sia cerebralmente morto?». E ha poi aggiunto: «Noi lo amiamo, lotteremo per lui».