Maturità alle porte: i consigli per la prima prova
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Domani per molti studenti inizia l'ultimo atto del cammino scolastico: alle prese con la prova di italiano potranno scegliere fra tre tipologie. Qualche suggerimento per non farsi prendere dall'ansia.
Gli esami sono alle porte e domani, 21 giugno, gli studenti sosterranno la prova scritta di Italiano. Avranno la possibilità di scegliere fra tre tipologie: A (Analisi e interpretazione di un testo letterario), B (Analisi e produzione di un testo argomentativo), C (Riflessione critica di carattere espositivo-argomentativo su tematiche di attualità, ovvero il tradizionale tema).
Ecco dei semplici suggerimenti tanto ovvi quanto troppo poco rispettati dagli studenti che sono presi dall’ansia di scrivere, non appena abbiano rotto l’indugio e scelto la traccia da svolgere.
Come scegliere la traccia che permetta di svolgere al meglio l’elaborato di Italiano? In base alla tipologia o all’argomento proposto? Vale l’antica regola di retorica Rem tene, verba sequentur (ovvero «conosci gli argomenti, le parole seguiranno»). Non è possibile separare la competenza dalla cultura, come sostiene talvolta la prassi pedagogica contemporanea. Il consiglio allo studente è di scegliere l’argomento che conosce meglio. Una volta scelta la traccia, bisogna riflettere bene. Come nel gioco della briscola non si gettano subito le carte più alte e più forti (asso e tre), ma si utilizzano nel momento opportuno, così accade nel tema: gli argomenti, gli esempi, le citazioni, le prove vanno collocate nel luogo giusto del testo dopo attenta riflessione.
Per questa ragione, un’ora sulle sei concesse deve essere dedicata alle fasi dell’inventio e della dispositio. Nel tempo ben utilizzato in queste due fasi si giocano la reale efficacia, l’originalità e la creatività dell’alunno scrittore. Il ragazzo non deve scrivere di getto, pensando alla totale spontaneità della scrittura. Il testo scritto è un risultato tecnico che deriva da un lavoro, da una riflessione, da una progettazione per la quale sono assegnate sei ore. Per la fase della scrittura del testo potrebbero bastare anche solo tre o quattro ore: ma occorre un’ora per impostare il lavoro, un’altra è indispensabile per la rilettura e la rifinitura.
Spesso, invece, si vedono ragazzi che, presi dal desiderio di riempire le pagine bianche, iniziano a scrivere e dopo tre o quattro ore hanno già terminato l’elaborato. A quel punto il tempo rimanente non servirà più a nulla, perché, quando il progetto è stato realizzato, le modifiche che gli si possono apportare sono di lieve entità. Per questo ricordiamo il valore delle prime due fasi propedeutiche alla stesura del testo. L’inventio insegna a recuperare gli esempi, le immagini, le storie, le prove più convincenti per sostenere una determinata tesi o per argomentare una questione posta. Scelta la traccia, lo studente scriverà sul foglio di brutta tutte le informazioni, citazioni, gli esempi che gli potrebbero servire per rendere avvincente il testo. Poi segue la fase dello stesura dello schema, dagli antichi latini chiamata dispositio. Lo studente strutturerà il discorso in modo che sia persuasivo. Così, il tema si comporrà di un esordio, di una narrazione, di un’argomentazione della tesi propria e della confutazione dell’altrui, infine di una conclusione o perorazione.
Solo dopo queste prime due fasi preliminari, lo studente deve accingersi a scrivere perseguendo le virtù dell’espressione, dalla correttezza (puritas) alla chiarezza espositiva (perspicuitas) alla bellezza del dettato (ornatus) attraverso l’uso delle figure retoriche, l’eleganza lessicale (elegantia), il ritmo e la fluidità del discorso adeguato (cursus). Terminata la fase della scrittura, lo studente dovrà dedicarsi al labor limae ovvero la rifinitura.
Suggeriamo agli studenti di tener conto di un fatto, di solito poco sottolineato: la correzione del tema avviene in forma collegiale, ciò significa che il tema viene letto ad alta voce. Consigliamo, quindi, di curare la calligrafia, di scrivere frasi preferibilmente brevi e che tengano conto che è una scrittura predisposta alla declamazione più che alla lettura cerebrale e silenziosa.
Quali autori potrebbero uscire per l’analisi di testo? Probabilmente la preparazione dell’ultimo minuto su un ipotetico autore prescelto per la tipologia A non permette di affrontare bene l’analisi di testo. In tutti questi anni chi ha redatto le prove ha sempre fornito una brevissima presentazione dello scrittore (poche righe), corredata da domande che richiedevano una comprensione del testo e una capacità di analisi a prescindere da una precedente conoscenza della poesia o del passo in prosa. Le stesse domande di approfondimento e di inquadramento dell’autore hanno spesso offerto la doppia opzione di approfondire poetica o testi dello scrittore oppure di argomentare una tematica attraverso un percorso di autori che l’abbiano affrontata. Quindi, non è davvero imprescindibile la conoscenza di un autore per sostenere la prova così come viene preparata dal Ministero. È, invece, importante che lo studente abbia competenze di analisi e commento e abbia studiato la letteratura italiana.
Dal 1999 gli autori più gettonati sono stati: Ungaretti (quattro volte), Montale (tre), Quasimodo (due). Poi, con l’esclusione del Paradiso (due volte), il Ministero ha proposto una volta: Saba, Pavese, Pirandello, Svevo, P. Levi, Magris, Calvino, Eco, Caproni, Bassani.
La selezione degli autori prescelti è stata davvero ridotta, indice di poca fantasia e di una sottovalutazione del patrimonio letterario del Novecento italiano. Anche per i non addetti ai lavori è evidente che la selezione è sempre stata soltanto sul Novecento, con grandi esclusi del secolo. Solo l’anno scorso sono stati proposti autori dell’Ottocento o di passaggio tra Ottocento e Novecento (Verga e Pascoli), perché il Ministero ha tenuto conto degli anni di Covid e dei ritardi nelle attuazioni dei programmi da parte degli insegnanti.
Non sorprenderebbe neppure che venisse riproposta una poesia di Montale oppure un brano da La coscienza di Zeno (di cui si celebrano i cent’anni) o un testo narrativo di Calvino a cent’anni dalla nascita. Centosessant’anni fa nacque d’Annunzio, che non è mai comparso tra gli autori proposti per l’analisi di testo. Perché Saba sì, d’Annunzio no? Non certo ragioni artistiche possono motivare questa illustre esclusione, casomai motivazioni moralistiche o ideologiche. Per caso, il peso di Saba nella nostra storia letteraria e della cultura può essere paragonato a quello di d’Annunzio?
Diamo un ultimo suggerimento a tutti gli studenti: non arrivate stanchi, angosciati e stressati al primo giorno degli Esami di Stato. Non studiate fino a tardi il giorno prima, dedicate uno spazio alla concentrazione e al riposo. Se avete studiato, quanto sapete riemergerà. Se avete studiato poco, converrà comunque essere freschi il giorno delle prove.
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