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IL BELLO DELLA LITURGIA

Maria e Marta: fede e opere nell’unico amore a Gesù

Giovanni da Milano, il Tintoretto e Jan Vermeer sono tra gli artisti che hanno immortalato il famoso episodio di Gesù in casa di Marta e Maria. La prima santa rappresenta la vita attiva, la seconda quella contemplativa. Nel dipinto di Vermeer appare evidente anche il punto di raccordo. Maria è seduta di fronte al Maestro in ascolto delle Sue parole, mentre Marta porta in tavola una cesta con il pane, simbolo dell’Eucaristia.

Cultura 03_08_2019

In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò (Lc 10, 38).

Marta di Betania era sorella di Maria e di Lazzaro, amici, tutti, molto cari a Gesù che si fermò a casa loro mentre predicava in Giudea. Il Vangelo riferisce di quanto Marta si desse da fare nelle faccende domestiche, preoccupata com’era di accogliere decorosamente cotanto ospite, il Suo Maestro. Il quale - ci racconta Luca - l’apostrofò così: “Marta, Marta, tu t’inquieti e ti affanni per molte cose, ma una sola è necessaria. Maria invece ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta”.

Tra gli altri, Giovanni da Milano, Jacopo Robusti - detto il Tintoretto - e Jan Vermeer, in diversi momenti storici, e altrettanto disparati angoli del mondo, immortalarono l’attimo di queste parole, ciascuno armato dei propri colori e del proprio pennello.

Giovanni da Milano, Cristo in casa di Marta e Maria - Basilica di Santa Croce, Firenze

In primis, Giovanni da Milano, talentuoso pittore lombardo di stanza a Firenze dove, tra le altre cose, intorno alla metà del Trecento affrescò la cappella della sacrestia della basilica di Santa Croce, roccaforte dei francescani, ordine cui si deve nel 1262 l’introduzione della festività di Santa Marta nel calendario liturgico. Dirimpetto alle storie della Vergine, nel registro mediano della cappella, il maestro fissò nell’intonaco fresco la vita di Maria Maddalena, tra cui l’episodio di Cristo nella casa delle due sorelle. In un’atmosfera di sapore giottesco si staglia, scorciato, un tavolo apparecchiato: Marta, il grembiule da cucina legato ai fianchi, è accanto al fuoco acceso mentre Maria è seduta in contemplazione ai piedi di Gesù, che, con un dito alzato, sta spiegando alle sue amiche, e agli astanti, cosa sia davvero importante nella vita.

Uno schema analogo, ma in versione più moderna, si riscontra nella tela del Tintoretto (Alte Pinakothek, Monaco di Baviera) di due secoli più tarda. In questo caso l’artista veneziano ci conduce all’interno di una tipica casa cinquecentesca, di cui ci fa chiaramente intravedere la cucina sullo sfondo, con tanto di cuoca al lavoro. Il messaggio di Tintoretto, dunque, si arricchisce della sottolineatura della presenza di Cristo in un tempo e in uno spazio attuali, specificando non solo l’abitazione veneziana, ma anche le vesti, i panneggi, le vettovaglie, un qui e un ora precisi. In primo piano, seguendo una disposizione triangolare, Gesù dialoga con Maria che non distoglie lo sguardo da Lui, nonostante l’intervento deciso della sorella. Anche Lazzaro, seduto a braccia conserte all’altro capo della tavola, non perde una parola. In lontananza, fuori dalla stanza, nel gruppo dei discepoli ce n’è uno che scrive; forse Luca, cui dobbiamo la testimonianza di quanto sta accadendo.

Marta e Maria rappresentano, dunque, rispettivamente la vita attiva e quella contemplativa, due atteggiamenti complementari e non opposti. Nel dipinto di Vermeer - l’unica sua tela a soggetto religioso - appare evidente anche il punto di raccordo. Se Maria è ancora una volta rappresentata seduta di fronte al Maestro in ascolto delle Sue parole, Marta porta in tavola una cesta con un grande pane, simbolo eucaristico. Non solo la fede, non solo le opere: l’unica cosa necessaria è l’amore a Cristo da cui scaturiscono l’una e le altre.

Jan Vermeer, Cristo in casa di Marta e Maria - Scottish National Gallery, Edimburgo