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ATTENTATI

Manchester e la risposta vuota dell'Occidente adulto

La strage inglese in cui sono morte oltre 20 persone fa parte di un fenomeno che non può non interrogare l'Occidente. Siamo di fronte all'odio islamico a cui i guru nostrani oppongono lo stesso, solo sotto sembianze diverse. Si tratta del "nichilismo gaio" che sta divorando le nuove generazioni e a cui gli adulti sono assuefatti. Perciò non basta accusare i terroristi, per non dargliela vinta occorre convertirsi.

Editoriali 24_05_2017
Attentato Manchester

Un’immagine stilizzata delle orecchie nere di un coniglio su sfondo rosa, quelle portate dalla cantante Ariana come noto simbolo di Play Boy, è la sola risposta vacua che sanno dare al nichilismo islamico i guru della cultura dell’Occidente apostata delle proprie radici. Hanno colpito i giovani “laddove sono liberi e felici”, scriveva ieri Roberto Saviano a poche ore dall’attentato a Manchester, avvenuto durante il concerto della nota cantante americana. Sì perché è diventato questo l’orizzonte di felicità a cui per primi si sono ridotti gli adulti che non sanno quale alternativa proporre ai giovani immersi in una società affetta da un'altra forma di nichilismo. Quello "gaio", come lo definì Del Noce per svelare la disperazione (mancanza di senso adeguato per vivere) nascosta sotto il benessere borghese sazio di se stesso.

ETERNI ADOLESCENTI - “Colpiti i giovani, le ragazze libere”, scriveva sempre ieri Michele Serra, facendo emergere il concetto di libertà che ormai ci caratterizza (fare ciò che si vuole, anche fosse nocivo). Sia mai insegnare ai piccoli che ci si sente davvero liberi solo quando si gode del bene perseguito. Dato che potrebbero denunciarti per plagio minorile, appurato ormai che l’ideologia relativista non riesce ad essere messa in discussione nemmeno da tragedie come questa, in cui ieri sono state uccise oltre 20 persone ma che negli ultimi tempi stanno facendo stragi ovunque. Soprattutto se prima dell’attentato al concerto di Manchester c’è stato quello, nel 2015, al Bataclan di Parigi, dove la band Eagles of Death Metal cantava “bacia il diavolo…ho incontrato il diavolo e questa è la sua canzone” e dove Célia “con suo marito, Benjamin, aveva lasciato i figli a casa per regalarsi una serata adolescenziale”, sottolineava Repubblica. La donna si era detta convinta che “il Diavolo è arrivato davvero, con le sembianze di ragazzi normali: “Non avevano facce feroci o indemoniate””. Ricordando così la “banalità del male” a cui siamo ormai un po’ tutti assuefatti. Basti pensare alla leggerezza con cui si è bypassato il fatto che l’autore della strage di Orlando, Omar Mateen, di origini afgane, nel gennaio del 2016 aveva ucciso 49 persone ferendone oltre 50 riunite presso il gay club Pulse, dove è facile immaginare cosa accadesse fra i giovani.

COSA DEVE SUCCEDERE ANCORA? - Questa volta, invece, è stato colpito un palazzetto (Manchester Arena) dove la 24enne dal volto innocente Ariana Grande, fra i modelli più in voga delle adolescenti occidentali, cantava seminuda l’apparentemente innocua “Everyday” che dice così: “Lui mi dà quella bella mer…, quella bella mer…, oh e me la dà tutti i giorni per non farmi smettere”. In poche parole, si tratta di un allusione al sesso, presentato come droga e dipendenza schifosa ma necessaria da un video clip dove la cantante mostra persone che hanno rapporti in ogni luogo e modo (compaiono persino due donne, una sopra l'altra, sulle lavatrici di una lavanderia pubblica). Eppure, si sono chiesti in molti, come si fa ad accusare se stessi, che male c’è ad andare ad un concerto simile a 15 anni? Impressiona poi che mentre in Oriente i luoghi di assemblamento dove vengono colpiti i cristiani sono le Chiese affollate, in Europa e negli Stati Uniti gli islamisti sanno che le nostre chiese (i luoghi a cui più teniamo) sono quelli del divertimento notturno. Dove il problema non sono gli adolescenti, attirati da questi nuovi eroi con cui il sistema mediatico li bombarda costantemente, ma gli adulti che “non ci vedono nulla di così male” ("Non avevano facce feroci o indemoniate", diceva ugualmente Célia degli attentarori islamici).

SERVE UN ALTRO ORIZZONTE - E’ vero dieci anni fa gli adolescenti ascoltavano i Take That e le Spice Girl e guardavano “Non è la Rai”, le prime avvisaglie di questa riduzione dell’ideale che ora mostra il suo volto degenere, ma in fondo era confortante sapere che gli adulti avevano un altro orizzonte, uno più infinito che teneva desto il loro, non permettendo alle riduzioni mondane di vincere. Oggi invece, sempre più persone, si sono assuefatte, vuoi perché nessuno più sostiene i genitori nella sfida educativa, vuoi perché il sentimentalismo incapace di discernere e il politicamente corretto colpiscono anche la Chiesa silente, vuoi perché è più facile minimizzare per non soffrire troppo davanti alle tante storture a cui le persone che amiamo si arrendono. Vuoi perché da soli, lo si capisce bene, contro questo mondo non ce la si fa. Fatto sta che se non accettiamo di soffrire per il destino degli uomini, mantenendo come prospettiva l’infinito Bene e il Paradiso anche quando incompresi, e se non ci interroghiamo continuamente in prima persona sull’alternativa che vogliamo fornire ai nostri ragazzi, se non uccisa dal nichilismo islamico, la prossima generazione verrà distrutta da quello occidentale.

LASCIARSI COLPIRE - Accontentarci di accusare "questi assassini" è dargliela vinta. Invece che giustificarsi, dunque, per non rendere vane queste morti, dovremmo almeno lasciarci colpire e chiederci che cosa sta succedendo, perché, dove ci è chiesto di cambiare. E, se servisse, umilmente correggerci, pregando Dio di darci la forza di non soccombere. Per aderire con più tenacia, e senza compromessi, alla compagnia di Colui che con la sua Carità, Verità, Giustizia e Bellezza ha fatto fiorire l'Occidente. Certo occorre amarla questa Verità, più che se stessi.