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Svipop
a cura di Riccardo Cascioli
COVID-19

L’Uganda ha una medicina contro il Covid-19, ma costa 22 dollari

 

Il paese reclama la sospensione dei brevetti per poter produrre un proprio vaccino anti-Covid-19, intanto ha messo in commercio una medicina a base di erbe che sembra efficace contro i coronavirus

Svipop 30_06_2021

Più volte negli ultimi mesi i paesi ricchi sono stati accusati di aver monopolizzato tutta la dotazione mondiale di vaccini anti Covid-19 e le case farmaceutiche di rifiutare di rinunciare ai brevetti. Da tempo l’Unione Africana sostiene che è necessario sospendere i brevetti sui vaccini per consentire al continente africano di produrli. Il presidente dell’Uganda, Yoweri Museveni, intervenendo al vertice dell’Oms svoltosi il 27 giugno nella capitale ugandese Kampala, ha ribadito la necessità che i paesi africani possano produrre vaccini in proprio per smettere di dipendere dal resto del mondo. “L’egoismo del mondo a proposito dei vaccini”, ha detto, è una brutta cosa, ma il fatto positivo è che serve “ad aprire gli occhi agli africani. È una vergogna che il continente africano se ne stia inerte aspettando di essere salvato da altri come è successo durante la tratta degli schiavi”. Il presidente ha aggiunto che l’Uganda sta producendo un proprio vaccino anti Covid-19 e ha soltanto bisogno di alcune materie prime: “non preoccupatevi – ha detto – le acquisteremo, non abbiamo bisogno di donazioni”. In attesa che le case farmaceutiche decidano il da farsi, la buona notizia annunciata il 29 giugno è che l’Autorità nazionale ugandese per la regolamentazione dei farmaci (NDA) ha approvato l’impiego del Covidex, un medicinale a base di erbe fabbricato in Uganda, per la cura del Covid-19 e di altre infezioni virali. L’ente governativo ha spiegato che il farmaco contiene erbe tradizionalmente usate per alleviare i sintomi di diverse malattie. Solo una settimana prima la NDA aveva detto di non usare il Covidex perché il medicinale non era stato approvato. In realtà il Covidex era già commercializzato da molti mesi. Inizialmente era venduto a meno di un dollaro, ma quando è iniziata la seconda ondata della pandemia il suo prezzo è salito a 22 dollari.