Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Santa Caterina d’Alessandria a cura di Ermes Dovico
IL CASO CUCCARINI

Lorella, la più amata dagli italiani (normali)

Ha parlato di Eucarestia e famiglia, di fede e figli, non solo di Salvini e migranti. Un'intervista fin troppo controcorrente per essere digerita dalla kultura imperante dello showbiz in mano ai vecchi clichè della sinistra radical chic. Elogio di Lorella Cuccarini, la più amata dagli italiani. Normali. 

Editoriali 18_01_2019

Qualcuno dovrà un giorno spiegarci per quale motivo le opinioni politiche di Heather Parisi e Alba Parietti debbano essere più legittime di quelle di Lorella Cuccarini. E già che ci siamo: che cos’è questa malsana abitudine di trattare da caso di Stato il pensiero di questo o quel personaggio dello spettacolo? Forse perché la Sinistra ha sempre esercitato un controllo maniacale su tutto ciò che faceva kultura? Può darsi. Però è davvero ridicolo che adesso a preoccupare giornaloni, starlette e persino importanti influencer siano le parole della Lorella nazionale, le quali non hanno peso politico in sé, ma lo acquisiscono a seconda delle convenienze del mainstream che detta legge.

Eppure, dall’intervista che la Cuccarini ha rilasciato a Oggi emerge un dato molto interessante: l’intelligenza di una donna che non teme di andare controcorrente e espone non tanto le sue idee politiche non convenzionali (ha votato il governo attuale, scandalo degli scandali), ma la visione della vita e della società che la proiettano come una mosca bianca del circuito dello showbiz. Non è vero quello che dice Alba Parietti e cioè che la “più amata dagli italiani” si è accodata al regime in corso: e lo dimostrano le numerose critiche che ha ricevuto, compresa la sua con fare radical chic e spocchioso. Se dovesse ragionare in termini di convenienza politica, la Cuccarini avrebbe fatto bene a starsene zitta.

Invece ha parlato e ha detto cose vuoi condivisibili e vuoi opinabili certo, ma anche ragionevoli e intelligenti. Insomma, si è mostrata normale. Perché è forse la normalità che dà fastidio a un barnum impazzito in cui ognuno deve recitare una parte per avere il proprio strapuntino.

Che la Cuccarini giudichi positivamente l’operato del governo è un’opinione. Giusta o sbagliata non importa, ma legittima e quando l'esperienza salviniana finirà (perché prima o poi finirà), non la troveremo a fare girotondi rivendicando quanto fanno invece a sinistra. Però nell’intervista concessa al rotocalco, puntualmente rintuzzata dalla giornalista nella parte del pubblico ministero del conformismo imperante, ha mostrato anche molto altro: anzitutto di avere uno sguardo sulle cose e una visione critica con la quale orientare il suo giudizio.

Ha demolito il mainstream immigrazionista e il femminismo militante. Ma anche espresso un’opinione da cattolica sul fatto che desidererebbe che il Papa non parlasse soltanto di migranti. E’ quello che pensano molti fedeli, che non si attentano a farlo notare perché temono di incappare nelle maglie della censura ecclesiale, molto meno liberale del mainstream massmediatico che è tutto un dire.

E soprattutto ha parlato – da donna – di argomenti che la vulgata libertaria odierna non accetta: ha difeso le mamme che rinunciano alla carriera per la famiglia, ha cestinato l’inganno femminista, incartato il concetto spesso ideologico della parità tra i sessi e demolito il totem delle quote rosa.

Come se non bastasse ha espresso il suo dispiacere – umano, emozionale, certo, ma sincero – per quella frase del Pontefice sugli atei e i cristiani odiatori. Dando una catechesi in pillole che oggi si fatica a trovare nello standard di molte interviste vescovili: “Per un cristiano, Cristo è fondamentale e il posto in cui lo incontri è la chiesa; e anche se sei un cattolico tiepido incontrare Cristo in quella Eucaristia è la cosa più preziosa”.

A questo si aggiunga che ha parlato di cattolici, di identità e di famiglia e mamme da sostenere.

Insomma, tutto il contrario di ciò che ci si aspetta da una star della tv e del palcoscenico che dovrebbe esprimersi secondo il rodato copione dell’indipendenza femminile e del luogocomunismo imperante. Non è che capiti tutti i giorni di sentire una showgirl dire che Cristo lo incontri in chiesa e nell’Eucarestia perché, come dice Vittorio Messori, di Gesù Cristo non si parla tra persone perbene.

Tutto questo deve dare molto fastidio a quei pochi che fanno la voce grossa e pretendono di orientare il consenso dell’opinione pubblica. “Come si permette, questa ballerina da operetta, di esprimere idee politiche controcorrente?”, sembra di sentire i soloni e le invidiose radical chic, mostrando ancora una volta che le donne vanno bene solo se non aprono bocca e non si improvvisano su certi temi. Se non è discriminazione questa, cos’è?

Ma probabilmente è piaciuta a quei tanti – e sono milioni – che hanno trovato nelle sue parole molta umanità e verità e nessuna voglia di scendere a compromessi con una fede che la ha arricchita come donna, moglie e madre, prim’ancora che come artista. Insomma, a quegli italiani che si sentono normali, ma che non vanno ad ammorbare il prossimo per il semplice fatto che non sono ascoltati o presi in considerazione o non ottengono un’intervista su un magazine. Forse per alcuni, la Cuccarini stava bene là, sul palcoscenico di via Teulada a far sognare milioni di italiani durante Fantastico, cantando vola con quanto fiato in gola. Di fantastico però adesso, c’è quest’intervista. Un’intervista di una donna normale.