Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
San Colombano a cura di Ermes Dovico
Dottrina sociale
a cura di Stefano Fontana

UNA RICORRENZA PER RIFLETTERE

L’opera del beato Kolping da 100 anni in Brasile

Il beato Adolfo Kolping, in un certo senso, anticipò la Rerum novarum, come del resto tanti altri vescovi, sacerdoti e laici cattolici. Però, c’è un punto da chiarire e riguarda il legame tra Dottrina sociale della Chiesa e Vangelo.

Dottrina sociale 15_09_2023

Il Núcleo Fé e Cultura, una iniziativa della diocesi di San Paolo e della Pontificia Università Cattolica di San Paolo in Brasile celebra i cento anni di presenza dell’Opera ispirata dal beato Kolping in Brasile e pubblica alcuni articoli sulla propria rivista “Fé e Cidaniania”. Nella rivista viene ricordato che Giovanni Paolo II celebrò la beatificazione di Adolfo Kolping il 27 ottobre 1991, centesimo anniversario della Rerum novarum e anno della pubblicazione della Centesimus annus. Vengono anche riportati ampi brani dell’omelia da lui pronunciata. Si tratta di una buona occasione per interrogarsi sull’importanza della Dottrina sociale della Chiesa.

A questo proposito invito a leggere i contributi della rivista disponibili anche in Internet e in traduzione italiana e nello stesso tempo mi permetto di proporre due brevissime osservazioni a quanto detto su Kolping da parte dal Núcleo Fé e Cultura.

Adolfo Kolping, in un certo senso, anticipò la Rerum novarum, come del resto tanti altri vescovi, sacerdoti e laici cattolici che si erano già in varie forme impegnati alla luce della dottrina della Chiesa davanti alle trasformazioni ideologiche e sociali in atto. E in questo senso, ossia come un anticipatore, viene qui presentato. La cosa è giusta, ma secondo me va chiarito un punto. Un cardinale una volta disse che «la prossima enciclica sociale la stanno scrivendo i cristiani che si tanno impegnando per la giustizia e la pace». Questo a mio avviso non è corretto. La Dottrina sociale della Chiesa c’è perché c’è il Vangelo, perché c’è la Chiesa e la sua dottrina e non per l’impegno dei cattolici nella società, il quale, semmai, segue tutto il resto. Altrimenti si finisce per storicizzare la Dottrina sociale. Il fatto che essa abbia un carattere “sperimentale”, come dice la Centesimus annus, non vuol dire che nasca dagli esperimenti sociali, piuttosto li precede e li orienta. Non bisogna correre il pericolo di pensare che prima viene la prassi e poi la dottrina (sociale).

La seconda osservazione riguarda il seguente punto: «I principi della Dottrina sociale della Chiesa non sono confessionali. Non è necessario essere cattolici per lottare per la giustizia, difendere la famiglia, sostenere i poveri e i deboli». Anche in questo caso si dice qualcosa di giusto, ma di incompleto e impreciso, perché allora non si spiegherebbe perché Adolfo Kolping lottasse per una società cristiana. In teoria è vero che anche chi non crede può lottare per la giustizia o la famiglia, ma in pratica senza l’orientamento religioso capace di purificare le risorse umane dai loro limiti la cosa diventa difficile se non impossibile. (Stefano Fontana)