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BLASFEMIE CONTINUE

Lo scisma tedesco deturpa la Messa. A Roma non vedono?

Donne che giocano a fare i preti, bandiere arcobaleno sull’altare, statua punk della Madonna. Dopo le benedizioni proibite del 10 maggio, in Germania si fanno predicazioni vietate e Messe blasfeme. In alcune delle chiese più importanti del Paese, predicano 12 donne, chiaro riferimento agli apostoli. La Bussola ha assistito ad una Messa, quella di Essen e mostra come sia ormai in corso l'abominio della desolazione. A Roma intanto si fa finta di non vedere? 

Ecclesia 20_05_2021 English Español

Donne che giocano a fare i preti, bandiere arcobaleno sull’altare, statua punk della Madonna. Il 15 maggio scorso nella parrocchia St. Elisabeth di Colonia è andata in onda una puntata dell’abominio della desolazione, là dove non è lecito (cf. Mc 13, 14 ss). Per capire il senso più profondo dell’accaduto, torniamo al 167 a. C., quando Antioco Epifane entrò nel Tempio di Gerusalemme, fece erigere un altare dedicato a Giove capitolino al posto dell’altare degli olocausti e vi sacrificò sopra un animale impuro, probabilmente un maiale. Secondo altri, nel tempio venne introdotto non l’altare, ma la statua della divinità pagana. In ogni caso si tratta di un idolo introdotto “dove non è lecito”, perché il cortile interno del Tempio, dove si trovava l’altare di bronzo, era accessibile ai soli sacerdoti ed era riservato all’offerta delle vittime sacrificali.

Gesù riprende l’episodio profetizzato da Daniele (cf. Dn 9, 27) come indizio per i suoi discepoli, affinché «quelli che si trovano nella Giudea fuggano ai monti; chi si trova sulla terrazza non scenda per entrare a prender qualcosa nella sua casa; chi è nel campo non torni indietro a prendersi il mantello». San Girolamo interpreta l’abominio della desolazione come «l’immagine di Cesare, che Pilato pose nel tempio», o ancora «la statua equestre di Adriano che è rimasta fino a oggi dove si trovava il santo dei santi». E precisa che «secondo l’Antico Testamento l’abominazione indica un idolo, e quindi si aggiunge della desolazione, poiché l’idolo era stato posto nel tempio desolato e deserto» (Commento a Matteo, 4, 24,15). Le parole del Signore non si riferiscono solamente ai fatti accaduti nella prossimità temporale alla sua profezia, ma aprono uno squarcio sui tempi ultimi.

Quanto accaduto il 10 maggio, che – ricordiamo ai lettori – è stato il giorno in cui in Germania alcuni sacerdoti (per ora solo al maschile) e ministr* var* hanno riproposto lo schiaffo di Anagni, benedicendo apertamente coppie di ogni genere e specie (vedi qui), se non è proprio quell’abominio, sicuramente se ne avvicina.

Dopo le benedizioni proibite, adesso si sono fatte avanti le predicazioni vietate. L’associazione Katholische Frauengemeinschaft Deutschlands (KFD) ha promosso nei giorni attorno al 17 maggio, festa della patrona dell’associazione, l’ “apostola” Giunia, l’iniziativa “12 Frauen. 12 Orte. 12 Predigten” (“12 donne, 12 luoghi, 12 prediche”, vedi qui). Dodici chiese non esattamente periferiche, dal momento che tra esse c’è anche il prestigioso duomo di Essen, dove il 16 maggio ha predicato Ulrike Fendrich; cattedrale sede del vescovo Franz-Josef Overbeck, che per la disobbedienza pubblica del 10 maggio aveva dichiarato che non avrebbe preso alcuna sanzione contro quei sacerdoti che avevano deciso di benedire le coppie gay.

Ma se a Essen la predicatrice giocava in casa, nella chiesa St. Elisabeth di Colonia è sfida aperta contro il Cardinale Woelki. Qui, il 15 maggio scorso, con replica il 18, «là dove non conviene» si è visto di tutto (qui il video integrale della celebrazione): dalla bandiera arcobaleno posta sull’altare, alla signora Marianne Arndt, la quale, vestita come il prete, si è presa il diritto di predicare durante una celebrazione che doveva probabilmente essere una “Messa”, sebbene abbiano fatto di tutto per confondere gli osservatori (ascoltare il “Sanctus” - si fa per dire - dal minuto 39:15).

Non che ci volesse molto a sembrare come il prete, dal momento che il sacerdote indossava solo una camice bianco ed una stola multicolor. Fatto sta che la “pretessa”, munita di camice bianco e di un foulard giallo-rosso indossato come fosse una stola, ha pensato bene di stare per tutto il tempo sul presbiterio (chissà perché si chiamerà così?), predicare, distribuire la Comunione (ovviamente con i guanti) a quel piccolo gruppo di fedeli presenti; ai quali, durante la celebrazione, è stata fatta fare anche una specie di ginnastica per anziani (vedere dal min. 57:00), che nell’intento degli organizzatori doveva essere una sorta di danza liturgica.

Il peggio del peggio, la vera blasfemia, è la statua posta sul presbiterio, a sinistra dell’altare, che rappresenterebbe Maria, se in versione punk o drag queen non è dato sapere. Una ragazza con jeans attillati e portati sotto la vita, cintura nera borchiata, stivali neri al ginocchio, testa pelata con una orribile cresta rossa. Sissignori, questa sarebbe la Santissima Vergine. E la signora Arndt, durante l’omelia, fa anche dello humor blasfemo, provocando i fedeli presenti a immaginare come doveva essersi sentita Maria, che era rimasta incinta, senza volerlo, prima del matrimonio...

La signora Marianne ha poi rilasciato un’intervista ad Arte journal (vedi qui,), nella quale, bella bella, dichiara di essersi stancata delle posizioni pietrificate di Roma, che continua a discriminare le donne, posizioni che devono essere rovesciate, ovviamente in nome dell’amore, per far uscire la Chiesa «dalla sua letargia». Ergo, la ministra ha deciso di andare per la sua strada, senza attendere le lungaggini romane, per «far evolvere il diritto canonico su questo punto, sulla morale sessuale e su altri aspetti».

Di solito questo si chiama scisma. Quello più sopra blasfemia. E il complesso della celebrazione, liturgia oltre ogni limite di sopportazione. Toc, toc: a Roma c’è qualcuno? Si ha ancora intenzione di far finta di non vedere l’intollerabile, mentre si continuano a privare dell’Eucaristia i fedeli che chiedono solo di riceverla in bocca o privare dei sacramenti quelli che non pagano la kirchensteuer? Così, tanto per sapere...