Lo Scapolare, l’amore di Maria che veste i suoi figli
Oggi ricorre la festa della Madonna del Carmelo, a ricordo della data tradizionale del 16 luglio 1251, quando la Vergine apparve a san Simone Stock e gli consegnò lo Scapolare, «un segno di salvezza» per quanti lo avrebbero indossato fino alla morte. Molti Papi hanno confermato le promesse legate a questa devozione, fondata sulla protezione materna di Maria e inscindibile da una vera pratica cristiana. Disse Pio XII: “Non si tratta di cosa di poco conto, ma dell’acquisto della Vita Eterna”.
LE ORIGINI DELL'ORDINE CARMELITANO
Il 16 luglio ricorre la memoria della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo, per noi carmelitani la maggiore solennità dell’anno. Il nome ufficiale dei Carmelitani è infatti quello di “Fratelli di Nostra Signora del Monte Carmelo”.
L’Ordine Carmelitano non ha un vero e proprio fondatore: sorse spontaneamente a partire da monaci eremiti che si ritiravano sulle pendici del Monte Carmelo in Palestina, per vivere una vita di contemplazione sull’esempio del profeta Elia. A partire dal IV secolo il loro numero crebbe fino a quando, nel XII secolo, si rese necessaria una Regola. Una prima stesura di “Formula vitæ” fu scritta nel 1206 da Sant’Alberto, patriarca di Gerusalemme, e fu confermata da Papa Onorio III nel 1226. L’approvazione della Regola Bollata richiese un lungo iter che si concluse solo nel 1247, data ufficiale di nascita dell’Ordine Carmelitano.
Purtroppo, l’invasione della Terra Santa da parte dei maomettani e le conseguenti stragi e persecuzioni, resero presto necessaria la fuga dei religiosi dal Monte Carmelo verso l’occidente. Il cambiamento di contesto rese loro impossibile proseguire lo stile di vita eremitico che conducevano in Palestina. Fu imposto ai monaci di operare una mutazione della regola verso uno stile più cenobitico, sull’esempio degli ordini mendicanti già presenti. Ne conseguirono tensioni interne che vennero aggravate dalle difficoltà poste dal Concilio Lateranense IV sulla costituzione di nuovi ordini religiosi.
LO SCAPOLARE E LA DATA DEL 16 LUGLIO
Il 16 luglio del 1251, in questo clima di grande incertezza per l’Ordine Carmelitano, la Madonna apparve al priore generale San Simone Stock e gli consegnò lo Scapolare con queste parole: “Ricevi, figlio dilettissimo, lo Scapolare del tuo Ordine, segno della mia fraterna amicizia, privilegio per te e per tutti i carmelitani. Coloro che moriranno rivestiti di questo Scapolare non andranno nel fuoco dell’Inferno. Esso è un segno di salvezza, di protezione e di sostegno nei pericoli e di alleanza di pace per sempre”.
Lo scapolare che i monaci portavano sopra l’abito, vale a dire la striscia di stoffa che ricopriva il petto e le spalle, divenne dunque per i Carmelitani un segno di protezione e devozione mariana, pegno dell’amicizia e intercessione della Madre di Dio.
IL PRIVILEGIO SABATINO
Non paga di avere già offerto un dono così grande, la Madonna elargì un’altra straordinaria grazia a coloro che indossano lo Scapolare. Apparendo a Papa Giovanni XXII alcuni decenni dopo la prima apparizione a San Simone Stock, concesse quanto segue: “Coloro che sono stati vestiti con questo santo abito saranno tolti dal Purgatorio il primo sabato dopo la loro morte”.
Papa Giovanni XXII confermò questa concessione nella celebre Bolla Sabatina del 3 marzo 1322. In questa si precisava che le condizioni richieste per poter beneficiare del Privilegio Sabatino sono: indossare lo Scapolare, condurre una vita casta secondo il proprio stato[1] e recitare ogni giorno il piccolo Ufficio della Madonna (oppure la Liturgia delle Ore).[2]
L'EVOLUZIONE DELLA FESTA DELLA MADONNA DEL CARMINE
Sin dall’apparizione a San Simone Stock si iniziò a celebrare all’interno dell’Ordine Carmelitano la festa del 16 luglio dedicata alla Madonna in ringraziamento degli straordinari benefici da lei ricevuti: il titolo di “Fratelli” della Beata Vergine Maria, il riconoscimento ufficiale dell’Ordine e la promessa di salvezza annessa al dono dello Scapolare.
A partire dall’Inghilterra, dove si trovava San Simone Stock, la festa si diffuse in tutto l’Ordine. Inizialmente si trattava di una commemorazione mariana annuale un po’ più solenne rispetto alla commemorazione settimanale di “Santa Maria in Sabato” ma nel XVI secolo si era già sviluppata sino a diventare la principale festa dell’Ordine. Parallelamente con la sua diffusione, la celebrazione prese sempre più il carattere di “Festa dell’Abito” e iniziò a diffondersi anche tra i fedeli laici nei luoghi dove veniva venerata la Madonna del Carmine.
Nel corso del XVII secolo i Pontefici, prendendo atto della popolarità della festa e della grande devozione che i fedeli nutrivano verso di essa, ne concessero la celebrazione nei diversi regni d’Europa. Con una bolla del 24 settembre 1726 Papa Benedetto XIII estese la festa a tutta la cristianità e la incluse definitivamente nel Calendario liturgico della Chiesa.
ATTUALITÀ DELLO SCAPOLARE
Sebbene siano stati sollevati dubbi sulla storicità dell’apparizione a San Simone e si sia discusso a lungo sull’autenticità della Bolla Sabatina, possiamo avere certezza delle promesse annesse all’uso dello Scapolare grazie alle numerose conferme da parte di molti Papi, tra i quali anche San Pio V e San Pio X. In particolare, i vantaggi del Privilegio Sabatino sono stati confermati dalla Sacra Congregazione delle Indulgenze il 14 luglio 1908.[3]
L’importanza della Festa della Madonna del Carmine venne sottolineata a Lourdes poiché la Vergine Immacolata apparve l’ultima volta a Santa Bernadette proprio il 16 luglio del 1858. Ogni incertezza circa il valore dello Scapolare, inoltre, può essere fugata dalla più autorevole riconferma che ci è stata lasciata, proprio dalla Vergine Maria. Il 13 ottobre 1917, durante l’ultima apparizione a Fatima, mentre circa 70.000 persone assistevano al “miracolo del sole”, la Madonna si mostrò ai tre pastorelli sotto tre diversi aspetti: con la Sacra Famiglia, come Addolorata e Madonna del Carmine. Quest’ultima aveva in braccio Gesù Bambino, ed entrambi erano nell’atto di porgere lo Scapolare del Carmelo.
Papa Pio XII, che incentrò molti dei suoi atti di Magistero attorno alla devozione mariana, scrisse a riguardo dello Scapolare: “Sia il simbolo della consacrazione al Cuore Immacolato di Maria, della quale abbiamo molto bisogno in questi tempi tanto pericolosi”. E anche: “Non si tratta di cosa di poco conto, ma dell’acquisto della Vita Eterna, in virtù della tradizionale promessa della Beata Vergine. Si tratta infatti dell’impresa più importante e del modo più sicuro di attuarla…”.[4]
Durante il pontificato di San Giovanni Paolo II la Congregazione per il Culto Divino si è espressa così: “Lo Scapolare è segno esteriore del particolare rapporto, filiale e confidente, che si stabilisce tra la Vergine, Madre e Regina del Carmelo, e i devoti che si affidano a lei in totale dedizione e ricorrono pieni di fiducia alla sua materna intercessione; ricorda il primato della vita spirituale e la necessità dell’orazione. […] Lo Scapolare è imposto con un particolare rito della Chiesa, in cui si dichiara che esso «richiama il proposito battesimale di rivestirci di Cristo, con l’aiuto della Vergine Madre, sollecita della nostra conformazione al Verbo fatto uomo, a lode della Trinità, perché portando la veste nuziale, giungiamo alla patria del cielo»”.[5]
IMPORTANZA DELLO SCAPOLARE
Perché è necessario indossare lo Scapolare per ottenerne i benefici?
“La religione è essenzialmente interiore. Consiste nel conoscere e nell’amare Dio, sottoponendo la nostra volontà alla Sua. Questi atti sono propri dell’anima razionale e spirituale. Ma in noi vi è anche un corpo. [...] Una religione puramente spirituale, come è quella degli angeli, quantunque molto bella, non corrisponde alle esigenze reali della nostra natura. Per questo il culto esteriore è sempre stato in uso nella Chiesa Cattolica, e la Liturgia, con il suo apparato di riti e oggetti sacri, è stata in ogni tempo di valido aiuto alle anime per elevarsi a Dio”.[6]
I riti e gli oggetti sacri hanno funzione simbolica e causativa. Nel caso dello Scapolare, la funzione simbolica dell’oggetto è quella di farci memoria di Maria Santissima, che ce ne fece dono, e delle promesse a esso legate. Serve a ricordarci che ella ci ama, si interessa a noi e che dunque possiamo confidare in lei e invocarla sempre. Notiamo che la Madonna ha scelto di donare, nello specifico, una veste. Poiché nella famiglia è tradizionalmente la madre che si occupa di vestire i figli, lo Scapolare simboleggia la sua cura materna verso di noi. Un vestito, inoltre, protegge il corpo dalle intemperie. Con l’Abitino del Carmelo, la Madonna vuole significare il suo impegno a rivestirci della sua protezione, per difenderci e proteggerci dalle tentazioni e dal male. Ricordandoci l’amore della Madre, lo Scapolare ci invita anche alla corrispondenza e all’imitazione delle virtù materne.
Lo Scapolare, infine, non è solo un segno, ma è anche un segno efficace. In virtù della sua forza creatrice, Dio può dare a un segno sensibile la capacità di comunicare la cosa significata, anche spirituale. Così è dei Sacramenti, che sono «segni efficaci della grazia». Segni, in quanto rappresentano una realtà distinta da loro; efficaci, in quanto danno ciò che significano.
Possiamo dire che lo Scapolare comunichi l’efficacia della Grazia che significa?
«Le parole della Vergine a san Simone Stock suonano così: "Questo sarà per te e per tutti i Carmelitani il privilegio, che chiunque morirà con questo (Scapolare) non patirà il fuoco eterno". La Vergine Santissima non promette di salvare i suoi devoti, o quanti l’onoreranno in qualsiasi modo. La salvezza è legata esclusivamente al santo Scapolare, anzi, con maggior precisione, al santo Scapolare rivestito in punto di morte. È dunque proprio lo Scapolare che salva. […] Lo Scapolare non riceve questa sua efficacia salvatrice dalla sua materialità. [...] Lo Scapolare salva in virtù della mediazione di Maria. La Santa Vergine, secondo la dottrina ormai accettata dalla Chiesa, è la Mediatrice di tutte le grazie. [...] E di fatto ha legato la grazia immensa della certa liberazione dall’inferno, al portare lo Scapolare in punto di morte. Possiamo quindi affermare che lo Scapolare è un segno efficace di salvezza. Simboleggia e realizza la protezione e la difesa dell’anima dai pericoli maggiori, specialmente dalla perdizione eterna».[7]
Occorre ricordare che le promesse della Vergine Maria circa lo Scapolare del Carmelo non sono da intendersi come un automatismo che esime da una vita virtuosa. Lo Scapolare non è un “portafortuna” o un amuleto e commetterebbero un grave errore coloro che si permettessero di condurre una vita deliberatamente peccaminosa presumendo di salvarsi solo perché indossano lo Scapolare. Molti Papi e teologi hanno spiegato che solo chi abbia fedelmente usato lo Scapolare con vera devozione riceverà dalla Regina del Cielo la grazia della contrizione e della perseveranza finale.
IL PERDONO DEL CARMINE
Occorre menzionare un’ultima grazia legata alla ricorrenza della Madonna del Carmine, l’indulgenza plenaria detta “Perdono del Carmine”.[8] Dal mezzogiorno del 15 luglio e per tutto il 16 luglio, si può acquistare l’indulgenza plenaria visitando una chiesa carmelitana e recitando, durante la visita, il Credo e il Padre nostro. Vanno soddisfatte anche le consuete condizioni per l’indulgenza plenaria: Comunione sacramentale, confessione, distacco dal peccato anche veniale e preghiera secondo le intenzioni del Santo Padre.
* Sacerdote e Carmelitano Scalzo
[1] La precisazione “secondo il proprio stato” significa che anche i coniugati possono accedervi, purché vivano il loro matrimonio secondo quanto prescrive la Chiesa. Di fatto, questa condizione è automaticamente soddisfatta per i cristiani che osservano i Comandamenti di Dio, in quanto una vita casta è richiesta indistintamente a tutti i battezzati in forza del sesto Comandamento.
[2] La norma precisava che chi fosse analfabeta, e quindi impossibilitato a recitare l’Ufficio, avrebbe validamente assolto la condizione astenendosi dalle carni ogni mercoledì e ogni sabato, in aggiunta al venerdì richiesto dal precetto della Chiesa. Questa condizione del magro non è richiesta a chi recita l’Ufficio.
[3] Indulgentiarum, privilegiorum et indultorum confratribus S. Scapularis B. M. V. de Monte Carmelo a Romanis Pontificibus concessorum in ASS 41, 1908, pag. 609 e 610.
[4] Venerabile Pio XII, Lettera Neminem profecto latet, 11 febbraio 1950, in AAS 42, 1950, pag. 390 e 391.
[5] Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, Direttorio su pietà popolare e liturgia - Principi e orientamenti, Città del Vaticano, 2002, n. 205.
[6] P. Albino del B. G., OCD, “Sacramento di Maria”, Atti del Congresso Internazionale Carmelitano per il settimo Centenario del Sacro Scapolare, 1950.
[7] Ibid.
[8] Il Perdono del Carmine fu concesso da Papa Leone XIII il 16 maggio 1892. Fu temporaneamente sospeso nel 1965, insieme a tutte le indulgenze previgenti, con la promulgazione della Costituzione Apostolica Indulgentiarum Doctrina dovuta a Paolo VI. Nel marzo 1968 fu comunicata all’Ordine la conferma dell’indulgenza, con condizioni riviste in linea con i criteri dell’Enchiridion indulgentiarum del 1968.