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La rotta balcanica

L’inverno difficile degli emigranti bloccati in Bosnia

Al confine tra Bosnia e Croazia centinaia di emigranti affrontano l’inverno in condizioni proibitive, mal vestiti, alloggiati in tende e peggio, in attesa di riuscire a entrare in Unione Europea

Migrazioni 29_12_2019

Migliaia di emigranti illegali sono bloccati in Bosnia dove erano entrati con l’intenzione di raggiungere poi la Croazia e quindi l’Unione Europea. A Bihac, una città del nord ovest del paese vicina al confine con la Croazia, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni gestisce Bira, un centro di accoglienza. La struttura, una ex fabbrica di frigoriferi, ha una capienza di 2.000 persone ed è al completo. Le autorità locali hanno proibito di accogliere altri immigrati. Ogni giorno i responsabili del centro si vedono costretti a respingere qualcuno. In tutto si ritiene che circa 2.000 persone siano accampate nei dintorni in condizioni proibitive perché il freddo è intenso e ha nevicato. C’è chi dorme addirittura all’aperto, lungo il confine. C’è gente senza scarpe e calze, molti non sono vestiti abbastanza. Centinaia di emigranti sono sistemati in tende a Vucjak, un campo profughi improvvisato, allestito dove prima c’era una discarica, quasi al confine con la Croazia. Il commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa Dunja Mijatovic che lo ha visitato all’inizio di dicembre ha definito le condizioni del campo “inumane e inaccettabili”, gli immigrati, ha spiegato, vivono ammassati, nel fango, senza acqua corrente e servizi igienici adeguati: “le condizioni di vita di centinaia di esseri umani nel campo improvvisato di Vucjak sono vergognose – ha dichiarato in un comunicato – quel campo non avrebbe mai dovuto essere aperto e adesso è urgente trasferire quelle persone e fornire loro una sistemazione decente”. L’amministrazione comunale di Bihac che ha aperto il campo di Vucjak ne conviene, ma sostiene che è ingiusto aspettarsi che una città piccola come Bilhac (circa 60.000 abitanti) possa farsi carico di emigranti e rifugiati. “All’inizio la popolazione locale provava compassione ed era comprensiva nei confronti degli immigrati – ha spiegato Edin Moranjkic, consigliere del sindaco di Bilhac – ma sono sorti dei problemi a causa del comportamento e dell’inefficienza del governo dal quale ci sentiamo abbandonati”.