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SOTTO L'ALBERO

Libri per ragazzi e per abbracciare la realtà

Ci sono le storie di Luigi Ballerini, vincitore del Premio Andersen, che spiegano come meglio vivere, ci sono quelli della giornalista Daniela Palumbo che raccontano il pellegrinaggio come emblema dell'esistenza. Infine, i romanzi del giovanissimo Andrea Brambilla parlano di avventura e guarigione.

Cultura 06_12_2020

In un panorama in cui mancano spesso buone proposte di lettura per i ragazzi di età preadolescenziale e adolescenziale vogliamo proporre per il Santo Natale alcuni romanzi decisamente piacevoli anche per gli adulti. 

Psicoanalista, Luigi Ballerini da anni incontra ragazzi e genitori presso scuole e centri culturali. Numerosi sono i suoi romanzi destinati al pubblico dei bambini e degli adolescenti. Nel 2014 Ballerini ha vinto il Premio Andersen per la fascia di età dai nove ai dodici anni con il romanzo La signorina Euforbia (edizioni San Paolo) «per aver saputo raccontare uno spaccato di adolescenza ritraendone sapientemente dinamiche e sentimenti. Per l’abilità narrativa con cui l’autore riesce a intessere una trama scorrevole e divertente, capace di affiancare ai tempi comici l’occasione per riflessioni più profonde».

Un giorno, all’inizio delle vacanze estive, la dodicenne Marta capita in una pasticceria molto particolare, perché è senza pasticcini o meglio, come avvisa il cartello, prepara «pasticcini su misura» e trova la pubblicizzazione di un corso di pasticceria che sta per partire. È un’ottima idea per le vacanze! Marta ha il consenso per iniziare il tanto desiderato corso di pasticcera. Così inizia la cronistoria, come un diario, delle infinite sorprese che accadono durante la settimana, dal lunedì al giovedì, i nuovi incontri di Marta, gli iscritti al corso, i pasticcini preparati dai nomi strani: non-abbattiamoci-e-troviamo-una-soluzione, non-sarà-perché-ho-il-gesso-che-sarà-una-brutta-estate?, vediamo-di-capire-se-vai-bene-per-me. La Signorina Euforbia indica il criterio per realizzare i pasticcini: «Prima di cominciare dobbiamo sapere bene cosa stiamo per fare, possiamo conoscere il cammino solo se ci è chiara la meta». Lasciamo al lettore la scoperta della vicenda. La realtà va sempre conosciuta e abbracciata, ci ricorda il romanzo, perché è più grande e più forte di quello che pensiamo noi.

Quanti si appassioneranno alle vicende della maestra pasticcera potranno proseguire l’avventura con Nuova pasticceria Euforbia (San Paolo edizioni, 2017). Sempre di Ballerini consigliamo la lettura di Io sono zero (Il castoro edizioni), indicato soprattutto la fascia di età dai quattordici ai sedici anni. Mondo virtuale e reale si mescolano in un romanzo in cui il protagonista, che non ha mai conosciuto la realtà, il contatto umano e l’affetto, fuoriuscito dall’ambiente in cui è cresciuto fino a quattordici anni, si trova a scoprire passo dopo passo la sua storia e la verità: rapito da neonato, Zero è divenuto parte del progetto di un’agenzia di mercenari che costruisce macchine da guerra ipertecnologiche pilotate da ragazzi come Zero. Il nuovo Zero deve affrontare il vecchio: la verità ferisce, fa paura, mette in crisi le certezze, ti fa presagire mondi nuovi, ancora sconosciuti. Una storia tra fantascienza e realtà, che racconta in forma metaforica le vicende di ogni uomo quando incontra, in modo imprevisto, un’umanità diversa.

Daniela Palumbo, giornalista e scrittrice, è autrice di una bella storia ambientata sul cammino della via francigena. Durante il pellegrinaggio il ritmo del tuo passo è l’unica cosa che devi assecondare. Finalmente il tempo è dilatato, non vai in affanno per fare, chiamare, disdire, programmare. No, hai solo un pensiero: lasciare che le cose accadano.

Il cammino diventa così il tempo dell’ascolto e dell’incontro: ascolto di sé e dell’altro, scoperta della propria profondità e dell’alterità che si palesa come un miracolo di diversità e di bene. E così nasce una compagnia tra persone sconosciute: una coppia di genitori con i due figli Giacomo e Matteo, Giorgia con la sua famiglia, Viola, appena rimasta orfana di madre e partita sola (con la speranza che il padre la raggiunga), Leonardo e il figlio Gus, le due guide Fabien e Gaia.

Accomunate dal desiderio di arrivare tutti alla stessa meta, queste persone, profondamente diverse tra loro, si ritrovano ad essere uguali nel cuore: «Il cammino ci fa uguali. Ci spoglia di quello che è in più. […] Il cammino ci unisce». L’avventura si tinge di mistero quando Giorgia trova una lettera in un libro che le è stato distribuito durante una tappa: l’autore è un ragazzo di nome Alessio che ha percorso la stessa via francigena. Avvincente diventa a questo punto il tragitto del cammino, metafora della vita, da leggersi e scoprirsi giorno dopo giorno, tappa dopo tappa, dai giorni che precorrono il viaggio alle sedici tappe che conducono da Lucca a Roma».

Andrea Brambilla, insegnante, è un giovane scrittore (1996) che ha dato alle stampe già due romanzi. Nell’esordio Onda perfetta. Viaggio a 7 km dal mondo (2019, edizioni BookRoad) racconta la storia di un neodiplomato, che, pieno di domande ma insoddisfatto della vita che vive, parte per una missione in un villaggio del Brasile.

Anche Christopher McCandless, protagonista del film Into the wild, vuole uscire dalle ipocrisie della società alla ricerca di un rapporto più vero con la realtà. Il suo viaggio è, però, solitario negli spazi sconfinati e desolati dell’Alaska. Scoprirà alla fine che Happiness only real when shared, ovvero la felicità è reale soltanto quando è condivisa.

Andrea, protagonista di Onda perfetta, non cade nell’inganno e nell’illusione che si possa cercare una strada da soli. La compagnia delle amiche Sofia e Linda, la solarità del missionario, l’ospitalità della gente incontrata, l’incontenibile gioia dei bimbi diventano le occasioni per iniziare l’avventura della vita. «La vita è la più grande delle avventure» ci ricorda Chesterton «ma solo l’avventuriero lo scopre». La più grande delle avventure non è il viaggio nella solitudine dell’Alaska come nel film Into the wild, ma la vita che ora, in questo preciso istante, è data a me e a te da vivere. Come può accadere ciò? Perché la vita sia un’avventura, bisogna recuperare la dimensione della scoperta. In questa scoperta del cuore che accomuna me all’altro che incontro, quel cuore che ci rende creati «a immagine e somiglianza» di Dio, sta la possibilità di uno sguardo che valorizzi il punto luminoso dell’altro (anche in mezzo a tanti limiti), perché spia del mistero che l’altro ha dentro.

Nel romanzo di fresca pubblicazione Una rosa per tre sorelle (2020, sempre per conto di BookRoad) Brambilla costruisce un giallo in una famiglia brianzola in cui tre sorelle crescono e vivono dissapori tipici di ragazze che si sentono talvolta in competizione. Ingrediente saliente del mistero che sconvolge l’abitudinaria vita delle sorelle non è un omicidio, né una violenza subita, ma un gesto d’amore e di bellezza, almeno nella sua portata simbolica: il recapito di una rosa di cui sono però sconosciuti il destinatario e il mittente. La rivalità tra le ragazze si accende come pure il desiderio di scoprire la misteriosa identità dell’ammiratore. «Quel fiore benedetto» diviene occasione per le sorelle di conoscersi meglio, di aprirsi, di raccontarsi storie mai prima rivelate. Quella rosa curerà le «loro cicatrici sulle mani e sul cuore». Da quel balsamo nascerà un «inaspettato spirito di collaborazione».