Liberi due sacerdoti rapiti in Nigeria
Erano stati sequestrati a scopo di estorsione nei giorni scorsi. Uno è stato liberato, l’altro è riuscito a scappare

Due buone notizie arrivano dalla Nigeria. Padre Cornelius Manzak Damulak, il sacerdote che il 6 febbraio era stato rapito, è riuscito a scappare dai suoi sequestratori. La polizia dello stato di Niger ha riferito che è riuscito a liberarsi la sera del 13 febbraio e il giorno successivo è stato soccorso da una pattuglia di agenti di polizia. “Il 14 febbraio, verso mezzogiorno – riporta una nota del comando di polizia – una persona è stata trovata vagare lungo l'autostrada Pogo-Paiko da una pattuglia della polizia delle divisione di Chanchaga ed è stata immediatamente tratta in salvo. Interrogata, la persona è stata identificata come Cornelius Damulak. I rapitori lo avevano trasferito da una foresta all’altra finché fortunatamente non è riuscito a scappare”. Il rapimento era avvenuto a casa sua, alle prime ore del 6 febbraio. Padre Damulak fa parte della diocesi di Shendam, suffraganea di quella di Jos, nello stato centrale del Plateau, ma vive temporaneamente ad Abuja perché studia presso la Veritas University della capitale. La sua abitazione si trova nell’area di Bwari, una parte del Territorio della capitale federale particolarmente pericolosa per il numero elevato di rapimenti a scopo di estorsione che vi si verificano. Libero è anche padre Livinus Maurice, parroco della chiesa di San Patrizio a Isokpo, nello Stato di Rivers. Era stato catturato insieme a due altre persone da uomini armati mentre percorrevano la strada che collega Elele a Isiokpo. Monsignor Bernadine Anaele, vescovo di Port Harcourt, ne aveva chiesto la liberazione incondizionata. Le operazioni di ricerca subito avviate, la pressione esercitata sui rapitori hanno portato al rilascio di tutti e tre i sequestrati il 16 febbraio. Il portavoce della polizia dello stato di Rivers ha dichiarato che “il loro rilascio è avvenuto in seguito alle pressioni di una squadra di sicurezza combinata composta da ufficiali di polizia, soldati della Joint Task Force di Isiokpo e vigilantes locali. Le operazioni per catturare i rapitori sono ancora in corso”.