Libere le due suore rapite in Nigeria
Erano state sequestrate a scopo di estorsione e sono state liberate sembra senza il pagamento di un riscatto
Sono state liberate il 13 gennaio Suor Vincentia Maria Nwankwo e suor Grace Mariette Okol, entrambe della congregazione cattolica del Cuore Immacolato di Maria, che erano state rapite da uomini armati la sera del 7 gennaio, mentre rientravano nella loro sede di Ufuma, nell’Anambra, uno stato meridionale della Nigeria. “Ringraziamo Dio e ringraziamo tutti voi per le vostre preghiere e il vostro sostegno durante questi giorni difficili e incerti – ha detto un portavoce della congregazione dando l’annuncio dell’avvenuta liberazione – che Dio sia benedetto per sempre attraverso Maria nostra Madre”. Le due suore sono i buone condizioni di salute e, stando al portavoce della congregazione, sono state liberate senza condizioni. Quindi non sarebbe stato pagato un riscatto per il loro rilascio. Non sempre i sequestri a scopo di estorsione si concludono così rapidamente e senza che venga versato del denaro ai rapitori che, a seconda dei casi, si accontentano anche di somme di denaro relativamente modeste. In Nigeria questo crimine è diventato molto frequente e aggiunge insicurezza alla vita della popolazione già messa alla prova, soprattutto negli stati nord orientali, dalla presenza di gruppi jihadisti, e nella fascia centrale da conflitti a carattere etnico e religioso. Militari e polizia non difendono la popolazione quanto dovrebbero e anzi non di rado sono essi stessi a rappresentare una minaccia. Proprio il 13 gennaio è stata diffusa la notizia che nello stato nord occidentale di Zamfara durante un attacco aereo militare sono stati uccisi almeno 16 civili, scambiati a quanto pare per criminali. Non è la prima volta che succede. Altre volte i civili vengono uccisi da polizia e militari perché sospettati di aiutare i jihadisti o di nasconderli.