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SECOLARISMO

L'Europa ha perso la fede, ecco le prove

Perché Helena Dalli, Commissaria all'Uguaglianza, proponeva delle linee guida in cui eliminava anche l'augurio di buon Natale? Perché un collaboratore del Parlamento europeo si permette di pubblicare una copertina blasfema? Perché i cattolici hanno rinunciato all'identità di credenti.

- BLASFEMIA TARGATA UE di Luca Volontè

Libertà religiosa 09_12_2021
Natale europeo

È notizia ormai di dominio pubblico che la commissaria europea all'Uguaglianza, Helena Dalli, ha ritirato le famigerate linee guida sul linguaggio inclusivo in cui la parola Natale era bandita per non urtare la suscettibilità degli atei e dei fedeli delle religioni non cristiane. Come bandire la parola “lavoratori” dalla Festa dei lavoratori per non offendere i disoccupati. Per coerenza logica gli juventini non potrebbero più indossare le maglie dei propri idoli calcistici per non risultare offensivi nei riguardi dei tifosi di squadre avverse – e questi dovrebbero fare altrettanto arrivando a vietare qualsiasi divisa - e i carnivori non potrebbero più mangiare una fiorentina per non esacerbare gli animi dei vegani e fruttariani – obbligando però in modo reciproco costoro a non toccare frutta e verdura per non indispettire gli amanti del filetto conducendo così l’umanità alla morte per inedia.

Alla notizia legata alle linee guida sulla demenza linguistica fa da apparente contraltare quest’altra. Il 28enne italo-tedesco Riccardo Simonetti ha pubblicato sulla copertina di Siegessäule Magazin, rivista della comunità queer berlinese, una immagine che lo ritrae, lui barbuto, come la Madonna che tiene in braccio Gesù Bambino e dietro di lui un Giuseppe di colore vestito con tunica rosa. Insomma, una Madonna trans. Non commentiamo, semplicemente perché Simonetti cerca solo la provocazione. Simonetti si presenta come ambasciatore LGBT presso il Parlamento europeo. Quest’ultimo ha smentito l’esistenza stessa di tale ruolo e ha chiarito che Simonetti è solo un collaboratore. Dunque abbiamo una commissaria UE che sbianchetta il Natale per non offendere alcuni credenti e un tizio che lavora al Parlamento europeo che invece offende altri credenti. Notizie di segno antitetico, ma solo apparentemente: infatti il minimo comun denominatore è l’identica offesa a danno del credente cristiano.

Ma qui non vogliamo parlare tanto di questo voluto strabismo, nè scoprire quale incarico ricopri il giovinotto queer presso il Parlamento europeo e quindi in quale grado quest’ultimo sia coinvolto in quest’ennesimo atto di blasfemia. Qui vogliamo comprendere perché si possa proporre la cancellazione a livello europeo della parola Natale e perché un’offesa così manifesta alla sensibilità religiosa di qualche miliardata di persone passi inosservata, così come gli atti di vandalismo o di vera e propria distruzione che  vengono perpetrati in moltissime chiese in Europa, la cacciata di docenti credenti dalle scuole non perché insegnano articoli di fede, ma semplicemente articoli di ragione contrari al delirio del politicamente corretto, l’ostracismo culturale di autori come Manzoni e Dante perché troppo cattolici e poco inclusivi (Dante mise Maometto all’Inferno) e via dicendo.

Le motivazioni, è intuibile, sono delle più diverse, ma forse la prima è la seguente: noi credenti abbiamo rinunciato alla nostra identità di credenti. L’identità in primis si è dissolta sul piano formativo e prima ancora informativo. Ieri si è celebrata la festa dell’Immacolata concezione. Provate voi a chiedere a parenti, amici e conoscenti cosa significhi l’espressione “Immacolata concezione”. Con una percentuale superiore ai vaccinati in Italia, il campione o vi risponderà che non lo sa o vi risponderà in modo erroneo. In entrambi i casi il campione aggiungerà: “Comunque non me ne frega niente” (per coerenza costoro dovrebbero andare a lavorare in questo giorno di festività e non starsene a casa con ferie retribuite). Ora se uno ignora l’ABC della fede cattolica o cristiana va da sé che non potrà mai amare la propria fede perché non si può amare ciò che non si conosce. Anzi, come detto, non solo non l’amerà, ma ne rimarrà indifferente se non addirittura l’avverserà.

Dal piano culturale, poi, la mancanza d’identità cristiana rovinerà sul piano pragmatico, operativo e questo avverrà almeno tramite tre modalità: l’inazione, il fiancheggiamento, l’azione in prima persona. In merito al primo aspetto, se durante i gay pride mondiali vengono dileggiati e insultati la Chiesa, i suoi simboli e i suoi santi, l’ex credente non farà nulla, mai nulla. Se sente bestemmiare, farà finta di non aver sentito. Se l’amico intende divorziare, tacerà. Riguardo invece al credente collaborazionista, se la maestra dirà all’imberbe studentello che è poco più che una scimmia, non in quanto ad apprendimento, ma relativamente alla sue ascendenze darwiniane, il genitore ex credente transiterà da una posizione di comodo immobilismo alla collaborazione fattiva, appoggiando le teorie evoluzioniste insegnate a scuola e non trovando nulla da eccepire in esse. Se il figlio divorzia, la madre gli darà ragione addossando tutta la colpa alla nuora.

Poi abbiamo l’azione in prima persona. Gli esempi si sprecano: ex credenti che ricorrono all’aborto, all’eutanasia, alla fecondazione artificiale, alla contraccezione, al divorzio, che hanno rapporti omosessuali e che convivono, che si sposano solo civilmente, che se battezzano i propri figli, ovviamente per borghese conformismo, lo fanno a nove mesi di distanza dalla nascita “perché fa troppo caldo/troppo freddo, perché c’è il Covid, perchè mi devo riprendere dal parto, perché in ballo abbiamo il trasloco, perché ho cambiato da poco lavoro, perché meglio far coincidere il battesimo con un’altra festa”.

Il clero progressivamente da una parte ha incentivato e dall’altra è andata dietro a questa deriva del laicato. E così alcuni argomenti sono spariti dai pulpiti: Novissimi, peccato, colpa, giustizia di Dio, etc. Questi sono stati sostituiti da altri novissimi (nel senso non di “cose ultime”, ma di “cose inedite”): ambiente, immigrazione, inclusività, responsabilità civile, etc. Quindi il proprium della fede e morale cristiana è stata già uccisa al cuore dai credenti stessi, laici o non laici. Noi stessi ci siamo snaturati e, così facendo, abbiamo preparato il terreno alla Commissaria europea dell’Uguaglianza (titolo che vuol dire: “Voi tutti dovete pensarla in modo uguale a me”) e al barbuto Simonetti. Loro hanno solo occupato uno spazio vuoto, hanno tratto le conclusioni da premesse da noi scritte. Demolita in buona parte anche grazie all’opera delle nostre mani l’identità cristiana, loro stanno ultimando l’opera di demolizione e, sulle rovine del cristianesimo, stanno costruendo una propria identità che porta il nome di “Nulla fluido”. In estrema sintesi: perché inalberarsi sul consiglio pressante made in UE di non augurare “Buon Natale”, bensì “Buone festività stagionali”, quando noi, già da tempo, auguriamo “Buon week end” e non più “Buona Domenica”?