Le vie del Signore passano ancora da un film horror
Terzo capitolo della saga di The Conjuring, film che raccontano l'esperienza (reale) dei coniugi Warren, consulenti di esorcisti negli Stati Uniti, a cavallo fra gli anni 70 e 80. E' un film horror, ma gli esorcismi e i casi rappresentati sono fatti di cronaca reali. Così come l'azione del demonio, attraverso le sue vittime che possiede.
Agli affezionati de La Nuova Bussola Quotidiana non sarà sfuggita la recensione che anni fa pubblicai sui film Conjuring («evocazione»), di cui erano usciti il primo e il secondo. Oggi c’è il terzo, e si suppone che ce ne saranno altri. Per due motivi: uno è che si tratta di storie vere, e i coniugi Warren ne hanno decine nei loro archivi. L’altro è che Hollywood ha trovato un vero filone d’oro e non se lo lascerà scappare.
Infatti, il materiale è talmente tanto che il tema ha già prodotto diversi spin-off, cioè storie collaterali. Tali sono The Nun («la suora») e i due Annabelle, la bambola infestata (che nei primi due Conjuring compare nella cantina-museo dei Warren). Ed è singolare che questi horror non siano affatto horror, bensì parenti stretti de L’esorcista (ricordate?). Sono film incentrati sugli esorcismi che hanno visto, oltre al prete, i due Warren come protagonisti. I quali entrarono alla grande nel fattaccio di Amityville, da cui fu tratto un famoso film (con seguiti) spacciato per horror fino a quando i produttori non si resero conto che le avventure dei Warren tiravano di più al botteghino così com’erano. Edward Warren (morto nel 2006) e Lorraine Moran (scomparsa nel 2019) non erano esorcisti, bensì consulenti di esorcisti. Infatti, erano cattolici e, soprattutto, lei era una sensitiva. Talmente seri e affidabili che, quando c’era un sospetto caso di infestazione diabolica, la Chiesa mandava avanti loro a verificare. Se loro dicevano no, la Chiesa indirizzava gli interessati alla medicina ufficiale o, se del caso, alla psichiatria. Se invece i due consulenti dicevano sì, allora la Chiesa autorizzava l’esorcismo e inviava uno o più sacerdoti provvisti di libri, aspersori e quant’altro. Ed è singolare che, nei primi film, le preghiere di esorcismo erano recitate in latino, l’ex lingua sacra della Chiesa Cattolica. Evidentemente col diavolo era meglio il «vetus ordo» e declamato in paramenti acconci.
In questo terzo capitolo i due consulenti di esorcisti hanno a che fare con un satanista. Uno vero, cioè. Sono rarissimi, i più sono, come fu detto, «satan-spaghetti», o fai-da-te come le ragazzette di Chiavenna che nel 2000 hanno martirizzato la appena beatificata suor Maria Laura Mainetti. Roba da metallari, insomma, o di aderenti ad autofondate «chiese di satana» come tante ce ne sono nella patria delle libertà, cioè i soliti Usa. Come si è detto, qualcuno, però, che davvero, contento lui, si consacra a Satana (e se Satana accetta, perciò è inutile che proviate a casa), c’è. E, come il suo Paparino, è quasi impossibile trovarlo: se ne sentono gli effetti, sì, ma lui si nasconde. Ebbene, ecco i Warren alla ricerca dell’invisibile e inafferrabile, il cui unico godimento (si fa per dire) e scopo è quello di fare del male, male gratuito e senza senso. Un male frutto di puro odio. Odio per Dio, naturalmente. Al quale, però, non si può far nulla, perciò si dà addosso alle sue creature preferite e amate, gli uomini, fatti a Sua «immagine e somiglianza» e tanto care che il Figlio non ha preso le sembianze di angelo ma di uomo. Soddisfazione (se tale si può chiamare) miserabile, ma la sola accessibile all’Impotente per definizione.
Il caso di questo terzo Conjuring si svolse nel 1981, e le foto sui titoli di coda ricordano che si tratta di una storia vera. Un bambino di soli otto anni è invasato, l’esorcismo è difficile. Per disperazione, malgrado le concitate raccomandazioni, il fidanzato della sorella grida all’entità :«Lascialo, prendi me!». E, come ne L’esorcista, è da lì che cominciano i veri guai. Anche perché, diversamente da L’esorcista, nessuno lì ha evocato niente, nemmeno giocando con una tavola Ouija. Se dopo aver visto il film, vi chiedete di che campassero i Warren, la riposta è che tenevano corsi nelle università ed erano spesso chiamati a tenere conferenze (che negli Usa, a differenza che da noi, sono pagate, così come le ospitate televisive). Il caso finì in tribunale e fu l’unica volta, al mondo, che la possessione venne considerata giudizialmente un’attenuante.