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IL CASO

Le stimmate di san Pio? Ma quale orticaria...

Continua a far discutere un articolo del mensile la "Voce di Padre Pio" che riduce quei segni soprannaturali a mero fenomeno patologico.

Cultura 11_06_2011
Padre Pio

Potrebbe sembrare quasi incredibile, ma una lettura attenta di un articolo comparso a novembre 2010 nella «Voce di padre Pio», mensile dei frati cappuccini della provincia religiosa di «Sant’Angelo e Padre Pio», porta a conclusioni inaspettate, data la fonte da cui proviene l’articolo, ma che risultano perfettamente in linea con la teoria della genesi naturale-patologica della stimmatizzazione, tesi sostenuta in ogni tempo dai polemisti antireligiosi, dai detrattori dei fenomeni straordinari della mistica ed anche da non pochi critici della persona del Santo cappuccino.

Il punto cruciale dell’articolo a firma di Stefano Campanella, scritto in memoria di un importante relatore della Canonizzazione di Padre Pio, e rifacendosi ai contributi di quest’ultimo in un recente Congresso internazionale sulle stimmate del Padre Pio, tenuto a San Giovanni Rotondo nel Settembre 2009, è quello in cui si afferma che le stimmate del famoso Santo del Gargano, oltre ad essere un epifenomeno secondario e del tutto «marginale», sono, in realtà, «un involontario coinvolgimento del corpo [di Padre Pio] nel [suo] tentativo di esprimere l’inesprimibile» [1].

Il che è come dire che le misteriose ferite che hanno segnato il corpo del Cappuccino per 50 anni, scomparendo senza cicatrice (l’ultima in poche ore) poco prima della sua morte e che, secondo Paolo VI, lo hanno fatto «rappresentante stampato delle stigmate di nostro Signore» [2] davanti agli uomini del XX secolo, «non sono un fatto mistico» (sic) [3] e cioè un dono straordinario liberamente e direttamente impresso da Dio, ma «un epifenomeno della vita mistica» [4] e cioè una specie di «eruzione fenomenologica» (sic) [5] prodottasi «nel coinvolgimento di tutte le [sue] stratigrafie emotivo-affettive» [6] durante i conati per esprimere l’ineffabilità della sua esperienza mistica «in quanto la [sua] mediazione linguistica è troppo limitata» [7].

Stimmate, dunque, come epifenomeno da stress di comunicazione, e, per dirla ancor più precisamente con i medici e gli psicologi, stimmate come segno di alessitimia, patologica sindrome psicosomatica, causata da un grave disturbo dell’espressione linguistica.

L’articolo che segnaliamo merita attenzione per diversi motivi.

a. La posizione espressa dal mensile viene di fatto presentata come autenticata ad alto livello ecclesiale, in quanto viene diffusa come autorevole pensiero di un Relatore della “Congregazione delle cause dei Santi”, riferito pubblicamente in un Congresso internazionale. La veste di ortodossia è resa ancor più “impeccabile” nell’uso del termine epifenomeno che nell’articolo è utilizzato confusamente ed ambiguamente prima nel senso filosofico di “non necessario” e poi nel senso medico e psicologico di “sintomo fisiopatologico”. L’accezione filosofica sembra a prima vista coerente con la migliore teologia spirituale cattolica che ritiene la fenomenologia mistica, di per sé ed in generale, non necessaria alla vita cristiana ed alla santità per il semplice motivo che il carisma dipende da Dio e non dalla virtù o dai poteri dell’uomo, tanto è vero che non tutti i santi, ad esempio, sono stimmatizzati. Il problema, però, è che nell’articolo non si sta parlando della mistica in generale ed in astratto, ma del caso concreto del Padre Pio, in cui le stimmate non furono “accidentali” (cioè potevano esserci o non esserci), ma, di fatto ci furono, e come parte sostanziale della sua straordinaria esperienza mistica. Per cui, dire che le sue ferite «non sono un fatto mistico» ma «sintomatologia epifenomenica» significa dare di essa un giudizio gravemente riduttivo che, oltre a squalificare San Pio come testimone che, nel suo Epistolario, narra con grande chiarezza ed efficacia letteraria (altro che mediazione linguistica limitata!!) ciò che, misticamente, ma realmente gli accadde il 20 settembre 1918 ad opera di «un misterioso personaggio» [8] , scandalizza e confonde le idee al lettore, il quale, improvvisamente, viene a sapere da fonte che lui ritiene amica e autorevole, che quelle stimmate, da lui finora pacificamente ritenute (insieme a Papi e a milioni di altre persone di ogni genere, fra cui innumerevoli convertiti) una straordinaria rappresentazione vivente del mistero redentivo cristiano, «non sono un fatto mistico», ma una malattia come l’orticaria.

b. La novità, forse poco avvertibile dai non addetti, è che, per la prima volta, in alto ambiente ecclesiale, si dà per dimostrata l’ipotesi patologica psicosomatica nella genesi delle stimmate sicuramente autentiche di un Santo. Finora la tradizione mistica cattolica, pur attenendosi a prudente riserbo (cioè non pronunciandosi sulla natura dei fenomeni mistici) nei casi di canonizzazione di Santi stimmatizzati (vedi Decreto di canonizzazione di Gemma Galgani e dello stesso Padre Pio), e, pur sostenendo che i carismi straordinari o “gratiae gratis datae”, di per sé non entrano nel giudizio sulle virtù eroiche su cui la canonizzazione si basa, aveva, però, sempre ritenuto che, se le stimmate sono riconosciute vere secondo dei criteri oggettivi e cioè, seguendo il Tanquerey: 1. non sono artefatte, 2. sono spontanee, 3. sono dolentissime e «circoscritte a quelle parti ove Nostro Signore ricevette le cinque piaghe», 4. non presentano infiammazione, 5. non suppurano, 6. sanguinano copiosamente per anni, 7. curate non guariscono, 8. se guariscono, guariscono senza cicatrice, etc.; in questi casi la teologia spirituale cattolica aveva sempre ritenuto che la loro genesi non poteva essere psico-patologica o demoniaca, ma la loro eziologia non poteva che essere divina, soprattutto, poi, se lo stimmatizzato risultava perfettamente conformato a Cristo come nel caso di un Santo canonizzato [9].

c. L’idea diffusa dall’articolo rappresenta, poi, un vero e proprio capovolgimento rispetto alle conclusioni di un precedente Convegno del settembre 1987 in cui le stimmate di Padre Pio, pur attraverso un nutrito e vario dibattito scientifico, certamente risultarono un «vero fenomeno mistico» e cioè «un dono di Dio straordinario destinato a far parte della vocazione [a corredimere del Santo]» e, per i loro caratteri (vedi, ad esempio, la loro scomparsa senza cicatrice), delle vere e proprie «sospensioni di legge di natura» e, perciò, un fenomeno inspiegato ed inspiegabile per le discipline scientifiche, da consegnare alla valutazione teologica per un possibile giudizio di miracolo. [10]

d. Affermando l’articolo, come una cosa certa, che le stimmate del Padre Pio non sono una «sospensione di legge di natura», bensì un effetto fisiopatologico del corpo, è inevitabile che la Teologia, pur invocata dal Campanella per un possibile «rimando ad una causa soprannaturale» non possa far altro che prendere atto della natura psicofisiopatologica, così apoditticamente data per scontata, lasciando ad una fideistica «opzione del credente» (sic) [11] l’ipotesi dell’eziologia divina. In altre parole, secondo il Campanella, le stimmate si possono considerare soprannaturali per sola fede, e non attraverso un procedimento razionale universale proprio della Teologia, che, partendo dal fatto scientificamente inspiegabile, ipotizza una possibile eziologia divina, verificandola alla luce di evidenze scritturistiche e di tradizione spirituale [12].

Ma è giustificabile questa rivoluzione copernicana nella concezione cattolica della fenomenologia mistica straordinaria, in generale, e delle stimmate di San Pio, in particolare? Su cosa si basa? Certamente non si basa su acquisizioni scientifiche, perché, come è stato ampiamente dimostrato da alcuni studi di revisione critica e metodologica sul tema, confluiti, poi, in importanti dizionari di spiritualità e fenomenologia [13], le stigmate, ancor oggi, rappresentano un enigma insoluto per la scienza medica che, non solo ne ignora la eziopatogenesi, la prognosi e la terapia, ma non sa nemmeno classificarle fra le lesioni elementari conosciute dalla patologia e dalla dermatologia [14]. Come ha fatto, allora, l’autore a scrivere che quei misteriosi segni sono il prodotto di oscure leggi psicosomatiche del fragile e disfasico corpo di Padre Pio?

Sicuramente lo ignoriamo; mentre non ignoriamo il gran numero di persone, che è rimasto interdetto da quanto è stato pubblicato su una rivista da cui ci si dovrebbe aspettare la diffusione non di riduzionismi fuorvianti, ma della limpida verità di un uomo della nostra Italia e della nostra epoca, in cui il soprannaturale, oggi così combattuto ad ogni livello, è divenuto, per così dire, sperimentabile in un umile ed obbediente frate crocifisso per il bene del mondo.

 

 

 

 

 

 

[1] Campanella S., Il Relatore di Padre Pio, in «La voce di Padre Pio» xli, 2010, p. 74.

[2] Paolo vi, Discorso ai Superiori dell’Ordine Cappuccino, 20 febbraio 1971.

[3] C. S., op. cit., p. 74.

[4] C. S., op. cit., p. 74.

[5] C. S., op. cit., p. 74.

[6] C. S., op. cit., p. 74.

[7] C. S., op. cit., p. 74.

[8] Padre Pio da Pietrelcina, Epistolario, vol. i, p. 1093 ss.

[9] Cfr. Tanquerey, Compendio di Teologia ascetica e mistica, Paris 1928, p. 1524; Rojo Marin A., Teologia della perfezione cristiana, Torino 19898, pp. 1092-1101; Adnés P., «Stigmates» in Dictinnaire de Spiritualité ascétique et mystique, xvi, 1221-1243, Paris 1960-1993.

[10] Cfr. Di Flume-ri G., Atti del Convegno di Studio sulle stimmate del Servo di Dio Padre Pio da Pietrelcina, San Giovanni Rotondo, 16-20 settembre 1987, 1988; cfr. in particolare Appendice.

[11] C. S., op. cit., p. 74.

[12] Cfr. Summa Theol., I, q. 105, a. 8 ss; Latourelle R., I miracoli di Gesù e teologia del miracolo, Assisi 1987, p. 370 ss.

[13] Cfr. Marianeschi P. M., La stimmatizzazione somatica, Fenomeno e segno, Città del Vaticano 2000; Adnés P., op. cit., 1211-1243; Sbalchiero. P., «Stigmate» in Dizionario dei miracoli e dello straordinario cristiano, vol. II, Bologna 2008.

[14] Cfr. Marianeschi P. M., op. cit., p. 17 ss.