Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
San Severino abate a cura di Ermes Dovico
un incontro proficuo

L'autentico progresso nato all'ombra della fede

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Santa Francesca Cabrini sottolineava «quanto rispetto si debba alla Chiesa anche come nutrice di scienze e arti». Come dimostrano scoperte e innovazioni di scienziati credenti e persino consacrati.

Cultura 31_12_2024

Ho letto con molto interesse l’articolo di Antonio Tarallo I viaggi di Francesca Cabrini e il suo vero tesoro: Gesù, apparso sulla Nuova Bussola Quotidiana il 21 dicembre scorso. Tarallo ricorda alcuni fra i temi cui Francesca Saverio Cabrini, la grande santa di Sant’Angelo Lodigiano, fu particolarmente sensibile e ad essi voglio aggiungerne uno che trovo particolarmente importante per la mia attività di ricerca e cioè l’attenzione della santa al tema della scienza. Leggendo infatti il libro Tra un'onda e l'altra, viaggi di Santa Francesca Saverio Cabrini (ed. Centro Cabriniano di Roma, 2012) si trova a pagina 553 questa riflessione che la Santa scriveva alle sue consorelle nel febbraio 1906:

«I frutti hanno una fragranza e un sapore tutto speciale, e qui presso Los Angeles abita il celebre naturalista Burbank che va aggiungendo nuove meraviglie alle meraviglie naturali, e con ingegnosi esperimenti e innesti ha ottenuto nuove specie di fiori e frutti, albicocche e prugne senza nocciolo, uva senza semi. A gloria della Chiesa debbo dirvi che chi mostrò la via al signor Burbank fu l'Abate Gregorio Mendel il quale, mezzo secolo fa, nel suo convento di Austria, cominciò esperimenti che hanno reso celebre il nome del naturalista di California. Ciò che egli compie al presente è dovuto al lavoro di un intelligente monaco Agostiniano. Di qui vedete quanto rispetto si debba alla Chiesa anche come nutrice di scienze e arti».

Gregor Johann Mendel (1822-1884) fu in effetti un grande uomo di fede e di scienza, in quanto con i suoi studi sull’ereditarietà dei caratteri aprì le porte a una nuova disciplina, la genetica, il cui nome viene introdotto da Bateson nel 1906 proprio a seguito della riscoperta delle leggi sull’ereditarietà che Mendel aveva formulato nel suo famoso articolo scientifico del 1866 Versuche über Pflanzen-Hybriden (esperimenti sugli ibridi vegetali). Tale articolo concentra gran parte dell’eredità scientifica di Mendel e ai suoi tempi passò purtroppo del tutto inosservato e persino avversato da una comunità scientifici che non era in grado di comprendere quanto di nuovo vi fosse nei concetti espressi da Mendel e basati sul calcolo combinatorio. Mendel fu anche cultore di meteorologia e nel suo monastero si dedicò alle osservazioni e alle misure meteorologiche, il che ci porta a riflettere sulla meteorologia come disciplina esemplare per illustrare l’idea di “Chiesa anche come nutrice di scienze e arti” espressa dalla Cabrini. Tale riflessione non può che prendere le mosse da Galileo Galilei (1564-1642) e dai suoi principali allievi Evangelista Torricelli (1608-1647) e Benedetto Castelli (1578-1643), i cui stessi nomi rimandano al legame fra scienza e fede.

Galileo, padre del metodo scientifico sperimentale che è (o dovrebbe essere) un faro per chiunque si occupi di scienza, può essere a ragione considerato come il padre della meteorologia moderna perché a lui e alla sua scuola si deve l’invenzione degli strumenti per misurare i fenomeni atmosferici: il termoscopio di Galileo, il pluviometro e l’evaporimetro di Castelli e il barometro di Torricelli. A ciò si aggiunga che alla scuola di Galileo si deve l’uso di tali strumenti per attrezzare la rete meteorologica medicea, prima rete meteorologica sorta a livello mondiale e che comprendeva stazioni di rilevamento italiane e straniere (Vallombrosa, Varsavia, Innsbruck, ecc.). La rete medicea, attiva dal 1654 al 1667, fu coordinata dal padre gesuita Luigi Antinori (1599-1679) e fu il primo esempio di raccolta sistematica di dati meteorologici strumentali e sensoriali (osservazioni «a vista») provenienti da luoghi geografici diversi. Peraltro la rete medicea adottava criteri che ancor oggi capita non di rado di vedere disattesi e cioè strumenti omogenei (ad esempio i piccoli termometri fiorentini) e procedure di rilevamento uniformi.

Molti sono gli uomini di fede che nei secoli seguenti hanno contribuito al progresso della scienza meteorologica e fra questi si possono, ad esempio, citare il padre gesuita Ruggero Boscovich (1711-1787), fondatore dell’osservatorio di Milano Brera e il padre gesuita Angelo Secchi (1818-1878), fisico, astronomo, meteorologo, direttore per quasi trent’anni dell’Osservatorio del Collegio romano e che apportò contributi chiave alla nascita dell’astrofisica e allo sviluppo della moderna meteorologia. Più vicina a noi è la figura di don Elia Orsenigo (1924-2014) cultore di meteorologia presso il seminario Vescovile di Venegono Inferiore e con il quale ebbi il piacere di collaborare tanti anni fa.
Ricordiamo infine che nel libro scritto anni fa dallo storico della scienza Luigi Iafrate, Fede e Scienza: un incontro proficuo. Origini e sviluppo della meteorologia moderna fino agli inizi del ’900 (uscito nel 2009 nella collana Scienza e Fede dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum) sono raccolti molti riferimenti storici utili ad illustrare il concetto di “Chiesa nutrice di scienze e arti” attraverso la storia della meteorologia.



Gli scritti della santa

I viaggi di Francesca Cabrini e il suo vero tesoro: Gesù

21_12_2024 Antonio Tarallo

I resoconti dei viaggi di Francesca Cabrini (1850-1917) immergono il lettore in quella che fu la grande missione della santa italiana in America. Tra tante peripezie e opere di carità, ricordava alle sue missionarie che Gesù è «il nostro vero Tesoro».

INIZIATIVA

Mendel Day, una sfida allo scientismo

29_01_2014 Giulia Tanel

Tra febbraio e marzo si terranno in una trentina di città i Mendel Day, in onore di Gregor Mendel, padre della genetica moderna. Appuntamenti che dimostreranno come Scienza e Fede non solo sono conciliabili, ma necessarie una all'altra.

L’ANNIVERSARIO

Copernico, il religioso che unì scienza e fede

18_02_2023 Massimo Scapin

Questa domenica ricorrono i 550 anni dalla nascita di Niccolò Copernico, matematico e canonico, noto per i suoi studi sul sistema eliocentrico. Dedicò la sua opera principale a papa Paolo III. Al grande astronomo e religioso è dedicata la sinfonia Copernicana, l’opera più grandiosa di Górecki.

IL LIBRO

San Giuseppe Moscati, uomo di scienza e carità

16_11_2022 Fabio Piemonte

Medico controcorrente rispetto al positivismo imperante ai suoi tempi, san Giuseppe Moscati univa fede e acume scientifico. Viveva la professione come una vocazione, vedendo nell’ammalato un’immagine di Cristo sofferente. Paolo Gulisano descrive la figura del santo medico in un libro fresco di stampa.