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SANT'AGATA BOLOGNESE

L'assessorato alla Vita "sfida" i politici da compromesso

Il sindaco forzista di Sant'Agata bolognese, culla della Lamborghini, crea il primo assessorato alla Vita: aiuti economici, campagne informative, sostegno ai Cav. Quante cose può fare un comune per fermare l'olocausto silenzioso. Il sindaco illustra alla Nuova BQ la sua sfida alla cultura della morte. 

Vita e bioetica 08_11_2017
Il sindaco di Sant'Agata Giuseppe Vicinelli

Difendere la vita dal suo principio fino alla conclusione naturale è ormai diventata un’attività sempre più rara nel panorama politico. I pochi amministratori o deputati che lo fanno spesso devono avventurarsi a rischio della propria immagine e a volte mettendo in pericolo i fragili equilibri politici. Perché il dichiararsi contrario all’aborto ad esempio può ancora capitare per chi è eletto, ma difficilmente si vedrà un politico che in nome della vita si rimbocca le maniche per impedire l’aborto, utilizzando le leve concesse dal suo ruolo amministrativo o parlamentare. E’ per questo che l’iniziativa di un sindaco del bolognese di una lista di centrodestra di istituire un assessorato alla Vita merita almeno il plauso iniziale che si deve tributare a chi ha il coraggio di rompere lo schema che vede le politiche pro life soccombere sempre di fronte alla ragion politica del compromesso.

Siamo a Sant’Agata bolognese, comune al confine con Modena e Ferrara celebre per ospitare gli stabilimenti della Lamborghini. Ma non è di motori che si parlerà domani nella sala del consiglio comunale dove il primo cittadino, che è anche coordinatore provinciale e cittadino di Forza Italia a Bologna, ha invitato la cittadinanza per illustrare le caratteristiche del nuovo assessorato e le politiche concrete che verranno messe in campo per sostenere la vita nascente. Va detto subito che trattandosi di un Comune non sono molte le leve che un’amministrazione può mettere in campo per fermare l’olocausto silenzioso del XX e del XXI secolo (8 milioni i feti abortiti in Italia da quando c’è la legge 194). Ma è il segnale che ci può essere una politica amica dell’uomo che, se trasportata su grande scala, nazionale o persino visto i chiari di luna comunitari, internazionale, potrebbe cambiare molte cose. Persino contribuire a far calare il dato monstre degli aborti nel mondo.

“La vita è il bene fondamentale dell’uomo – spiega alla Nuova BQ il primo cittadino Giuseppe Vicinelli – se partiamo da questo principio e dal fatto che è compito dell’amministrazione tendere al bene comune, il risultato non può essere che uno sforzo partendo dal riconoscimento della sacralità della vita”.

Ma quale sarà lo scopo del nuovo assessorato? “Duplice: anzitutto lanciare un messaggio di speranza in un mondo in cui tutto sembra negativo, invece c’è ancora chi mette al mondo figli e così facendo rimarca l’importanza della vita”.

Ma è sul secondo scopo che l'azzurro Vicinelli sa di giocarsi buona parte della sua credibilità politica: “Vogliamo fare azioni concrete per aiutare le donne che pensano di abortire. Ad esempio favorendo l’istituzione di un Cav (centro aiuto alla vita) che operi nella nostra zona, ma anche informare con campagne di comunicazione che le donne possono portare a termine la gravidanza e dare in adozione il bambino. Infine favoriremo il Progetto Gemma, che ha lo scopo di sostenere anche economicamente per due anni le donne che scelgono di non abortire e consegneremo un pacco di prima necessità di beni da utilizzare per i primi mesi di vita del bebè, come i pannolini e altre cose indispensabili”.

Vicinelli è consapevole che le erogazioni materiali sono ben poca cosa per arginare la piaga dell'aborto. Molto dipende da un cambio di mentalità e il nuovo assessorato servirà proprio a dare il buon esempio. “Spero tra qualche anno di poter fare un bilancio positivo dell’assessorato, magari mostrando quanti aborti abbiamo fermato. Sarebbe già un risultato straordinario”.