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CATASTROFISMI REITERATI

L'apocalisse rimandata di Randers

L'ennesimo libro di Jorgen Randers segna la deadline del nostro pianeta tra 40 anni. Senza però fare ammenda dei continui errori da lui commessi – e da molti altri catastrofisti internazionali – nel segnalare date sempre più prossime (ed errate) della fine del mondo.

Creato 07_05_2013
Jorgen Randers

“I giovani devono innanzitutto capire quali sono i meccanismi che governano il mondo politico attuale e poi dovrebbero dichiararsi pronti a fare la loro parte, e quindi anche a pagare più tasse e a sostenere un forte governo tecnocratico che possa agire con una visione di lungo termine. Infine, dovrebbero fare meno bambini possibile, soprattutto nei Paesi industrializzati, dove un figlio, mediamente, consuma 40-60 volte più risorse ed energia di un figlio in India». La frase è estrapolata dall'intimo articolo dedicato a Jorgen Randers, famoso ambientalista norvegese, dal titolo: Solo l’élitocrazia illuminata può salvare il pianeta. Il modello (involontario, a dire il vero) arriva proprio dall’Italia, che ha il più basso tasso di natalità al mondo (1,3 bambini per donna): non perché gli italiani siano più consapevoli sul fronte demografico-ambientale, ma «perché avete creato una società, negli ultimi 20 anni, che ha reso totalmente impossibile per una donna avere sia un lavoro sia un bambino. Le italiane, in modo molto saggio e razionale, hanno scelto il lavoro».

Un governo tecnocratico capace di agire rapidamente, contrapposto alla democrazia partecipativa classica: la ricetta politica all’italiana entusiasma l’ambientalista norvegese Jorgen Randers. «Ogni tanto le decisioni vanno prese velocemente, anche se con forti costi immediati. Avviene oggi nell’Italia guidata dal moderno governo tecnocratico di Monti come nella Roma di duemila anni fa governata, in situazioni di emergenza, da dittature temporanee (finché Giulio Cesare non divenne dictator perpetuus, ndr)». E continua:«Forse, però, il miglior esempio che io conosca è la Commissione dell’Unione europea, un’élitocrazia formata da persone molto competenti, e non controllate dal Parlamento europeo, che è riuscita a far passare risoluzioni che non sarebbero probabilmente mai state approvate dai singoli parlamenti nazionali, eletti democraticamente…».

L'articolo, pubblicato il 19 aprile all’interno dell’inserto Green del Corriere della Sera nell’imminenza dell’“Earth day” (che cade il 22 aprile) e per lanciare il “nuovo”  libro di Randers, membro del Club di Roma e del WWF, dal titolo 2052: Scenari globali per i prossimi quarant’anni, che come al solito aggiorna la data della fine del mondo senza dire che le precedenti previsioni erano errate.

Era il 1972, più di 40 anni fa, quando il prestigioso MIT per conto del “maltusiano” Club di Roma determinò le scelte a livello globale prevedendo nel famoso testo I limiti dello sviluppo la “fine” del petrolio nel 1992, dell’argento nel 1985, dello stagno del 1987, dello zinco nel 1990, dell’alluminio nel 2003, del rame e piombo nel 1993, inoltre nello stesso periodo non sarebbero più stati disponibili oro e mercurio. La soluzione alla catastrofe era una netta modificazione del modello economico ed un controllo dell’esplosione demografica attraverso il controllo delle nascite.

Nel 2006 tre dei quattro autori de I limiti dello sviluppo aggiornarono la data della fine delle risorse umane pubblicando il libro dal titolo I nuovi limiti dello sviluppo. In barba alla prevista fine catastrofica dell’umanità gli stessi quotidiani che spesso sembrano la cassa di risonanza dell’ecologismo profondo non rilevarono alcuna apocalisse,  invece ad esempio La Repubblica pubblicò il 14 settembre 2010 un articolo dal titolo: 2000-2010 Il decennio che rimpiangeremo.  Una delle frasi dell’articolo è: «Eppure i dati non lasciano dubbi. Le crisi si rincorrono ai quattro angoli del pianeta, ma gli anni dal 2000 al 2010 sono stati benedetti: l’umanità, nel suo complesso, non è mai stata così bene. È il miglior decennio nella storia dell’uomo’ proclama Charles Kenny che sull’argomento sta per far uscire il libro Getting better». Naturalmente per tutti la spiegazione è che la catastrofe era solo rinviata.

Recentemente Randers, coautore sia de I limiti dello sviluppo sia de I nuovi limiti dello sviluppo, ha scritto un nuovo testo con le aggiornate catastrofiche previsioni per i  prossimi quaranta anni che ha trovato ampio spazio sui mass-media mondiali con frasi che inneggiano, senza sollevare alcuna critica, all’inutilità della democrazia a favore di una ”elitocrazia verde” ed all’esemplare inverno demografico italiano. 

Le previsioni eco-catastrofiche di imminente autoestinzione dell’umanità servono per imporre rapidamente comportamenti per paura. Invece sarebbe fondamentale educare le persone a cercare un senso nella quantità e qualità delle cose che si utilizzano, a cercare di fare le stesse cose con meno. Con un piano sostenibile finanziariamente per la famiglia, ad esempio, le luci dette a basso consumo dovranno gradualmente sostituire quelle tradizionali. Questo non per paura, non allo scopo di evitare “convenientemente” la catastrofe dovuta al previsto ed imminente riscaldamento globale, ma ciò dovrebbe avvenire per scelta.  Infatti andrebbe fatto anche se i modelli matematici prevedessero la glaciazione. E’ una scelta di comportamento che  in altri tempi si sarebbe detto che discende dalla virtù della temperanza.

Sorgono però dei dubbi sull’uso delle angosciose previsioni di ecocatastrofi, che da anni i mass-media amplificano senza mai verificarle. Recentemente sono state minacciate querele e richiesta danni ai meteorologi che hanno previsto un tempo meteorologico durante il week-end peggiore di quello che poi si è effettivamente verificato. Nessuno avrebbe dato loro credito se avessero affermato: «non ci siamo sbagliati, infatti pioverà tra  circa 40 giorni». Come mai non si parla mai dei danni, relativamente molto maggiori, causati dai comportamenti determinati dall’aver creduto alle previsioni del tipo di quelle del “Club di Roma”? Come mai nessuno chiede i danni preferendo invece periodicamente dare ampio spazio alle nuove fosche previsioni che traslano in avanti la data dell’apocalisse?