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La lettera

L’abbraccio tra la madre e il bambino

L’abbraccio della madre pone le condizioni per avvertire l’abbraccio di Dio nella nostra vita. Questo abbraccio inizia nel grembo materno, come dimostra la letteratura scientifica.

«E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: “Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me; chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato”» (Mc 9,36-37).

Quel bambino abbracciato da Gesù ha un volto concreto: il mio, il tuo, quello di tutti i bambini non abbracciati, quello dei migranti che non trovano soccorso, quello dei malati non curati, quello degli anziani non accuditi.

Il bambino è una persona fragile, non ha ancora forze per affrontare il mondo, ne ha una sola: farsi abbracciare dalla propria mamma.

L’abbraccio della madre pone le condizioni per avvertire l’abbraccio di Dio nella nostra vita. La relazione con il padre è preludio di quella che sarà con Dio che è Padre.

L’essere stati abbracciati dalla propria madre fa camminare con sicurezza tra le avversità della vita, getta lo sguardo sulla consolazione che è sempre possibile.

Il dialogo col padre spiana la strada al dialogo con Dio e permette di riconoscerlo come Padre e non solo come Creatore.

Ecco i genitori: indicano la strada del Bene, guidano verso la Gioia senza fine, accompagnano nel percorso da compiere.

Ma… quando una madre ha cominciato ad abbracciare il proprio figlio?

Ci viene in aiuto la scienza. La letteratura scientifica dimostra il dialogo incrociato madre-embrione. Già nella tuba materna il figlio invia e riceve messaggi biochimici umorali, bussa, così, al sistema immunitario della madre e chiede accoglienza. Il suo corredo cromosomico è il nuovo genoma che si è costituito, è una nuova combinazione genica (geni paterni e geni materni), per cui, se non accolto dal sistema immunitario della madre, verrebbe rigettato come fosse un corpo estraneo.

Il figlio allo stadio embrionale chiede alla madre (sempre attraverso messaggi biochimici) di preparagli un posto in utero, come pure di bloccare il flusso ematico mensile perché altrimenti verrebbe perso. Il figlio chiede accoglienza, la madre risponde abbracciandolo.

L’accoglienza della madre si evolve e si trasforma a seconda dello sviluppo fisico, psichico e spirituale del proprio figlio modellandosi sulle esigenze che possono presentarsi nel corso della crescita e degli eventi della vita.

Ma Dio ci abbraccia?

Certo e lo fa attraverso l’Angelo Custode, attraverso i Suoi ministri santi e santificatori, i defunti al Suo cospetto che intercedono per noi, i Santi elevati all’onore degli altari,  attraverso la tenerezza di Maria, attraverso Gesù, Infinito Amore misericordioso.

«Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».         

23 settembre 2024, San Pio da Pietrelcina                                                                                                                                       

Adelaide Grimaldi