RIFLESSIONI
La voce dei cattolici e la politica che non c'è
Nella confusione di questi mesi, a mancare è proprio la politica vera, quella che propone e progetta. Un vuoto che i cattolici devono colmare.
Attualità
28_01_2011
La politica affidata al Tg1, dove impietosamente il direttore Minzolini manda il video con le promesse di dimissioni di Fini. O affidata a Santoro-Gruber-Floris-Fazio-Annunziata-Lerner (c’è da qualche parte un conduttore di programmi politici non dichiaratamente di sinistra?) e a Vauro che strappa l’applauso presentando una vignetta con Papa che si chiede perché il Cavaliere non si faccia prete visto che gli piacciono le minorenni. La politica come guerra combattuta con altri mezzi, con tutti i mezzi tranne la politica.
Anche la sinistra non fa politica, aspetta l’iniziativa di magistrati ed escort, si affida a microspie e a intercettazioni, conta su investigatori privati e delatori. Le primarie, recente mito che con Prodi e Veltroni avevano funzionato fin quando erano state pilotate dal partito e l’esito era scontato, quando invece sono state fatte come si deve sono sfuggite di mano. A Milano ha vinto il vendoliano Pisapia, a Napoli sono finite in mano alla lotta tra bande. In ambedue i casi ha perso il segretario Bersani che ha dovuto commissariare il partito partenopeo, mettendo una pietra sopra – probabilmente per sempre – a questo strano rito delle primarie, troppo americano per essere italiano, troppo italiano per rispettare le procedure, troppo procedurale per riempire il vuoto della politica.
La politica si è seduta all’angolo della strada e guarda chi passa. Non vive di vita propria ma di vita indotta, aspetta la palla che arriva di sponda, spera più negli autogol che nei propri attaccanti, elabora tattiche ma solo per evitare le trappole che altri le tendono, prepara trabocchetti per anticipare i trabocchetti altrui, non vuole vincere, spera di non perdere.
E’ in questo caos vuoto che si dovrebbe sentire la voce dei cattolici. Quella dei vescovi l’abbiamo sentita lunedì scorso ed è stata una voce che ha dato a ciascuno il suo, non si è fatta intrappolare nelle beghe politiche e nulla ha concesso a quanti hanno finito ieri di protestare contro le ingerenze politiche dell’episcopato e oggi già pretendono che Bagnasco denunci questo o quello scendendo direttamente in campo. Ma dopo i vescovi dovrebbero parlare i cattolici ed indicare una linea al Paese, fare un richiamo unitario a ciò che conta, indicare delle priorità da sostenere subito e delle riforme più di secondo piano da perseguire nel medio termine. La morale è importante per la politica, ma il moralismo la uccide.
Ci sono dei momenti in cui è la politica che deve esprimere vitalmente una sua proposta, nessuno la può trarre fuori dal pantano. E’ in questi momenti che la mancanza di una voce unitaria si fa maggiormente sentire.