La Vergine della Rivelazione e la conversione di Cornacchiola
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12 aprile 1947, una grotta presso le Tre Fontane, a Roma: Maria appare all'eretico Bruno Cornacchiola, presentandosi come la Vergine della Rivelazione. È l’inizio di una mariofania straordinaria, non ancora riconosciuta dalla Chiesa, che tuttavia ha permesso il relativo culto.
Un luogo, una grotta, la Vergine Maria e, in particolare, una conversione, tra le tante: è questa, in estrema sintesi, la storia della Vergine della Rivelazione. In noi, questo appellativo di Maria Santissima, in fondo un po’ inusuale perché ancora poco diffuso, suscita una molteplicità di sentimenti. Avviene sempre così quando si parla di Maria. Il luogo di questa incredibile storia è ormai conosciuto da tutti come “la grotta delle Tre Fontane” o “grotta della Vergine della Rivelazione”: sorge vicino a un altro luogo importante, il Santuario di San Paolo alle Tre Fontane, dove l’Apostolo delle genti trascorse i suoi ultimi giorni di vita. In questo spazio naturale regna il silenzio: sembra un’oasi di pace immersa nel traffico della città metropolitana di Roma. È lo stesso silenzio che Bruno Cornacchiola, il protagonista di questa storia, cercava quel 12 aprile 1947, il giorno in cui gli apparve la Vergine Maria. Era assieme ai suoi tre figli, ancora bambini: Gianfranco, Carlo e Isola che all’epoca avevano rispettivamente 4, 7 e 10 anni.
Bruno Cornacchiola, quel 12 aprile, voleva trovarsi in un luogo silenzioso perché doveva scrivere una conferenza dal titolo più che esplicito: «Maria non è sempre Vergine e Immacolata», un’invettiva contro i dogmi della Verginità Perpetua di Maria e dell’Immacolata Concezione. Cornacchiola, all’epoca dei fatti, aveva un desiderio: diventare pastore avventista. Il suo rifiuto della religione cattolica aveva radici piuttosto lontane: durante la partecipazione, come volontario, alla guerra civile spagnola (1936-1939), era stato persuaso a convertirsi al protestantesimo da un militare tedesco di fede luterana. Il suo animo divenne così ribelle da suggerirgli un’idea diabolica: uccidere il papa. Il pugnale era già pronto. Mancava solo l’occasione giusta per adempiere l’infernale progetto. Una volta tornato a casa dalla guerra, impose alla moglie Iolanda di seguirlo nel protestantesimo, così da lasciare per sempre la fede cattolica. Il rapporto fra i due coniugi divenne sempre più difficile. La moglie, dopo aver tentato invano di dissuadere Bruno da quel proposito, accettò la sua richiesta solamente per non creare altra tensione in casa, ma allo stesso tempo chiese al marito, come ultima speranza per un suo futuro ravvedimento, di fare la pratica dei primi nove venerdì in onore del Sacro Cuore di Gesù.
Ma torniamo a quel 12 aprile di 77 anni fa. Per preparare la conferenza contro la Vergine Maria, Cornacchiola aveva deciso di recarsi assieme ai figli a Ostia, una località assai vicina alla capitale che si affaccia sul litorale tirrenico. Ma i quattro, recandosi alla Stazione Ostiense di Roma, persero il treno che li avrebbe portati a Ostia. Cambio di programma, cambio di luogo: Bruno optò per l’abbazia delle Tre Fontane retta dai padri cistercensi, sulla via Laurentina. Una volta raggiunto il luogo, Bruno sedette sotto un eucalipto; cominciò a prepararsi per l’importante conferenza mentre i bambini giocavano con una palla nel boschetto vicino. Dopo aver perso la palla, i bambini invitarono il padre ad aiutarli nella ricerca. E fu a questo punto che avvenne qualcosa di straordinario. I suoi figli, davanti a una grotta naturale che si trova in quella zona di Roma, caddero in ginocchio come se fossero in dormiveglia, in uno stato di estasi: «Bella Signora, bella Signora…», ripetevano i piccoli. Bruno non capiva ed esclamò: «Dio, salvaci tu!».
A questo punto, anche lui riuscì a vedere la «Bella Signora», che si presentò così: «Sono la Vergine della Rivelazione. Tu mi perseguiti, ora basta. Rientra nell’Ovile Santo». Cornacchiola aveva davanti a sé la Vergine in tutta la sua bellezza. Era apparsa sopra una pietra di tufo: i capelli neri, ricoperti da un manto verde; la veste bianca, cinta ai fianchi da una fascia color rosa. La Vergine stringeva fra le mani un libro, la Bibbia. Con la sinistra indicava una veste nera sacerdotale in terra, vicino ad una croce frantumata. Fra i due, un dialogo intimo, profondo e silenzioso che durò circa un’ora. Al termine del colloquio la Vergine, per rassicurare Bruno Cornacchiola della veridicità dell’apparizione e dargli quindi una prova della stessa, gli disse che avrebbe dovuto cercare un sacerdote e che quest’ultimo, alle parole «Padre, le devo parlare», avrebbe risposto: «Ave Maria figliolo, che cosa vuoi?».
E così sarà: il 28 aprile dello stesso anno, Bruno si recò nella chiesa di Ognissanti a Roma. In questa chiesa, Bruno incontrò un sacerdote che si rivolse a lui con le parole indicate dalla Vergine. Quel sacerdote era don Albino Frosi che – una volta ascoltata la storia – gli indicherà un altro sacerdote come guida spirituale, don Gilberto Carniel. E sarà sempre don Carniel a guidare i coniugi Cornacchiola a rientrare nella Chiesa cattolica: il 7 maggio 1947, Bruno e Iolanda fecero l’abiura del protestantesimo, rientrando nell’«Ovile Santo».
Cornacchiola raccontò anche altri incontri con la Vergine della Rivelazione, sempre nel ‘47: il giorno prima dell’abiura; poi il 23 maggio, quando era salito alla grotta col sacerdote orionino don Mario Sfoggia; e, infine, il 30 maggio. Secondo la sua testimonianza, Cornacchiola ebbe nel corso della vita una cinquantina di apparizioni. Nel 1982, riceverà un importante messaggio dalla Vergine: «In questo luogo voglio avere un santuario ed essere venerata con i nuovi titoli di Vergine della Rivelazione e Madre della Chiesa! La mia casa deve essere aperta a tutti, in modo che tutti entreranno in essa, nella casa del soccorso, e si convertiranno. Gli assetati ed i confusi verranno qui per pregare, vi troveranno amore, comprensione e consolazione, essi vi troveranno il vero senso della vita».
Una storia straordinaria, ricca di fede e devozione popolare. È necessario però precisare che le apparizioni della Vergine nel luogo delle Tre Fontane, che rientrano tra le rivelazioni private, ancora non sono state riconosciute ufficialmente dalla Chiesa cattolica, ma neanche mai condannate. Ci sono comunque dei fatti che testimoniano l’attenzione positiva della Chiesa: basti ricordare che nel 1956 Pio XII, lo stesso papa che Bruno, prima della conversione, aveva in progetto di uccidere, consentì la costruzione alle Tre Fontane di una cappella per il culto della Vergine; e, nel 1997, papa Giovanni Paolo II approvò la nuova denominazione di quel luogo come «Santa Maria del Terzo Millennio alle Tre Fontane».
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