La vera identità della Monaca di Monza
Il racconto sulla Monaca di Monza corrisponde solo in parte alla storia di Virginia de Leyva, la suora che ha ispirato il personaggio de I promessi sposi. E di cui Manzoni omette un aspetto fondamentale.
La Monaca di Monza appartiene alle grandi figure femminili della letteratura, a quella lunga schiera che comprende, tra le altre, la Medea di Euripide e di Seneca, la Didone virgiliana, la Francesca da Rimini immortalata da Dante...
Un’attenta ricerca sulla figura ci permette, però, di riflettere sul fatto che il racconto che conosciamo noi di Gertrude è solo in parte corrispondente alla verità dei fatti. Manzoni legge la vicenda raccontata dallo storico Giuseppe Ripamonti, che in parte è romanzata, e riesce a consultare per qualche tempo gli atti del processo a suor Virginia Maria de Leyva, signora di Monza, solo dopo la stesura della Ventisettana. Manzoni tratteggia un’immagine nera, un po’ gotica e maledetta di una figlia che non ha saputo reagire alla sopraffazione paterna e non ha trovato riscatto e redenzione nella sua vocazione. Ma chi era davvero la Monaca di Monza?
La condanna di suor Virginia e la fine di Osio
Quale fu la sentenza relativa alla religiosa che ispirò la figura manzoniana della Monaca di Monza? E la fine del suo amante? Scopriamolo
La Monaca di Monza e gli atti del suo processo
Gli atti del processo a suor Virginia de Leyva sono stati pubblicati solo nel 1985. Dalla loro lettura si scoprono alcuni aspetti interessanti.
La Monaca di Monza, il perché del nome Gertrude
Manzoni non chiamò la Monaca di Monza con il suo vero nome, ma la immortalò come Gertrude. Per quali ragioni? Perché scelse proprio quel nome?
La vera storia della Monaca di Monza
Gli atti del processo della Monaca di Monza riservano non poche sorprese. I fatti andarono ben diversamente da come raccontati nei Promessi Sposi. Manzoni, ad esempio, non conosceva il vero nome della suora. Che riconobbe i suoi peccati, visse da penitente e morì in odore di santità.