La triptorelina ha i giorni contati?
Tavolo comune del Ministero della Salute e del Ministero della Famiglia sulla problematica della disforia di "genere" dei minori.
Nota congiunta del Ministero della Salute e del Ministero della Famiglia: «Prende il via, all’esito di un intenso lavoro istruttorio, un tavolo comune del Ministero della Salute e del Ministero della Famiglia, promosso dai ministri Orazio Schillaci ed Eugenia Roccella, sulla problematica della disforia di genere dei minori, a partire dall’utilizzo della triptorelina, il farmaco bloccante della pubertà. […] Il tavolo di tecnici ed esperti, la cui composizione verrà completata nei prossimi giorni, è finalizzato all’elaborazione di nuove specifiche linee di indirizzo, alla luce di una ricognizione della letteratura scientifica e delle esperienze di altri Paesi che, dopo aver promosso una pratica estensiva di questi farmaci, stanno rivedendo le proprie posizioni. […] L’iniziativa fa seguito all’audizione, presso il Ministero della Salute, delle principali società scientifiche coinvolte nella problematica della disforia di genere negli adolescenti, e a un quesito avanzato al Comitato nazionale di Bioetica per valutare l’opportunità di riesaminare la questione dell’uso della triptorelina nei casi di disforia di genere dei minori. Tale istanza è stata inoltre accompagnata, tra l’altro, dall’avvio di una ricognizione presso le Regioni relativamente al monitoraggio clinico e di spesa e alle prescrizioni di triptorelina per i casi di disforia, e alla richiesta di una relazione ad Aifa sulle indicazioni terapeutiche per la somministrazione del farmaco».
E dunque che l’Italia segua l’esempio della Gran Bretagna, della Finlandia, della Svezia, di 20 Stati americani e da ultimo della Francia che dopo aver provato la triptorelina sulla pelle dei ragazzi hanno fatto un passo indietro.