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ABUSI ONLINE

La pavidità dell'Ue di fronte alla piaga della pedofilia

Il nuovo rapporto Onu sulla pedofilia rivela che durante la pandemia l'attività dei pedofili online è aumentata enormemente. C'è chi innova gli strumenti  informatici di caccia agli abusatori, come la Child Rescue Coalition americana. E chi, come l'Ue, emette invece leggi deboli che non rafforzano le difese contro questa piaga.

Famiglia 22_07_2021
Internet e i bambini

Il nuovo Rapporto dell'Ufficio delle Nazioni Unite per la Droga e il Crimine conferma gli allarmi sull’incremento della tratta dei minori ed il diffondersi di  pedofilia e pedopornografia. Passi avanti nella lotta alla pedofilia e pedopornografia vengono dal sistema di tracciamento on-line elaborato dalla americana ‘Child Rescue Coalition’, attraverso il quale sarà più semplice catturare i delinquenti. Ciononostante, l’Europa rimane  pavida nell’impegno contro la pedofilia.

Secondo il Rapporto Onu pubblicato il 9 luglio, i trafficanti di esseri umani si sono adattati molto rapidamente alla nuova situazione della pandemia e continuano la loro attività criminale. Nello studio si denuncia, tra l’altro, che i criminali stanno usando i social network e altre piattaforme online per reclutare nuove vittime, approfittando del fatto che la popolazione mondiale passa molto più tempo davanti agli schermi ed è cresciuta la richiesta e consumo di contenuti pedofili. «È evidente che l'aumento della domanda di materiale pedopornografico ha esacerbato lo sfruttamento dei bambini in tutto il mondo», si afferma nel documento. Non era necessario questo nuovo allarme globale per spingere l’organizzazione americana ‘Child Rescue Coalition’ a sviluppare una nuova tecnologia di tracciamento basata su mappe geografiche che servirà ad identificare i computer che condividono e scaricano immagini e video pedopornografici. «La nostra nuova tecnologia vuole essere d’aiuto agli investigatori a elaborare decine di migliaia di dati da più fonti e in più formati. Questo permette loro di "vedere" i sospetti e di fare il loro lavoro, indagare ed arrestare i criminali e salvare i bambini, senza disperdere il loro tempo prezioso. Il nuovo software sta portando all'arresto di criminali prima irrintracciabili e al salvataggio diretto di bambini», in molti Paesi, si legge nella descrizione del nuovo e innovativo strumento.

Secondo la ‘Child Rescue Coalition’ più di 750.000 pedofili sono quasi costantemente online in tutto il mondo, scambiandosi materiale, trasmettendosi abusi in diretta per produrre pornografia infantile. La polizia di 96 Paesi sta già usando questo strumento, che negli ultimi anni ha contribuito all'arresto di più di 12mila pedofili e al salvataggio di 2.500 bambini. Il sistema consente alla polizia di ogni Paese di sapere se una particolare situazione di abuso sta avvenendo e dove sta accadendo nel territorio del proprio Stato. Il software della ‘Child Rescue Coalition’ usa le fonti dell’ICSE (International Child Sexual Exploitation), database dell’Interpol.

La pandemia ha dilatato le opportunità di abusare sessualmente dei bambini, dal marzo del 2020 milioni di bambini hanno trascorso più tempo online e per i predatori è stata la situazione ideale perché, con l'aumento della digitalizzazione, è aumentata anche l'esposizione al rischio dei bambini. Anche prima dell’arrivo della pandemia i numeri degli abusi sessuali sui bambini su Internet erano in crescita, ma con la pandemia gli abusi on line si sono centuplicati. Il NCMEC americano (Centro Nazionale Usa per i bambini scomparsi e sfruttati) riferisce che i casi sospetti di adescamento online di bambini per generare materiale pornografico sono aumentati del 63,31% durante la pandemia. La ‘Child Rescue Coalition’ ha coraggiosamente denunciato anche l’ignavia dei giganti del web e dei social che poco o nulla fanno per impedire che, sulle proprie piattaforme, si continuino a postare, scambiare e commerciare filmati di abusi pedopornografici. «L'industria ha ignorato tutti i nostri tentativi di incoraggiamento per garantire che i bambini siano al sicuro online e per creare un ambiente ostile per i pedofili, quindi è necessaria una legislazione cogente…È tempo che le aziende tecnologiche siano ritenute responsabili per la loro complicità nelle violenze sui bambini, nella pedofilia e pedopornografia e proteggano i nostri bambini dal male», scriveva anche il Daily Telegraph inglese lo scorso febbraio.

In questa lotta per la tutela dei bambini l’Europa che fa? Le nuove "Norme temporanee per rilevare gli abusi sessuali sui minori online", approvata lo scorso 6 luglio dal Parlamento europeo, permettono ai fornitori di servizi web, chat e messaggistica di contrastare, solo su base volontaria, la presenza di materiale pedopornografico online e rafforzano la privacy degli utenti. Un "cerchiobottismo" intollerabile. Don Fortunato Di Noto, fondatore di Meter, da 30 anni in prima linea contro la pedofilia e pedopornografia, ha definito la normativa «un'inaccettabile compromesso, debole, opaco…che non rispetta la tutela dei minori. Bisogna invece inserire l'obbligatorietà di collaborazione per i Server Provider e l’obbligo di fornire tutti gli elementi di individuazione dei soggetti che trafficano, adescano e promuovono la pedopornografia e l’ideologia pedofila».

La mollezza europea è ancor più inquietante se consideriamo, da un lato, le minacce del Parlamento Ue e della Commissione a favore degli LGBTI e contro la legge antipedofilia ungherese e, dall’altro,  il silenzio tombale sull’Olanda e la legalizzazione del Partito Pedofilo olandese (Partito per l’Amore per il Prossimo, la libertà e la diversità). Un Partito  che agisce legittimamente in uno Stato europeo, come hanno confermato Tribunali olandesi sia nel 2006 che lo scorso 2020 e che prosegue impunemente con le proprie attività ed iniziative. Nessuna denuncia alla Corte Europea per l’Olanda. Forse la Commissione ed il Parlamento europeo applicano alla pedofilia e pedopornografia il ‘principio di non discriminazione per orientamento sessuale’. Una conferma che i ‘valori europei’ non sono di casa a Bruxelles.