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REGRESSIONI

La paura che fa regredire i vescovi pro moschee

No, i vescovi non sono persone leggere, ingenue, ignoranti, sfruttatrici o profetiche. A muoverli è il terrore dell'islam che fa regredire le persone al punto da fargli assumere l’atteggiamento di chi fa finta di non vedere, mentre manifesta amicizia nella speranza che la fonte del terrore si esaurirà per magia o nella speranza che i terroristi “possano accorgersi” che noi siamo buoni.

Editoriali 17_02_2020

La Nuova Bussola Quotidiana dell'11 febbraio, riferendo dei vescovi italiani che si spendono affinché – nelle proprie diocesi – anche i musulmani abbiano le loro moschee tralasciando la questione che queste ultime non sono equiparabili alle chiese cristiane per l’ufficio anche politico e giuridico che assolvono, chiude l’articolo chiedendosi: «Leggerezza? Ingenuità? Ignoranza? Strumentalità? Profetismo improvvisato?».

Purtroppo non è nulla di tutto questo. Se fosse leggerezza vorrebbe dire che i vescovi sono uomini con competenze cognitive limitate; indifferenti a tutto quello che succede nel mondo, poiché non in grado di valutarne né il significato né gli effetti. Le persone leggere non hanno interesse se non per le cose che le riguardano da vicino. Leggera è la persona priva di sapore, vuota di contenuti, impermeabile ai vissuti del prossimo. In breve, una persona “leggera” non è in grado di dare “peso” neppure al più tragico degli eventi. Ora, nessuno potrebbe pensare a vescovi e a cardinali come personalità qualificabili come “leggere”.

Se fosse ingenuità avremmo a che fare con persone aggrappate all’infantile credenza che in fondo ci sia tanta bontà in ogni cosa e in tutti, persino quando il male diventa palese. La personalità leggera apprende dall’esperienza, ma l’ingenuo non apprende nulla; come una vittima tende sempre a scusare il male ricevuto dal proprio aguzzino. Gli ingenui sono persone pericolose perché manipolabili a motivo del loro bisogno di dipendenza dagli altri, particolarmente da coloro che sentono forti. Sarebbe un errore considerare gli ingenui persone sprovvedute; d’altronde non sono né virtuose né stupide, ma soltanto persone non cresciute, vale a dire immature. Non penso che vescovi e cardinali abbiano potuto occupare i loro seggi per una innata ingenuità.

Se fosse ignoranza, allora ci troveremmo di fronte a persone, se pur vescovi e cardinale, che ignorano Poitiers, ignorano Lepanto, ignorano Otranto, ignorano la chianca amara di Vieste, in una parola ignorano la storia, quel che l’Islam è, e quali siano i suoi fini. Non si tratta di ignorare i fatti storici o di non essere documentati sull’Islam, ma si tratta di un’ignoranza relativa all’importo affettivo legato a tali fatti. Non è strano dunque che il titolo del libro di uno storico italiano sia L’Islam è una minaccia? Falso. Di fronte a tale ignoranza non ci sono armi in grado di combatterla, poiché nulla può la conoscenza della mente contro l’ignoranza del cuore. Per gli studi compiuti, chi potrebbe pensare che vescovi e cardinali non conoscano i fatti storici, come i vari tentativi di invadere e sottomettere l’Europa?

Si tratta forse di strumentalità? I vescovi cattolici non sono nelle condizioni di poter strumentalizzare i musulmani, né sembrano avere scopi carrieristici che richiedano il loro sostegno. Vescovi e cardinali non hanno bisogno dei loro voti per essere eletti a qualche carica amministrativa in Vaticano. Peraltro sono all’apice della loro carriera ecclesiastica, e inoltre avrebbero tutto da perdere se si verificasse un’eccessiva espansione della religione musulmana. Penso che non sia neppure questo il motivo che porti i prìncipi della Chiesa Cattolica – la cui porpora sarebbe il segno del loro impegno a spargere il proprio sangue per la difesa del popolo Cristo – a caldeggiare la costruzione di moschee nelle proprie città.

Resta il profetismo improvvisato, ma mi è difficile identificare un tale profetismo. In ogni caso possiamo escludere che possa essere un profetismo di origine biblica, e anche un profetismo ispirato dallo Spirito Santo. Il Cristianesimo non prevede che ci siano altri Nomi, oltre il Nome di Gesù, per i quali l’umanità possa salvarsi. Se si tratta di un profetismo ispirato dai fatti che accadono, come se l’espansione dell’Islam fosse un fatto inevitabile cui non si possa porre rimedio, allora tali personalità della Chiesa Cattolica starebbero agendo come se il sistema immunitario di un organismo infetto si alleasse con gli agenti patogeni. In questo caso le conseguenze sarebbero disastrose, sarebbe l’apostasia profetizzata da Gesù.

No! Non si tratta né di leggerezza, né di ingenuità, né di ignoranza, né di strumentalità, né di profetismo improvvisato, si tratta semplicemente di paura, o se si vuole di terrore. Terrorizzato non è chi corre urlando da qualche parte; il terrore vero immobilizza e fa regredire l'individuo a una fase primitiva della vita al punto da fargli assumere l’atteggiamento di chi fa finta di non vedere, di non capire, di non sapere, mentre, al contempo, manifesta amicizia, apertura, accondiscendenza, nella speranza che forse la fonte del terrore si esaurirà per magia, oppure nella speranza che i terroristi un giorno “possano accorgersi” di quanto egli sia buono e che da lui non si ha nulla da temere.