La Nigeria presto polio-free
Da tre anni in Nigeria non si registrano casi di poliomielite. L’Oms si prepara a dichiarare scomparsa la malattia nel paese. La campagna mondiale avviata nel 1988 ha ridotto i casi del 99%
All’inizio del XX secolo il divieto di vaccinare i bambini contro la poliomielite in alcuni stati del nord della Nigeria a maggioranza islamica, per il diffuso sospetto che in realtà si volessero sterilizzare o avvelenare i bambini musulmani, ha fatto sì che la malattia quasi scomparsa in Africa si diffondesse di nuovo nel paese e in molti stati del continente rendendo necessarie nuove massicce campagne di vaccinazione. Nel 2012 più di metà dei casi di polio nel mondo si sono verificati in Nigeria. Poi, superata con difficoltà l’ostilità degli imam e della popolazione, è stato possibile contenere l’epidemia e adesso la Nigeria potrebbe presto essere dichiarata polio-free. Dal 21 agosto 2019 è da tre anni che non si registrano infatti nuovi casi e questa è la prima, fondamentale condizione per dichiarare scomparsa la polio in un paese. Ma dovranno passare ancora molti mesi prima che l’Organizzazione mondiale della sanità proclami la Nigeria “polio-free”. Occorre infatti che il paese dimostri di avere un sistema di monitoraggio efficiente, in grado di individuare eventuali nuovi casi. Inoltre è indispensabile che non venga abbassata la guardia, che le campagne di vaccinazione dei nuovi nati continuino affinché almeno il 95% dei bambini venga vaccinato in tutto il paese senza eccezioni. Per quel che riguarda il resto del continente, l’ultimo caso è stato registrato nel 2014 nel Puntland. Dal 1988, anno in cui è stata varata la campagna per l’eliminazione globale della polio, i casi sono diminuiti del 99%, da 350.000 in 125 stati nel 1988 ai 33 riportati nel 2018 in due paesi, Afghanistan e Pakistan. La campagna mondiale anti polio è stata possibile grazie al contributo e all’impegno di singoli stati, dell’Oms, dei Centri Usa per il controllo e la prevenzione delle malattie, dal Rotary International e dall’Unicef, ai quali successivamente si è aggiunta la Fondazione Bill & Melinda Gates.