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"società aperta"

La famiglia Soros allunga le mani sull'università

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Prima di passare il testimone al figlio, il 92enne imprenditore ha investito per diffondere la sua agenda politica attraverso la Open Society Foundation anche dalle cattedre universitarie. La sua è una filantropia che, secondo Elon Musk, "odia l'umanità".

Attualità 28_06_2023

Secondo il Financial Times, George Soros avrebbe investito negli anni 32 miliardi di dollari nel tentativo di diffondere la sua agenda politica attraverso la Open Society Foundation, di cui almeno 20, ufficialmente, nelle università sparse in tutto il mondo. Ora, il 92enne imprenditore e banchiere con uno dei patrimoni più ingenti al mondo, l’uomo che più di ogni altro ha messo la filantropia al servizio delle pulsioni culturali progressiste, cederà il controllo dei suoi fondi azionari da 25 miliardi di dollari al figlio Alexander. 

Il Soros tanto caro a Emma Bonino«dal 1994, ci aiuta e lo rivendico» –, quello dell’attacco speculativo del 1992 alla lira capace di svalutare la nostra moneta del 30% e che ci ha fatto guadagnare l’espulsione dal Sistema Monetario Europeo, ma a lui una laurea ad honorem per “meriti economici” – conferita da Romano Prodi –, continuerà a far risuonare a lungo il suo nome e a influenzare le politiche occidentali, più di quanto non sia accaduto fino ad oggi. 

«Con papà – uno dei più grandi donatori del Partito Democratico della storia Usa, che si è impegnato in prima persona per il diritto all’aborto negli Stati Uniti – la pensiamo allo stesso modo, io, però, sono più politico rispetto a lui», ha dichiarato il rampollo, appena afferrato il testimone. D’altronde, solo negli ultimi mesi, Alexander è diventato ambasciatore de facto alla Casa Bianca incontrando, tra i tanti, Chuck Schumer, leader dei democratici al Senato e il vicepresidente Kamala Harris, ma anche il presidente brasiliano Lula e il primo ministro canadese, Trudeau.

È al mondo universitario che la sfera di influenza della fondazione della famiglia Soros ha guardato principalmente negli ultimi decenni. Il figlio Robert Soros, è stato eletto nel consiglio di amministrazione della Central European University (CEU) nel 2012, e il fratellastro, Alexander, ha ora preso il suo posto. Nel corso degli anni Soros ha finanziato più di 20.000 borse di studio, investito centinaia di milioni solo nei college americani e creato una sua università.

È stato prima di lasciare il comando che Soros padre, scegliendo la platea di Davos – il Forum economico, riunione dell’élite mondiale –, ha lanciato il suo nuovo progetto: l’Open Society University Network (OSUN). Un miliardo di dollari elargiti solo il primo anno e un appello a tutti quelli che hanno, come lui, il sogno di collaborare alla creazione di una «nuova rete universitaria globale». Integrerà l’insegnamento e la ricerca tra istituti di istruzione superiore di tutto il mondo, offrirà corsi in network e programmi di laurea congiunti e riunirà periodicamente studenti e docenti di diversi Paesi per dibattiti anche online. «Rafforzare i valori della società aperta, in particolare la libertà di espressione e la diversità di opinione», è questo l’intento messo nero su bianco. 

Soros è stato chiaro, l’obiettivo è costituire un network di università impegnate “nel pensiero critico” che si occupino del cambiamento climatico e della difesa della democrazia da “dittatori” come Donald Trump. «Mio padre ha capito che l’educazione è il modo migliore per garantire che i valori in cui crede possano essere rinnovati in ogni generazione», ha commentato Alexander Soros. «Considero Osun il mio progetto più importante, e anche quello di più lungo respiro. Per questo motivo vorrei vederlo realizzato finché sono in vita», ha replicato papà George. Per Leon Botstein, presidente di Bard College: «Osun è l’iniziativa più trasformativa nel settore dell’istruzione superiore che abbia visto in tutta la mia carriera». 

Da New York a Londra passando per l’Asia e l’Africa, la rete globale delle università sulle quali Soros ha allungato la sua mano è in continua espansione. Eppure la prima avventura di Soros nell’istruzione superiore allo scopo di promuovere la sua visione, non è proprio recentissima. La prima sovvenzione di beneficenza al mondo universitario è degli anni ’70 al Bard College di New York. Ed è proprio a quest’ultimo che nel 2020 ha promesso 100 milioni di dollari nel prossimo decennio. 

Il progetto prese, poi, una cornice più definita con la fondazione dell’Università dell’Europa centrale (CEU) in Ungheria, nel 1991. Da sempre, ma soprattutto fino a quando Orbán non s’è messo di traverso – e per questo condannato della Corte di Giustizia Ue –, base ideologica delle sue operazioni nel campo dell’istruzione superiore.

Tra i più influenti ex alunni sono da ricordare certamente l’ex presidente della Georgia, Giorgi Margvelashvili; Lívia Járóka, nel 2017 vicepresidente del Parlamento europeo, vicepresidente della Commissione per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere a Bruxelles e presidente del PPE nel gruppo di lavoro sull’inclusione dei rom; Monica Macovei, ex ministro della difesa in Romania e poi parlamentare europea; Tina Khidasheli, già ministro della difesa georgiano; József Berényi, presidente del Partito della Coalizione ungherese in Slovacchia e Orsat Miljenic, ex ministro della giustizia croato. Ma solo George Soros ha potuto guardare allo stato dell’istruzione superiore americana e concludere che non è abbastanza liberal.

Soltanto nel 2020, la Open Society Foundation di Soros ha stanziato oltre 63 milioni di dollari, poco più del 5% del suo budget, per influenzare l’istruzione superiore a livello globale. Harvard, la Columbia, l’Indiana University e la Georgetown tra i 19 college nella rete del faccendiere. Tra i corsi che i soldi di Soros hanno finanziato ci sono sicuramente “Hate Studies Initiative”, “Migration Initiative”, “Racial Justice Initiative”, e “Abolire le carceri e la polizia” per  insegnare agli studenti «come progettare una campagna pubblicitaria multimediale per rendere virale l’abolizione delle carceri».

La Georgetown ha ricevuto 1,8 milioni di dollari per la Justice at Stake Campaign, ONG che ritiene non ci siano abbastanza “persone di colore, donne, lesbiche, gay, bisessuali e transgender e persone con disabilità” tra i giudici del Paese. La Ohio State University ha ottenuto finanziamenti per l’istituto di ricerca Kirwan Institute for the Study of Race and Ethnicity che si dedica allo studio della razza e dell’etnia, che a sua volta ha curato la formazione per i Los Angeles City Workers. Sotto l'egida del filantropo, poi, il programma “Trustee Leader-Scholar” al Bard di New York, tra i corsi più importanti: “Black Body Experience”, “Bard Palestine Youth Initiative”, “Migrant Labour Project”, “Palestine Awareness Project” e “Trans Action Initiative”.

«Soros mi ricorda Magneto», ha detto Elon Musk poche settimane fa, paragonando lo speculatore all’antieroe della Marvel. «Tu presumi che lui abbia buone intenzioni, ma non è così. Vuole erodere il tessuto stesso della civiltà, Soros odia l’umanità».