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Induismo

La conversione costa la vita a un giovane indiano

Kosa Kawasi aveva solo 22 anni e insieme alla moglie Jime si era convertito al Cristianesimo superando la disapprovazione della famiglia

 

In India i cristiani che pagano il prezzo più alto per la loro fede sono quelli convertiti, battezzati da adulti. Di solito si tratta di dalit, fuori casta, e di tribali, che già patiscono discriminazioni e trattamenti ingiusti perché ritenuti inferiori. Il 4 maggio la conversione è costata la vita a Kosa Kawasi, un giovane tribale di 22 anni, residente nel villaggio di Kapanar, nello stato del Chhattisgarh. Kosa Kawasi e sua moglie, Jime Kawasi, si erano convertiti nonostante l’opposizione dei loro famigliari. Gli abitanti del villaggio avevano reagito cercando di sfrattarli e di sequestrare i loro beni e la loro terra. Uno zio, Dasru Kawasi, inutilmente aveva cercato di convincerlo ad abiurare per evitare che la famiglia perdesse quei terreni. Il 4 maggio molti abitanti del villaggio su richiesta dello zio si sono presentati per discutere con Kosa. A un certo punto Dasru e suo figlio Madiya in preda alla collera hanno aggredito Kosa ferendolo gravemente con dei coltelli. Il poveretto è deceduto durante il trasporto all’ospedale. Anche sua moglie ha riportato delle ferite, per fortuna non mortali. Sotto anonimato un testimone raggiunto dall’agenzia di stampa AsiaNews ha spiegato che nel Bastar, la regione in cui si trova il villaggio di Kapanar, negli ultimi anni gli attacchi ai cristiani tribali sono notevolmente aumentati. L’ostilità si spinge al punto di negare in certi casi l’autorizzazione a seppellire i morti entro i confini dei villaggi. Il 25 aprile, ad esempio, a Jagdalpur dei fondamentalisti hanno fermato la sepoltura di Ishwar Korram perché cristiano ed è stato necessario l’intervento della Corte Suprema del Chhattisgarh perché i famigliari del defunto fossero autorizzati a seppellirlo. “Alcuni sono stati addirittura cacciati – ha detto la fonte – i tribali cristiani vivono nella paura e nell’insicurezza anche tra le loro stesse famiglie”. AsiaNews nel riportare la notizia sottolinea che le violenze contro i cristiani sono fomentate dai fondamentalisti indù, dalle organizzazioni espressione dell’ideologia nazionalista Hindutva. L’India è uno dei paesi in cui ormai la persecuzione nei confronti dei cristiani ha assunto forme estreme di violenza, intolleranza e discriminazione. Nella World Watch List 2024 dei paesi in cui i cristiani sono più perseguitati pubblicata dell’onlus Open Doors l’India occupa l’11° posto, dopo l’Afghanistan e prima della Siria.