La Commissione assolve Orban. Allora era persecuzione
La Commissione Europea, per bocca della vice-presidente Vera Jurova, ha di fatto assolto l'Ungheria dall'accusa di tradimento dei valori democratici europei. Quindi tutta la campagna che è stata montata in questi giorni contro Orban per la sua presunta svolta autoritaria? Era solo un capro espiatorio, per nascondere di peggio.
Proprio in questi giorni in una Europa sempre più vicina al fallimento politico ed istituzionale, si è tornati all'attacco di uno degli Stati-baluardo della identità cristiana e famigliare, l'Ungheria. Abbiamo detto delle sperticate e scomposte critiche mosse verso i provvedimenti parlamentari, approvati ad inizio mese, che assegnano poteri straordinari all'esecutivo di Orban.
Il più ignobile dei diversivi politici per mascherare gli egoismi di Olanda, Finlandia, Lussemburgo, Svezia, Germania ed Austria che sono i veri populisti e nazionalisti egoisti. Come ormai acclarato dalle cronache quotidiane. Tuttavia, la verità emerge e nonostante mitragliate e colpi di mortaio, il consenso verso Orban e le sue decisioni cresce nel Paese e la stessa Commissione Europea ritiene 'in linea con le raccomandazioni generali, le misure decise sinora dal Parlamento e dal Governo ungherese.
Andiamo con ordine. Lo scorso 16 aprile, ben 80 organizzazioni, politici e giornalisti hanno chiesto "azioni rapide" della Commissione contro Ungheria. La lettera, il cui primo firmatario è Transparency International (una delle organizzazioni 'indipendenti' che riceve una importante dose di sovvenzionamenti annuali dalla OpenSocietyFoundation di Soros), afferma che "tempi eccezionali, ovviamente, richiedono misure eccezionali", ma "queste misure devono essere limitate nel tempo e proporzionate" e quelle ungheresi di Orban sono invece una “violazione dello stato di diritto e dei valori europei”.
Contro il dipinto 'orco' ungherese, nei giorni scorsi è partito un altro cannoneggiamento, questa volta da parte dell'ex Presidente della Commissione Juncker, dal sinistro ed elitario Bernard Henri Lèvy e dal fondatore di fondatore di EURACTIV (una delle web news più diffuse in europa) Christophe Leclercq. I tre moschettieri non fanno altro che ribadire il loro odio politico per Orban e l'Ungheria:”Noi europei dobbiamo combattere due virus, contemporaneamente e in modo altrettanto veemente: COVID-19, attaccando i nostri corpi e un'altra infezione che colpisce i nostri ideali e le nostre democrazie. Il 30 marzo 2020, il Parlamento ungherese ha adottato un testo che consente al governo di sospendere l'applicazione di alcune leggi... È il culmine della deriva decennale dell'Ungheria verso l'autoritarismo ed è pericoloso...L'opposizione politica, il dialogo sociale e la libertà di parola sono stati sempre più ridotti al silenzio, con varie università, centri culturali, gruppi imprenditoriali e organizzazioni della società civile che subiscono l'onere della regola autorevole di Orbàn”. Con chiarezza qui emerge il tranello degli europeisti incapaci, la svogliatezza di Juncker di riformare l'Europa di riformarla a partire dal principio di sussidiarietà, l'ideologia del nuovo 'centralismo democratico europeo', la frustrazione nei confronti dell'est. “L'UE deve rapidamente proporre e adottare sanzioni contro l'ultima "inversione democratica" da parte del governo ungherese”.
Le accuse ideologiche contro Orban, pare abbiano trovato alleati i belgi, il Presidente del Consiglio Michel e il suo ex Ministro degli Esteri, oggi Commissario alla Giustizia Reynders che però sono stati smascherati pubblicamente dal bravissimo Ministro degli Esteri ungherese Szijjártó: "si vogliono vendicare perchè impedimmo l'unanime approvazione del piano ONU sulla immigrazione incontrollata". Cosa sta accadendo in realtà? La Commissione, in particolare la rigidissima Vice Presidente della Commissione Vera Jurova, responsabile di coordinare le politiche sui valori e la trasparenza, ha dichiarato che: "analizzata la legge del parlamento ungherese e i provvedimenti sin qui adottati dal Governo Orban, tutto è in 'linea' con valori e principi europei". Rispondendo a una domanda specifica, durante un'intervista alla televisione pubblica slovacca domenica 19 aprile, Jourová ha detto di aver incontrato il ministro della Giustizia ungherese Judit Varga, di aver discusso in dettaglio le misure ungheresi con lei e di "non essere preoccupata".
La Commisione Europea sta esaminando se le norme di tutti gli Stati membri approvate, come parte della lotta contro l'epidemia, danneggino lo stato di diritto, ha detto Jourová. "Monitoreremo come vengono attuate le leggi recentemente approvate anche dall'Ungheria", ha aggiunto. Oltre al virus mortale, nella 'fase 2' liberateci anche della epidemia mentale dei tanti, troppi ipocriti cercatori di 'capri espiatori', capaci solo di celare le proprie mostruosità.