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Dopo Traditionis custodes

La circoscrizione ecclesiastica, un’idea per il Rito antico

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Il fondatore della Fraternità San Vincenzo Ferrer, padre de Blignières, propone una circoscrizione ecclesiastica per il Rito antico. Una proposta concreta, dopo Traditionis custodes, per rispondere al bisogno di tanti fedeli che vogliono rimanere in comunione con il Papa.

Ecclesia 24_06_2024 English Español

La notizia di un'imminente “soluzione finale” per la Messa in Rito antico, segnalata dal sito Rorate Cæli, si è diffusa in pochissimo tempo. Non è un mistero che all'interno del Dicastero per il Culto divino vi sia una corrente piuttosto agguerrita che vorrebbe la morte del Rito antico.

Corrente che fa capo in particolare al segretario del Dicastero, l'arcivescovo Vittorio Francesco Viola, che di recente ha proibito che la Messa in rito antico potesse continuare ad esistere nella cattedrale di Melbourne, dove la si celebrava ogni settimana dal 1992, quando fu il cardinale George Pell in persona a celebrarla (qui la lettera di Viola). D'ora in avanti, i fedeli avranno a disposizione un'altra chiesa, ma solo per due anni. Trascorso questo tempo, se l'arcivescovo di Melbourne, mons. Peter Comensoli, vorrà rinnovare il permesso, dovrà inviare al Dicastero «un'ulteriore relatio» con il dettaglio del numero dei partecipanti e, soprattutto, indicando «i passi che sono stati fatti per condurre i fedeli legati alla liturgia precedente verso la celebrazione della liturgia secondo i libri liturgici riformati con decreto del Concilio Vaticano II». In sostanza, l'arcivescovo di Melbourne viene avvisato che sarà monitorato quanto avrà fatto per la rieducazione dei dissidenti...

Non c'è bisogno di continuare a sottolineare come questi pastori siano accecati da un'ideologia che li rende incapaci di vedere una cosa tanto semplice, ossia che hanno di fronte dei fedeli, delle giovani famiglie, dei ragazzi e dei bambini, non dei nemici o dei reazionari. Fedeli che semplicemente trovano nutrimento in una forma rituale che non viene da Marte e nemmeno da qualche circolo di liturgisti, ma da secoli di tradizione liturgica.

Ma in una situazione come questa occorre uscire dall'angolo ed essere audaci, nella serena certezza che la verità alla fine trova la sua strada. Per questo è di grande aiuto la proposta di padre Louis-Marie de Blignières, fondatore nel 1979 della Fraternità San Vincenzo Ferrer: chiedere che venga eretta una circoscrizione ecclesiastica ad hoc per i fedeli legati al Rito antico. La proposta è stata presentata in un interessante articolo sulla rivista da lui fondata, Sedes Sapientiæ (n. 165, settembre 2023, pp. 17-44), illustrata poi in un'intervista concessa a Tu es Petrus (n. XLI, gennaio-febbraio-marzo 2024), rivista del distretto francese della Fraternità Sacerdotale San Pietro, che mettiamo a vostra disposizione in italiano (vedi qui).

La storia di padre de Blignières è stata solcata da molte dolorose separazioni; la prima nel 1982, quando dovette distaccarsi da padre Guérard des Lauriers, da cui aveva ricevuto l'abito domenicano, allorché venne a conoscenza che questi era stato ordinato vescovo illecitamente. Sei anni più tardi il distanziamento anche da mons. Marcel Lefebvre, che lo aveva ordinato sacerdote. Poi la difficoltà di portare avanti una Fraternità legata al Rito domenicano antico, sempre esposta al pericolo di un clima ecclesiale piuttosto ostile. Brevissimi cenni della sua storia di vita necessari per comprendere che padre de Blignières non è né un ingenuo né un idealista; e che la sua proposta non disconosce le enormi difficoltà che la Chiesa vive ormai da decenni, e che si sono acuite in questo pontificato. Vediamo dunque di cosa si tratterebbe in concreto.

Una circoscrizione ecclesiastica riguarda, spiega padre de Blignières, «comunità di fedeli gerarchicamente strutturate che sono o diocesi (o Chiese particolari), oppure entità create per motivi particolari e giuridicamente assimilate alle diocesi. Gli ordinariati militari e le amministrazioni apostoliche personali ne sono un esempio». Si tratta dunque di una realtà con personalità giuridica, che può essere istituita solo dalla Santa Sede, la quale provvede anche a nominare il vescovo che diviene l'Ordinario di questa struttura ecclesiastica. Dunque, un vescovo con giurisdizione.

Lo scopo dell'erezione di una circoscrizione ecclesiastica è quello di mettere a disposizione dei fedeli la possibilità di essere destinatari di quella che padre de Blignières chiama «la pedagogia tradizionale»: non solo il Messale approvato da Giovanni XXIII nel 1962, ma anche gli altri sacramenti, i sacramentali, il catechismo, etc. Questa circoscrizione ecclesiastica permetterebbe anche di incardinare sacerdoti diocesani che desiderano offrire questo servizio ai fedeli, esattamente come avviene per gli Ordinariati militari, ed eventualmente di erigere un seminario proprio. I fedeli che aderiranno a questa circoscrizione non cesseranno di appartenere alla propria diocesi, in base alla propria residenza, perché queste strutture esercitano una «giurisdizione cumulativa», di fatto prevista dall'ordinamento canonico della Chiesa cattolica, cioè una giurisdizione che si somma ad un'altra, senza eliminarla.

La proposta nasce dalla necessità di rispondere ad un bisogno dei fedeli, divenuto urgente dopo lo stallo «per i cattolici fedeli alla comunione gerarchica e legati alle “forme precedenti della tradizione latina”», stallo provocato da Traditionis Custodes. Vi sono realtà, numericamente significative, che agiscono al di fuori della comunione gerarchica e che, per questo, godono ormai di maggiore libertà di azione rispetto a quanti vogliono rimanere nella comunione effettiva con il Papa e i vescovi a lui soggetti. Un paradosso che richiede di essere sanato, vista anche la continua emorragia di fedeli e sacerdoti che finiscono per aderire a queste realtà e frequentarle, per lo più perché trovano chiuse le porte dai loro vescovi e dal Dicastero stesso.

La proposta di padre de Blignières è imperniata sulla presenza di un vescovo, che diverrà l'Ordinario della circoscrizione ecclesiastica e che dunque garantirà non soltanto un servizio sacramentale, ma l'unione gerarchica, mediante il suo inserimento nel collegio episcopale. Si avrà dunque un vescovo, membro della gerarchia della Chiesa, che potrà esercitare un vero potere di giurisdizione e interloquire con i vescovi diocesani (oltre che con la Santa Sede), sollevando così i singoli gruppi di fedeli dal «negoziare il proprio status con prelati, vescovi o parroci, che spesso hanno difficoltà a comprenderlo (o che temono per la pace delle loro diocesi, mostrando favoritismi nei suoi confronti)». In questo modo si ritornerebbe gradualmente ad una pacificazione interna della Chiesa, resasi ancor più necessaria dopo i recenti sviluppi legati alla persona di mons. Carlo Maria Viganò e agli annunci della Fraternità San Pio X.

Ma perché mai la Santa Sede dovrebbe concedere questa sorta di ordinariato, dal momento che fa di tutto per distruggere il Rito antico? Padre de Blignières invita a non fissarsi sul presente, ma a «tenere conto della lunga storia della Chiesa». E delle sorprese che inaspettatamente si presentano. Come il decreto che il Papa ha concesso alla Fraternità Sacerdotale San Pietro, dopo Traditionis Custodes. O come il fatto che, trent'anni dopo la volontà espressa da Paolo VI di proibire l'uso del Messale antico, un altro Papa, Benedetto XVI, gli ha ridato piena cittadinanza, dichiarandolo «mai abrogato». Ad ogni modo «dobbiamo essere cauti nel fare previsioni pessimistiche sul futuro della Chiesa». Perché la Chiesa non è nelle mani degli uomini, ma del Signore. E come dice un noto proverbio: l'uomo propone e Dio dispone.

Si deve sottolineare l'importanza di iniziare a divulgare e familiarizzare con questa idea, che per altro non è nuova, essendo già stata messa sul tappeto più volte, a partire dal 1988. E non è nemmeno avventurosa, visto che si tratterebbe di una configurazione canonica prevista dal diritto. Insomma, è importante iniziare “ad avviare processi”. E poi avere un po' l'audacia di Gimli: «Certezza di morte, scarse possibilità di successo... Che cosa aspettiamo?».



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