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IL CASO

La Chiesa "verde" è a servizio dell'eugenetica

La solenne presentazione in Vaticano degli "Orientamenti pastorali sugli sfollati climatici" segna il totale asservimento dei vertici della Chiesa a una ideologia ecologista che è anti-umana alla radice. E in nome della difesa dei poveri fa da megafono a chi invece dei poveri persegue l'eliminazione.

Editoriali 01_04_2021 English

Si resta sgomenti a leggere gli “Orientamenti pastorali sugli sfollati climatici”, 26 pagine di scempiaggini scientifiche ed economiche, accompagnate da una spruzzatina di buoni sentimenti cristiani e di impegni a far diventare le parrocchie delle succursali del WWF. Il documento è stato presentato in pompa magna martedì in Vaticano introdotto da un messaggio di papa Francesco, a dare la misura dell’importanza che la Santa Sede dà al tema della conversione ecologica che  – sugli sfollati climatici – si unisce al cavallo di battaglia dei migranti.

Si resta sgomenti nel constatare come i vertici della Chiesa siano ormai totalmente asserviti a un’ideologia che è anti-umana alla radice; si resta sgomenti nel vedere il Papa proporre una parodia di un brano del profeta Isaia per annunciare catastrofi prossime venture per chi non si converte all’ecologismo; si resta sgomenti nel vedere un documento, che si vorrebbe autorevole, infarcito di luoghi comuni e teorie bizzarre che sembrano appena ascoltate al bar.
Confutare punto per punto quanto affermato in questi orientamenti pastorali riguardo ai cambiamenti climatici e agli effetti sulle popolazioni richiederebbe ben più di un articolo. Ma si tratta comunque di argomenti che sulla Bussola abbiamo affrontato più volte (vedi qui). E comunque chi vuole può confrontare il documento vaticano con il recente Rapporto di Dottrina Sociale della Chiesa, pubblicato dall'Osservatorio cardinale Van Thuan, dedicato a “Ambientalismo e globalismo: nuove ideologie politiche”, a cui la Bussola ha dato un importante contributo.

Qui invece mi limiterò a qualche considerazione di carattere generale. La prima riguarda il processo di secolarizzazione che appare ormai compiuto anche nella Chiesa, o perlomeno nei documenti espressi dai vertici. Il linguaggio di questo documento – che si intende far penetrare fino all’ultima parrocchia – per quanto riguarda le questioni climatiche e il tema degli sfollati è totalmente mutuato dai movimenti ecologisti e dagli organismi dell’ONU. L’unica conversione di cui si parla sono stili di vita più ecologici e la transizione verso l’energia da fonti rinnovabili. Rivelatore l’unico accenno a una prospettiva eterna - da trasmettere ai giovani - che viene identificata con il «tipo di condizioni ambientali che lasceranno a figli e nipoti». Cioè, anche l’eternità è ridotta a una dimensione tutta terrena. Qualsiasi commento appare superfluo.

La seconda questione è che in questo appiattimento, la Chiesa si fa megafono di un mito - quello della narrazione dei cambiamenti climatici - che viene spacciato per scienza. Il mito viene riproposto sinteticamente in questi Orientamenti pastorali, quando si afferma che il sistema climatico della Terra «dopo più di 10.000 anni di relativa stabilità – l'intero arco della civiltà umana – (…) sta rapidamente cambiando, a causa delle attività umane». E ovviamente c’è un’età aurea a cui tornare: è quella dei popoli primitivi, la cui saggezza e armonia con la natura viene continuamente celebrata dal documento vaticano (sempre nell’ottica “imparate dai popoli dell’Amazzonia”).

Bisogna rassegnarsi al fatto che a costoro è inutile parlare della realtà, cioè di un clima che è sempre in continuo cambiamento; che ci sono state epoche più calde di quella attuale; che anche dalla Rivoluzione industriale (descritta come l’origine del dissesto) a oggi non c’è stata alcuna impennata lineare della temperatura, ma una crescita graduale che ha avuto diversi alti e bassi; che non c’è alcuna prova di aumenti di eventi naturali estremi legati alle attività umane; che l’economia dei popoli primitivi è tutt’altro che armonia con la natura.
Chi è prigioniero del mito diventa impermeabile a qualsiasi indagine seria, e diventa intollerante e violento contro chiunque ponga anche solo una domanda. Infatti il documento vaticano è chiaro: chi non vede il disastro climatico con quel che ne consegue o è ignorante o persegue degli inconfessabili interessi personali (poi magari un giorno ci diranno invece quanto denaro affluisce in Vaticano da queste organizzazioni internazionali che promuovono lo sviluppo sostenibile).

Una terza considerazione riguarda il tema dello sviluppo, che viene considerato la fonte di ogni disastro ecologico, e causa di quelle emissioni di gas serra che cambiando il clima con tanto di eventi naturali estremi al seguito, danneggerebbe i paesi più poveri provocando anche il fenomeno degli sfollati climatici. Ora, se c’è una evidenza è che invece è proprio il sottosviluppo a rendere vulnerabili tante popolazioni davanti ai fenomeni climatici così come alle malattie e a qualsiasi altro evento avverso. Basti pensare alla diversità di danni e perdite umane che uno stesso uragano provoca, ad esempio, quando si abbatte sulle coste del Nicaragua e poi su quelle degli Stati Uniti. È chiaro che un paese sviluppato è in grado di meglio difendersi davanti ai disastri naturali, che peraltro ci sono sempre stati, proprio perché è in grado di provvedere sistemi di allarme e infrastrutture capaci di resistere e proteggere la popolazione.

Al tema dello sviluppo è legata un’ultima considerazione: il Papa promuove la crociata ecologista pensando in questo modo di portare un aiuto ai Paesi poveri, lo fa in nome dei poveri. In realtà sta dando una grossa mano a chi i poveri li vuole eliminare fisicamente. Il concetto di “sviluppo sostenibile” a questo serve. È scritto nero su bianco nel rapporto che ha dato origine a questo concetto (Our common future, rapporto della Commissione Brundtland, 1987): per salvare l’ambiente e garantire lo sviluppo bisogna tagliare la popolazione, con il controllo delle nascite e con lo stop alla crescita economica. Nessuna sorpresa: costoro sono tutti discendenti delle Società eugenetiche e continuano a propugnarne gli ideali.

Possibile che a nessuno in Vaticano venga in mente la domanda di come mai i nuovi maestri che si sono scelti – da Jeffrey Sachs in giù – sono tanto attenti all’ambiente quanto feroci nel volere la diffusione di contraccezione e aborto? Non è una sfortunata coincidenza, è il frutto di un pensiero coerente. È l’eugenetica. E questi prelati, senza fede e ignoranti, stanno portando tutta la Chiesa a diventare strumento delle Società eugenetiche.