La chiamata di Pietro e Andrea: quando Gesù passò
Pietro è sempre rappresentato con la barba e i capelli corti e bianchi, Andrea si contraddistingue per la folta capigliatura. Sono i due fratelli che compaiono intenti a gettare le reti in acqua, in uno dei riquadri della decorazione musiva di Sant’Apollinare Nuovo a Ravenna. La pesca era il loro mestiere. Un giorno, però, Gesù passò di lì. E li chiamò.
Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: “Venite dietro di a me, vi farò diventare pescatori di uomini.” E subito lasciarono le reti e lo seguirono. Mc 1, 16 -18
I santi li riconosciamo dai loro attributi iconografici. O dalle fattezze umane: Pietro è sempre rappresentato con la barba e i capelli corti e bianchi, Andrea si contraddistingue per la folta capigliatura. Sono proprio loro, dunque, sono i due fratelli quelli che compaiono, intenti a gettare le reti in acqua, in uno dei riquadri della decorazione musiva di Sant’Apollinare Nuovo a Ravenna. La pesca, in effetti, era il loro mestiere. Un giorno, però, Gesù passò di lì. E li chiamò.
Sant’Apollinare nacque come chiesa ariana. A fondarla fu il re goto Teodorico, agli albori del VI secolo, nel 505. Ne fece la sua cappella palatina e la dedicò a Nostro Signore Gesù Cristo. Divenuta proprietà dei cattolici, in seguito alla conquista di Ravenna da parte dell’imperatore bizantino Giustiniano, fu intitolata a San Martino di Tours, lo strenuo difensore dell’ortodossia contro qualsivoglia forma di credo eretico. La dedicazione attuale risale al IX secolo e alla traslazione delle reliquie del protovescovo Apollinare, custodite precedentemente in Sant’Apollinare in Classe dove era più alto, però, il pericolo di incursioni saracene.
Come tutte le basiliche dell’epoca era stata decorata con uno spettacolare apparato musivo, dalle innumerevoli tessere colorate. Il ciclo si sviluppa su tre registri. Nella parte inferiore sfilano due contrapposte e fastose processioni: una di sante, guidate da Sant’Eufemia, e l’altra di martiri, ricoperti da candide vesti. La posizione mediana è occupata da trentadue Profeti, sedici per lato, che richiamano l’importanza del ruolo dei maestri della fede sia del Vecchio che del Nuovo Testamento. Il registro superiore è il più antico e, nonostante sia quello di più difficile lettura data la posizione sopraelevata, si compone di ventisei splendidi episodi evangelici, cristologici, particolarmente curati nei dettagli.
La chiamata di Pietro e Andrea compare sulla parete sinistra, insieme ad altri dodici pannelli che raccontano miracoli e parabole, intervallati dal motivo simbolico di una conchiglia sormontata da colombe. Per precisione, nella sequenza da leggere a partire dalla zona absidale e procedendo verso l’ingresso, è il terzo riquadro, incastonato tra la moltiplicazione dei pani e dei pesci e la guarigione dei due ciechi di Gerico. Cristo, il capo nimbato, è rivestito da una tunica color porpora. E’ di statura più alta, come esigeva la prospettiva gerarchica tipica di quel tempo e Lo accompagna un Apostolo, sulla cui veste la lettera greca gamma è antico simbolo di fede cristiana.
Due uomini sulla barca, uno ai remi e l’altro che con forza tira la rete colma di pesci guizzanti, Gli rivolgono uno sguardo colmo di stupore e attesa. Eccoli, rispettivamente, Andrea e Pietro, vestiti con una corta tunica che lascia nuda le loro spalle descritte con precisione anatomica. Il mare è di diverse sfumature d’azzurro ma lo sfondo è rigorosamente d’oro, il colore dell’eternità.
E’ molto probabile che l’autore del mosaico sia l’inventore dell’iconografia di questo episodio, poiché non sembra esistere, nell’arte paleocristiana, un’analoga scena. D’ora in poi la storia di Gesù sarà intrinsecamente correlata a quella dei suoi amici: è nata la Chiesa.