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La “bufala” del Vangelo di Barnaba

Fino ad ora però nessun media ha pubblicato una riproduzione delle esatte dichiarazioni attribuite al Cristo.

 

Nei giorni scorsi si è scritto molto, in particolare sui giornali del mondo islamico, sulla scoperta in Turchia di una Bibbia, che sarebbe stata scritta in lingua aramaica – la lingua di Gesù – millecinquecento anni orsono. La Bibbia è scritta su pagine di cuoio, in lettere d’oro. La copertina mostra iscrizioni in aramaico, e una croce, disegnata in maniera un po’ rudimentale. L’interesse principale – da un punto di vista mediatico del documento – consisterebbe in alcune dichiarazioni di Gesù in cui si profetizzerebbe la venuta di Maometto. Fino ad ora però nessun media ha pubblicato una riproduzione delle esatte dichiarazioni attribuite al Cristo.

Ma, ahimè, è ben probabile che questa straordinaria scoperta sia una bufala. Opera di un falsario, che secondo alcuni potrebbe essere uno studioso ebreo occidentale del Medio evo. Le critiche più fattuali sono giunte dai siriaci. Infatti per chiunque parli l’assiro moderno (noto anche come neo-aramaico) l’iscrizione del cosiddetto “Vangelo di Barnaba” è facilmente leggibile; ma sono altrettanto evidenti alcuni errori. L’iscrizione di fondo si leggerebbe, nella traslitterazione moderna: “b-shimmit maran paish kteewa aha ktawa al idateh d-rabbaneh d-dera illaya b-ninweh b'sheeta d-alpa w-khamshamma d-maran”, e la sua traduzione sarebbe: “In nome di nostro Dio, questo libro è scritto dalle mani dei monaci dell’alto monastero a Ninive, nel 1500mo anno di Nostro Signore”. Non c’è lo spazio ora per entrare nei dettagli degli errori grammaticali e concettuali, ma gli esperti di assiro moderno assicurano che sono evidenti, anche molto grandi. Fra l’altro, l’iscrizione parla di libro, ma in assiro non ci si riferisce mai alla Bibbia con la parola “libro”. Si dice Vecchio e Nuovo Testamento, o Libro sacro. E’ altamente improbabile che dei monaci possano aver compiuto errori così evidenti.

Ma non sono questi gli unici elementi di un “caso” che rivela elementi di interesse, sia al momento della sua creazione che adesso, solo alla luce di un atteggiamento poco amichevole nei confronti dei cristiani. Adesso: un buon numero di giornali e mezzi di comunicazione del mondo islamico hanno rilanciato la notizia dicendo che “una Bibbia antica di 1500 anni predice la venuta di Maometto”. A parte l’evidente confusione fra i 1500 anni di antichità, attribuiti dai media, e la data del 1500 dopo Cristo riportata dall’iscrizione in fondo al libro, è chiaro che predire nel 1500 d.C. qualche cosa che è avvenuto nel 630 d.C non è una grande profezia. E c’è allora da chiedersi perché l’opinione mediatica islamica è così pronta ad avallare quello che appare a tutti gli effetti un errore grossolano; gradevole però per i seguaci dell’islam, che da sempre sostengono che Gesù, Issa, era il predecessore del “Sigillo dei profeti”.

Secondo quanto riporta “Al Bawaba”, il ministro della cultura e del turismo turco, Ertugrul Gunay, ha dichiarato che “sulla linea della fede islamica, il Vangelo di Barnaba tratta Gesù come un essere umano e non come Dio. Rigetta l’idea della Santa Trinità e della crocifissione e rivela che Gesù ha predetto la venuta del profeta Maometto”.

Ma anche da un punto di vista islamico il “Vangelo di Barnaba” è tutt’altro che impeccabile. Per esempio, si dice che ci sono nove cieli, e che il decimo è il Paradiso; mentre nel Corano se ne parla solo di sette. Il testo in aramaico afferma che Maria diede alla luce Gesù senza dolore, mentre il Corano parla esplicitamente di travaglio del parto. Inoltre, secondo quanto riportato, Gesù nel testo apocrifo avrebbe detto ai sacerdoti ebrei di non essere il Messia, e che il Messia sarebbe Maometto. Questo nei fatti significa la negazione dell’esistenza di un Messia, e fa sì che Gesù e Maometto sembrino la stessa persona.

Per non parlare poi delle informazioni di carattere storico. Si parla della presenza di tre eserciti, nella Palestina dell’epoca, ciascuno composto da duecentomila soldati; ma l’intera popolazione della Palestina duemila anni fa non raggiungeva probabilmente le duecentomila unità, secondo alcuni studiosi. Insomma, tutto fa pensare che si tratti di un bellissimo falso. Ma quando è stato fatto? Una traccia c’è, ed è contenuta nel capitolo 217. L’ultima frase afferma che sul corpo di Cristo vennero piazzate cento libbre (pound) di pietra. E questo farebbe pensare che la stesura del Vangelo è recente: il primo uso della libbra (pound) come unità di misura risale all’Impero ottomano, nei suoi contatti con Italia e Spagna. Secondo alcuni analisti “il vangelo attribuito a San Barnaba è stato scritto da un ebreo europeo del Medio Evo, che aveva una certa familiarità con il Corano e i Vangeli. Ha mescolato fatti ed elementi dall’uno e dagli altri; ma le sue intenzioni restano sconosciute”. Ma purtroppo, a dispetto del fatto che dubbi e perplessità fossero ben noti, molti media islamici hanno presentato le affermazioni del Vangelo sulle predizioni di Gesù verso Maometto come se fossero un fatto. Il che costituisce certamente una fonte di problemi, a livello di base, nei rapporti fra comunità cristiane e musulmane, specialmente se il livello di istruzione di queste ultime non è alto.

Da Vatican Insider 5 febbraio 2012