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a cura di Anna Bono
Ultimatum di Israele agli immigrati africani irregolari

Israele rimpatria gli immigrati irregolari

 

Nei prossimi mesi decine di migliaia di immigrati africani entrati illegalmente in Israele sostenendo di essere profughi saranno rimpatriati o trasferiti in paesi terzi, dotati di un  fondo pari a 3.500 dollari

Migrazioni 10_01_2018

 

Tutti gli Africani entrati illegalmente in Israele hanno tempo fino ad aprile per lasciare il paese e poi saranno arrestati. Fanno eccezione i bambini, gli anziani, le vittime di tratta e schiavitù. Gli immigrati hanno facoltà di scegliere se rientrare in patria oppure trasferirsi in Rwanda o in Uganda, due paesi africani con cui Israele ha preso accordi in merito. Il governo israeliano darà a ciascuno fino a 3.500 dollari e assicura per loro un trattamento umano. Il provvedimento riguarda 38.000 stranieri irregolari, che in Israele sono chiamati “infiltrati”. Molti di essi hanno dichiarato di essere profughi in fuga da persecuzioni e guerre, ma le autorità israeliane hanno ritenuto le loro richieste di asilo infondate e le hanno quindi respinte. Tuttavia alcune organizzazioni non governative considerano il provvedimento una violazione delle leggi internazionali. Inoltre sostengono che all’arrivo in Rwanda e Uganda gli emigranti che nei mesi scorsi hanno già lasciato Israele non hanno ricevuto protezione nè documenti. La difficile situazione in cui si trovano ha indotto una parte di essi a rimettersi in viaggio per raggiungere l’Europa. Anche l’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati ha espresso preoccupazione per la sorte degli africani ospitati in Rwanda e Uganda. Peraltro proprio l’Acnur nel 2017 ha invece definito l’Uganda il miglior paese per i rifugiati, quello più ospitale e che garantisce le condizioni di vita più umane. D’altra parte nei giorni scorsi l’Uganda ha negato di aver sottoscritto un accordo con Israele per accogliere migliaia di emigranti africani.