In un libro le “provocazioni per capire il mondo”
Neomalthusianesimo, ecologismo e secolarizzazione sono gli avamposti del Nuovo Ordine Mondiale in cui la creatura umana, in preda al delirio di onnipotenza, si pone come dio di sé stessa. Nel libro-intervista “Così non parlò Zarathustra”, Ettore Gotti Tedeschi tratteggia la fisionomia della società senza Dio.
«La profezia di Friedrich Nietzsche si sta avverando, l’insegnamento del suo vicario Zarathustra ha attecchito nella cultura occidentale. L’uomo rinnega il suo Creatore e si sostituisce a Dio in un delirio di onnipotenza che lo porterà in breve tempo a compiere azioni incontrollate e incontrollabili in tutti i settori della vita, in particolare in quello sociale, genetico, medico ed etico. La trascendenza e ogni ordine provvidenziale vengono spazzate via, si tenta di oscurare la Chiesa e il suo insegnamento, di estirpare le radici da cui sono nate la cultura europea e occidentale. Siamo agli albori di una nuova umanità ove l’uomo diventa superuomo. Ogni uomo che conosce se stesso, e quindi i suoi limiti, può comprendere la pericolosità di un’umanità che detronizza Dio e sale sul trono al suo posto».
Tratteggia così la fisionomia della società contemporanea Ettore Gotti Tedeschi, economista di rilievo e già presidente dello Ior, nel recente volume-intervista Così non parlò Zarathustra (Cantagalli 2022, pp. 160). In dialogo con Giovanni Castellini Rinaldi, Gotti Tedeschi non si sottrae alle domande scomode, anzi risponde alle “provocazioni per capire il mondo” del suo interlocutore, mostrando una profonda capacità di analisi della realtà attuale.
In tale prospettiva si colloca anche la sua disamina dell’attuale «emergenza pandemica e sanitaria, che ha limitato antiche libertà che mai nessuno avrebbe osato mettere in discussione; abbiamo accettato provvedimenti di ogni genere perché terrorizzati dalla paura della morte e della sofferenza, l’emotività ha preso il sopravvento sulla nostra razionalità. La pandemia sembra essere il grembo in cui si compie la gestazione di un nuovo uomo, del superuomo. Una forma di transumanesimo, in cui la scienza e la tecnica sono le nuove divinità che intercedono per migliorare la condizione umana».
In un saggio del 1935 lo storico Paul Hazard individuava nel passaggio dalla “società dei doveri” alla “società dei diritti” la causa del tramonto della civiltà occidentale cristiana. La crisi dell’Occidente - afferma Gotti Tedeschi - altro non è che «la conseguenza della negazione del valore della vita, accompagnata dalla pretesa utopistica e nietzschiana di rifondare un nuovo mondo». E in effetti «il nichilismo nietzschiano ha causato una profonda rottura con il passato, con la tradizione, affermando il primato della realtà sulla morale tradizionale, ridimensionando la trascendenza e assolutizzando la scienza, oggi unica verità inopinabile. In questo quadro è stata riabilitata l’etica protestante che, separando le opere dalla fede, ha introdotto una diversa coscienza del peccato, meno rigorosa rispetto all’etica cattolica. In campo economico è stato demonizzato il capitalismo, considerato uno strumento di controllo della società. Insomma, la ragione umana è oggi il solo strumento che permette di delimitare il confine tra il bene e il male, di vincere l’irrazionalità e la morale religiosa».
È in fieri un Nuovo Ordine Mondiale che ha dichiarato apertamente i propri intenti ideologici: «1) omogeneizzare la diversità culturale; 2) relativizzare le religioni (soprattutto quelle dogmatiche); 3) incentivare la denatalità con ogni mezzo; 4) creare Stati globali in contrapposizione a quelli nazionali da considerare sovranisti ed egoisti; 5) orientare il mercato verso la globalizzazione senza però perderne il controllo».
La strategia, ormai nota nel post-pandemia, è sempre la stessa: «Quando non si sa come risolvere un problema si inventa una soluzione - richiede meno sforzo -; se poi la soluzione non è efficace si riversa la colpa del fallimento sugli altri».
Per fortuna la realtà lascia trasparire altri dati ben lontani dall’ideologia. E, in effetti, non esiste alcuna decrescita felice, «anzi se non si mettono al mondo bambini, in un lasso di tempo breve sembrerà di ottenere un vantaggio perché si risparmia e si ha una disponibilità finanziaria ed economica maggiore; ma a medio termine il ciclo di crescita flette; a lungo termine crolla». D’altra parte, «se la popolazione decresce in tempi brevi e non ci sono possibilità che questo trend si inverta, il Pil diminuisce e con esso gli investimenti in tecnologia e ricerca. Le tasse aumentano per far fronte alle spese (pensioni, accoglienza migranti, sanità, ecc.) e i valori mobiliari e immobiliari crollano (considerando la liquidità sui mercati). Le banche entreranno in crisi, alcune irreversibili. Non saranno più elargiti aiuti ai Paesi poveri, innescando il fenomeno della migrazione di massa. Chissà che qualcuno pensi di porre rimedio a questa situazione, soprattutto per controllare il costo della spesa previdenziale, stabilendo leggi eutanasiche». In sostanza, «la denatalità ha causato negli ultimi 40 anni l’aumento delle tasse, la diminuzione del potere di acquisto, la necessità del lavoro femminile, che ha comportato l’aumento dell’età in cui una donna ha il primo figlio, con effetti intuibili sulla fertilità femminile». Inoltre delocalizzazione e deindustrializzazione hanno favorito ulteriormente la trasformazione dell’Occidente in un «popolo di consumatori che produce poco o nulla».
Questo scenario è il frutto delle teorie neomalthusiane e ambientaliste, foraggiate e propagandate dagli organismi internazionali, secondo cui «l’uomo non è più il fine, ma il mezzo per la tutela dell’ambiente». Negando e sovvertendo le leggi naturali, tali tesi ideologiche hanno ormai determinato una trasformazione radicale del paradigma antropologico, in quanto «se prima l’uomo era al centro del sistema e l’economia era a servizio dell’uomo, oggi, grazie a questa “attualità” del pensiero malthusiano, è centrale la terra. Il paradigma “Creatore-Creatura-Creato” è stato trasformato in “(Creatore?)-Creato-Creatura”». In sostanza «si è pensato di diventare più ricchi facendo meno figli e tutelando l’ambiente ed invece è accaduto il contrario».
Alla luce di tali considerazioni, l’autore ritiene perciò che l’unica strada per recuperare ragione, senso morale, verità sull’uomo e la realtà, contro ogni forma di relativismo etico-culturale e dogmatismo ideologico, sia la Via maestra accolta nella fede, poiché «l’Occidente può risorgere solo se con coraggio ammetterà che la sua civiltà affonda le radici nel cristianesimo».