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Emigranti irregolari

In nome del diritto a una vita dignitosa

La Corte di Cassazione ha stabilito che un cittadino del Gambia, emigrante irregolare in Italia, non venga rimpatriato perché questo metterebbe a rischio la sua dignità personale

Migrazioni 08_11_2021

Un quotidiano l’8 novembre hariportato la notizia che un immigrato irregolare originario del Gambia, Jammeh Demba, 22 anni, arrivato in Italia nel 2018, ha ottenuto di rimanere nonostante che la sua richiesta di asilo fosse stata respinta dalla Commissione territoriale che aveva esaminato il suo caso. A stabilirlo è stata la Corte di Cassazione presso la quale i legali del giovane hanno presentato ricorso. Come spesso succede, Nadia Cossu, autore dell’articolo uscito su La nuova Sardegna, è stata imprecisa. Ha scritto che, come è giusto nel caso di “una persona in fuga da guerra o povertà estrema”, otterrà protezione e asilo. Qualsiasi motivazione il giovane gambiano abbia addotto, certo è che non è fuggito da una guerra: il Gambia non è in guerra e non lo era nel 2018. Anzi, un anno prima un colpo di stato incruento aveva deposto il corrotto e autoritario presidente Yahya Jammeh e da allora la situazione politica ed economica del paese è migliorata: il Prodotto interno lordo del paese è cresciuto del 7,2 per cento nel 2018, del 6 per cento nel 2019 ed è rimasto invariato nel 2020 probabilmente a causa della pandemia (mentre in Italia nel 2020 è sceso dell’8,9 per cento). Demba non dovrebbe ottenere asilo, tutt'al più un permesso di soggiorno. L’articolo della Cossu si intitola: “La vittoria di Demba: «Riconosciuto il diritto a non tornare in miseria»”. Dovrebbe essere superfluo spiegare che Demba non versava in condizione di povertà estrema, se no non avrebbe potuto pagare migliaia di dollari per percorrere clandestinamente migliaia di chilometri e raggiungere l’Italia attraversando il Mediterraneo. Anche il titolo dell’occhiello dell’articolo non è corretto. Recita infatti: “Sentenza innovativa della Cassazione che ha accolto il ricorso di Jammeh Demba, 22enne del Gambia che vive tra Sassari e Ozieri da tre anni”. L’innovazione consisterebbe nel riconoscere per la prima volta che “avere una vita dignitosa è un diritto fondamentale dell’uomo”? Ma già altre sentenze lo hanno affermato. Il 13 agosto scorso, ad esempio, il tribunale di Bari ha concesso protezione umanitaria a un cittadino del Senegal perché l’espulsione lo esporrebbe “a pericolo della dignità” e perché “in Senegal il numero complessivo di casi di persone colpite da COVID-19 ha subito un notevole incremento”. Il pericolo per la dignità  deriverebbe dal fatto che l’uomo ha lasciato il suo paese nel 2014, prima di emigrare ha chiuso il suo negozio e quindi adesso è “sradicato dal contesto”, e “la situazione comunque difficile sotto l’aspetto economico del Senegal” fa sì che al rientro si troverebbe primo di occupazione e fonti di reddito il che “comporterebbe una estrema vulnerabilità con compressione di quel minimo di nucleo irrinunciabile di ormai acquisita dignità personale” (è molto probabile che l’uomo abbia venduto il negozio per procurarsi il denaro per il viaggio).